Una serie di articoli sul no di Fazio e Saviano ai comitati pro life:
a) "Inaccettabile richiesta cda su Pro-Vita" - Il consiglio di amministrazione della Rai ha richiesto di ospitare "le 'associazioni pro-vita' per replicare al racconto di Roberto Saviano, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio
b) LA DIFESA DELLA VITA - Il Cda Rai: parlino i malati - Fazio & Saviano si rifiutano
c) Fazio-Saviano:no a puntata pro-vita "Inaccettabile richiesta del Cda Rai"
d) Fazio e Saviano: no a gruppi pro-life – Politica - «Richiesta inaccettabile del Cda»
e) IL CASO - Fazio e Saviano contro Il Cda - "Non ospitiamo il gruppo pro-Vita"
"Inaccettabile richiesta cda su Pro-Vita" - Il consiglio di amministrazione della Rai ha richiesto di ospitare "le 'associazioni pro-vita' per replicare al racconto di Roberto Saviano, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio
ROMA - Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di Vieni via con me ritengono "inaccettabile" la richiesta del consiglio di amministrazione della Rai di ospitare, nell'ultima puntata della trasmissione, "le 'associazioni pro-vita' per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio".
Il no alla richiesta del cda, spiegano Fazio, Saviano e gli autori di Vieni via con me, è motivato da "una ragione specifica" e da "una ragione di principio". "La ragione specifica: concedere un cosiddetto diritto di replica - spiegano - alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata 'pro-morte', mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla. Per la precisione, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: 'Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il piu' a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'é chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esternò. Sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso". "La ragione di principio: un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa - sottolineano ancora - né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di Vieni via con me. La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto già ne usufruisce ampiamente. L'idea che ogni opinione, ogni racconto, ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del pubblico, e soprattutto della libertà di espressione".
DOMANI MASI VEDE RUFFINI - Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, vedrà domani - a quanto si apprende - il direttore di Raitre Paolo Ruffini per concordare il da farsi, dopo il no di Fabio Fazio e Roberto Saviano ad ospitare nell'ultima puntata di Vieni via con me il punto di vista delle associazioni pro-vita come chiedeva un ordine del giorno approvato oggi a maggioranza dal consiglio di amministrazione della tv pubblica.
25 novembre, 19:46
Fonte: http://www.ansa.it
LA DIFESA DELLA VITA - Il Cda Rai: parlino i malati - Fazio & Saviano si rifiutano
Sul documento 7 sì e 2 no. Oggi incontro tra Masi e Ruffini. Il Consiglio, col voto a favore anche del presidente Paolo Garimberti, ha formalmente invitato a dare spazio nella trasmissione alle famiglie e alle associazioni di malati e disabili che hanno scelto di vivere. I conduttori hanno definito «inaccettabile» la richiesta: «Non abbiamo fatto una trasmissione "pro-morte" e non siamo né un talk-show né una tribuna politica».
- Quelli che non ammettono, quelli che non sono ammessi INACCETTABILI
di Marco Tarquinio
- VAI ALLO SPECIALE
Resistere, resistere, resistere. A Fabio Fazio e Roberto Saviano non interessa neppure il parere – ufficiale – del Consiglio d’amministrazione dell’azienda (pubblica) che permette loro di andare in onda, rispedito al mittente con uno sdegnato «inaccettabile». Sarebbe a dire che il grande spot per l’eutanasia non necessita contraddittori, perché «un programma di racconti come il nostro non ha la pretesa, né il dovere, né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni». E la faziosità è anche autocertificata.
Adesso? Per oggi è convocato un incontro urgente tra il direttore generale della Rai Mauro Masi e il direttore di Raitre Paolo Ruffini, così da capire cosa fare dopo il gran rifiuto di Fazio e Saviano. Sebbene Ruffini terrà duro anche lui, come ha fatto capire ieri sera: «Vieni via con me non è un programma a favore della morte» e «sbaglia chi contrappone una storia a un’altra. O equipara un’esperienza a una tesi politica e costruisce uno scontro ideologico fra dolori».
Ma facciamo un passo indietro. «Fateli parlare» nel tardo pomeriggio di ieri l’avevano ormai chiesto davvero tutti, dopo che il Cda Rai, quasi all’unanimità (7 consiglieri su 9) – col voto a favore anche del presidente Paolo Garimberti – aveva formalmente invitato a dare spazio nella trasmissione a famiglie e associazioni di stati vegetativi e disabili gravissimi che hanno scelto di vivere.
