giovedì 31 gennaio 2013


Nozze addio, boom delle coppie di fatto - 31 gennaio 2013 -  http://m.libero.it



I piu' importanti valori che oggi accomunano gli italiani sono il senso della famiglia (65 per cento dei cittadini), il gusto per la qualita' della vita (25 per cento), la tradizione religiosa (21 per cento) e l'amore per il bello (20 per cento). E' quanto emerge dalla ricerca 'I valori degli italiani', realizzata dal Censis nell'ambito delle attivita' per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia. Perno della comunita' nazionale e', quindi, la famiglia. Anzi, i diversi "format familiari", visto che nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli (-739mila), mentre sono aumentate quelle non sposate con figli (+274mila) e le famiglie con un solo genitore (+345mila). Inoltre, osserva il Censis, nel periodo 1998-2009 sono aumentate le unioni libere (+541mila, arrivando in totale a 881mila) che, inclusi i figli, coinvolgono oltre 2,5 milioni di persone. E sono complessivamente 5,9 milioni gli italiani che hanno sperimentato nella loro vita una forma di convivenza libera. Le famiglie ricostituite (formate da partner con un matrimonio alle spalle) sono diventate un milione 70mila, mentre quelle ricostituite coniugate sono aumentate di 252mila unita' arrivando a 629mila.

La ricerca evidenzia anche che piu' del 90 per cento degli italiani si dichiara soddisfatto delle relazioni familiari. E anche se ci si sposa meno (tra il 2000 e il 2010 i matrimoni sono diminuiti del 23,7 per cento: 67.334 in meno), all'unione matrimoniale e' ancora riconosciuto un valore importante: il 76 per cento degli italiani e' infatti convinto che sia una regola da rispettare e il 54 per cento ritiene che garantisca maggiore solidita' alla coppia. In merito al gusto per la qualita' della vita, e' interessante il dato secondo cui il 56 per cento dei cittadini e' convinto che l'Italia sia il paese dove si vive complessivamente meglio. Italiani non piu' esterofili, quindi, ma orgogliosi di essere l'eccellenza del buon vivere. E anche se in futuro avessero la possibilita' di andarsene dall'Italia, due terzi dei cittadini (66 per cento) non lo farebbe in nessun caso. Per quanto concerne la tradizione religiosa, la ricerca sottolinea che l'82 per cento degli italiani pensa che esiste una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realta' materiale.

Di questi, il 66 per cento si dichiara credente e il 16 per cento lo pensa anche se non si dichiara osservante. Ma due terzi di fatto non entrano mai nei luoghi di culto, e solo un terzo vi si reca una o piu' volte alla settimana per partecipare alle funzioni religiose. Il 70 per cento e' poi convinto che vivere in un posto bello aiuti a diventare persone migliori. Crede quindi che ci sia un legame tra etica ed estetica, e che la bellezza abbia anche una funzione educativa. Il 41 per cento pensa che le meraviglie del paese possano essere la molla per ripartire. Secondo la ricerca, poi, il consumismo attrae meno, visto che il 57 per cento degli italiani pensa che, al di la' dei concreti problemi di reddito, nella propria famiglia il desiderio di consumare e' meno intenso rispetto a qualche anno fa. Il 51 per cento crede che, anche in questa fase di crisi, in famiglia si potrebbe consumare di meno tagliando eccessi e sprechi. In maggioranza gli italiani (45 per cento) pensano che devono conservare quello che hanno, piuttosto che puntare ad avere di piu' (29 per cento). La ricerca sara' presentata oggi pomeriggio a Roma all'Istituto della Enciclopedia Italiana, e discussa dal presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia, Giuliano Amato, dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita, e dal sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio per l'Informazione, la Comunicazione e l'Editoria, Paolo Peluffo.

AVVOCATI MATRIMONIALISTI, CRESCITA ESPONENZIALE COPPIE DI FATTO - "Negli ultimi 40 anni il matrimonio italiano ha subito un vero e proprio tracollo, statisticamente documentato. Si è passati dai 419.000 matrimoni del 1972 ai 217.000 del 2010. Nel biennio 2009/2010 il decremento del numero dei matrimonio è stato addirittura del 6%". Così Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, commenta  i dati resi noti dal Censis. "Si tratta di numeri che fanno rabbrividire, se si pensa che da secoli il matrimonio in Italia è un'istituzione sacra e indissolubile osserva il Presidente dell'Ami. Eppure - osserva - dei 500.000 bambini che ogni anno nascono nel nostro Paese, 100.000 sono figli di coppie di fatto, statisticamente più prolifiche di quelle sposate". "Altro dato importante - afferma Gassani - è che non solo i matrimoni sono diminuiti nel loro complesso, ma si registra l'aumento dei matrimoni civili: 85.771 nel 2009. A Roma, per esempio - ricorda - gli sposi preferiscono il Campidoglio alla Parrocchia (il 51%). La città in cui ci si sposa di più in Comune è Bolzano (60,3% nel 2010) a cui fa da contraltare Potenza (4,5%)". E precisa: "Accanto alle coppie di fatto, si aggiunge il fenomeno delle famiglie allargate (circa 775.000): trattasi di nuclei familiari composti da separati e/o divorziati con figli di primo, secondo e terzo letto, da cui scaturisce una infinita trama di rapporti personali e familiari". Quanto alle cause del tracollo del matrimono, spiega, "C'è una scarsa politica sociale per le giovani coppie e una sorta di legittimazione morale (non ancora giuridica) di altre forme di famiglia che gli italiani non rinnegano più. Sarebbe il caso che il legislatore pensasse ad introdurre nuove leggi a tutela dei diritti anche delle coppie di fatto, atteso che esse in Italia - come conferma il Censis- ormai rappresentano una colonna portante delle famiglie".

Il presidente dell'Ami ricorda poi un altro dato importante che dimostra "il radicale cambiamento di costume degli italiani in ambito familiare" e cioè che "il 22,1% delle persone intervistate dal Censis ha riferito che il proprio modello fosse il padre". "Il nostro Paese - spiega il matrimonialista - da sempre ha considerato la figura materna del tutto centrale ed insuperabile dal punto di vista genitoriale , anche alla luce della sistematica e scientifica defenestrazione del ruolo paterno che si è consumata dagli anni '70 fino ad oggi. Ma l'inversione di tendenza sancita anche dal Censis è confermata anche nei procedimenti di separazione e divorzio, atteso che almeno il 20% degli adolescenti dichiara apertamente di voler vivere presso il padre". L'avvocato Gassani parla infine di "paternità 'addolcità, laddove i padri sono più presenti nella vita dei figli, meno autoritari e più protettivi rispetto al passato". 

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