venerdì 28 gennaio 2011

Embrioni «orfani», Francia divisa - Ok in commissione all’impianto dopo la morte del padre dei concepiti in provetta. Ma l’Aula dovrebbe votare no - DA PARIGI DANIELE ZAPPALÀ, Avvenire, 28 gennaio 2011

In vista dell’apertura del dibattito in aula il pros­simo 8 febbraio, all’Assemblée nationale avanza­no i lavori nella commis­sione parlamentare specia­le per la modifica della leg­ge francese sulla bioetica.

La commissione ha appena approvato la possibilità d’innesto in utero di un embrione congelato entro i 6 mesi successivi alla mor­te del padre, se c’è il con­senso scritto di quest’ulti­mo e in assenza di proce­dure di divorzio in corso. Questo termine riguarda la decisione della donna sul primo innesto ed è esteso a un periodo di 18 mesi per gli eventuali tentativi suc­cessivi.

Si tratta di una decisione che contraddice la volontà del governo, che si è invece chiaramente opposto alla prospettiva di «far nascere un bambino orfano». Non si escludono dunque colpi di scena come quelli già vi­sti nei giorni scorsi in Se­nato, dove un progetto di legge sull’eutanasia votato in commissione era poi sta­to bocciato in aula su im­pulso dell’esecutivo. Fra coloro che si sono astenu­ti in commissione figura pure il deputato neogolli­sta Jean Leonetti, respon­sabile della maggioranza parlamentare per le que­stioni di bioetica e coordi­natore di tutto il progetto di revisione della legge. U­scendo dai lavori, Leonetti ha manifestato motivi di scetticismo verso la misu­ra appena adottata: «Il dispositivo non è ancora totalmente sicuro. Occorre che la misura sia possibile a titolo davvero eccezionale». La stessa commissione ha invece bocciato la possibi­lità di fecondazione in vi­tro a partire dai gameti di un padre deceduto.

Un via libera provvisorio è stato dato poi alla possibilità di donare ovociti per le donne maggiorenni non ancora madri. Si tratta di una misura anch’essa molto controversa e che è stata giustificata dai suoi difensori con l’argomento della 'disponibilità limitata' di gameti femminili destinati alla fecondazione in vitro. Su questi e altri punti, il di­battito parlamentare si annuncia acceso.

Nessun commento:

Posta un commento