Era insomma andata come previsto, a parte un altro sdegno, quello di due dei consiglieri di opposizione (Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten) che se n’erano andati prima del voto: il Consiglio di amministrazione della Rai aveva approvato l’ordine del giorno firmato dal consigliere (di opposizione) Rodolfo De Laurentiis e sostenuto dalla maggioranza, per far replicare – nell’ultima puntata di Vieni via con me – alle Associazioni per la vita, dopo quanto detto in trasmissione da Beppino Englaro, Mina Welby e dai due stessi conduttori. Secondo Van Straten e Rizzo Nervo sono state «spinte esterne (pro-vita, ndr)» a influenzare le decisioni del Cda e «a prevalere», per quanto ai due consiglieri «sorprende» e «dispiace fortemente» soprattutto la posizione assunta dal presidente Garimberti».
Se è noto che il Cda della tivù di Stato non può imporre alcunché, lo è altrettanto che un invito di questo genere era di quelli difficili da ignorare: a meno che, invece, Fazio e Saviano si sentano tanto forti da portare allo strappo il tiro alla fune ingaggiato – a questo punto – con la loro azienda (pubblica), con un bel pezzo di Parlamento e una larghissima parte della società civile. E se il consigliere Rai Antonio Verro resta ottimista, «sono certo – dice – che gli autori accoglieranno un invito che non nasce da logiche politiche, ma solo dal fatto che il servizio pubblico, per sua missione, deve considerare tutte le diverse sensibilità», il presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, resta super partes: «Se il Cda si manifesta in un certo modo, ne prendo atto».
Il precedente, freschissimo, del resto era a disposizione: il ministro dell’Interno Maroni aveva chiesto – e subito ottenuto – di replicare a Saviano. Famiglie e associazioni invece no. A proposito: le spiegazioni di Fazio e Saviano sono due e suonano sconcertanti. «Una ragione specifica» e una «di principio». La prima è che «concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l’idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte"», mentre «abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e chi sceglie di rifiutarla». Una confusione persino ostentata: dove, come e quando sarebbe stata "artificiale" la prosecuzione della vita di Eluana? Se quelle di Eluana e Welby sono "di vita", come vanno definite le storie di migliaia di stati vegetativi e gravissimi disabili curati per anni dai loro cari?
La seconda "ragione" di Fazio e Saviano è quella accennata: il loro programma non deve rispettare il pluralismo. «Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica», sottolineano, fingendo di dimenticare contenuti e ospiti che hanno proposto... Morale dei due conduttori, condita da un filo di sottile disprezzo? «La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto già ne usufruisce ampiamente» (queste ultime parole come si conciliano con l’«inaccettabile idea che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte"»?).
Le reazioni politiche sono durissime, specie dal centrodestra. Per Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, «le argomentazioni di Fazio e Saviano sono ipocrite e contraddittorie». Stessa posizione per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: «Sono laico e liberale convinto, notoriamente vicino alle sensibilità di Englaro e Welby. A maggior ragione, trovo assurdo il "no" di Fazio e Saviano». Annotazione sintetica ed efficace dal sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella: «Fazio e Saviano sono stati chiari: dobbiamo essere liberi di fare propaganda per l’eutanasia, i disabili gravi, se proprio vogliono parlare, vadano altrove».
27 novembre 2010
Pino Ciociola
© riproduzione riservata
Fonte: http://www.avvenire.it
Fazio-Saviano:no a puntata pro-vita "Inaccettabile richiesta del Cda Rai"
Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di Vieni via con me ritengono "inaccettabile" la richiesta del cda Rai di ospitare, nell'ultima puntata, "le associazioni pro-vita per replicare al racconto di Roberto Saviano su Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fazio nella 2° puntata". Ciò significherebbe definire come "pro-morte" una trasmissione che "non ha né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni".
Inaccettabile. Così Fabio Fazio e Roberto Saviano e il gruppo di autori di 'Vieniviaconme', il programma di Raitre in onda il lunedì in prima serata, bolla la decisione - adottata a maggioranza - del Consiglio di amministrazione della Rai di chiedere ospitalità, nella quarta e ultima puntata della trasmissione, per le associazioni pro-vita per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, quella del 15 novembre, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e dallo stesso Fazio.
Richiesta inaccettabile "per una ragione specifica e per una ragione di principio", dicono i conduttori e gli autori in una nota arrivata a stretto giro di posta come risposta al Cda di viale Mazzini. La ragione specifica: "concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte", mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignita', di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla".
Per la precisione - sottolinea la risposta -, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: "Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'è chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esterno".
Fazio, Saviano e il gruppo di autori del programma ricordano che queste "sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso". Quanto alla ragione di principio, "un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa ne' il dovere ne' la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di "Vieniviaconme'. La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto gia' ne usufruisce ampiamente". L'idea che "ogni opinione, ogni racconto, ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del Pubblico, e soprattutto della libertà di espressione".
25/11/2010
Ultimo aggiornamento ore 19:37
Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it
Fazio e Saviano: no a gruppi pro-life – Politica - «Richiesta inaccettabile del Cda»
ROMA- Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di "Vieni via con me" ritengono «inaccettabile» la richiesta del consiglio di amministrazione della Rai di ospitare, nell'ultima puntata della trasmissione, «le "associazioni pro-vita" per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio». Si apre così un nuovo caso, con lo scontro aperto tra gli autori e il Cda della Rai per la replica delle associazioni a difesa della vita richiesta dai vertici - contrari i consiglieri Rizzo Nervo e Van Straten - per l'ultima puntata, lunedì. Tema che sarà affrontato domani dal Dg Mauro Masi e dal direttore di Raitre Paolo Ruffini.
Una replica richiesta da giorni dal mondo cattolico - è di ieri l'editoriale di Avvenire e l'incontro tra una delegazione dell'Udc e di 32 associazioni pro-life, con Masi (presente anche Garimberti)-. Di una replica dopo la seconda puntata del programma che aveva ospitato Beppino Englaro e Mina Welby, Masi aveva già discusso con Ruffini, e a centristi e associazioni aveva garantito l'impegno, anche se non una garanzia assoluta, vista l'autonomia dei direttori di rete. Oggi poi il via libera, in Cda, dell'ordine del giorno presentato dal consigliere De Laurentiis, con il quale si invita Masi ad individuare, con Ruffini, le modalità per consentire a testimonianze che hanno scelto percorsi diversi a favore della vita di rappresentare la propria esperienza nella stessa trasmissione. Richiesta «inaccettabile» dichiarano Fazio, Saviano e gli autori del programma, perché nella seconda puntata di Vieniviaconme non si è parlato di morte e perché «non siamo una tribuna politica», non c'è il dovere di «rappresentare tutte le opinioni». L'ordine del giorno passa in Cda con i voti della maggioranza, di De Laurentiis e del presidente Garimberti.
L'opposizione si spacca: Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten per protesta non partecipano al voto dichiarandosi contrari a ordini del giorno che «finiscono per invadere campi e competenze che gli sono estranei», convinti che «l'unica strada percorribile» fosse quella adottata con Maroni, «cioè lasciare ogni valutazione alla direzione generale, alla direzione di rete», «sorpresi e dispiaciuti» per il sì del Presidente. L'ideale, dice Van Straten, «sarebbe stato non votare alcun ordine del giorno ma lavorare tutti, come è avvenuto con Maroni, per trovare una soluzione ragionevole. Se però si doveva proprio votare noi ne avevamo uno dove non si parlava di eutanasia, come se le posizioni di Peppino Englaro e Mina Welby parlassero di morte. Mi sconvolge che situazioni dolorose e difficili siano usate per posizioni ideologiche. Si poteva dire di raccontare posizioni diverse ma il contraddittorio non c'entra, nessuno, nella scorsa puntata, ha detto cose non vere».
Per dirla con Fazio, Saviano e gli autori del programma la richiesta del Cda è «inaccettabile» per una ragione «specifica e una di principio»: la prima è che «concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte", mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla»; la seconda è che " Vieni via con me "è «un programma di racconti» e in quanto tale «non ha la pretesa né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica». Da vedere come si muoverà domani Ruffini nell'incontro con Masi. E stasera precisa che a "Vieni via con me" sono state dette parole che «non esprimono affatto un'unica posizione. Sono semmai rispettose di tutte le opinioni e della legge». Quello di Fazio e Saviano, aggiunge, «non è un programma a favore della morte» e «credo che sbagli» chi «equipara una esperienza a una tesi politica e costruisce uno scontro ideologico fra dolori». Domani sul tavolo ci sarà però un ordine del giorno del Cda di cui tener conto, seppure non vincolante.
25/11/2010 - UN NUOVO CASO IN RAI
Fonte: http://www3.lastampa.it
IL CASO - Fazio e Saviano contro Il Cda - "Non ospitiamo il gruppo pro-Vita"
Passa un odg dei consiglieri di maggioranza su un altro "diritto di replica". Vota a favore anche il presidente Garimberti, protestano i consiglieri dell'opposizione. Ruffini: "Il programma non è a favore della morte"
ROMA - Ancora polemiche in Rai per "Vieni via con me". Il Cda si è spaccato ed ha approvato un odg in cui si dà parere positivo a una replica delle associazioni pro-vita, dopo la partecipazione alla seconda trasmissione 1 del padre di Eluana Englaro e di Mina Welby. I consiglieri dell'opposizione sono usciti per protesta. Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di Vieni via con me ritengono "inaccettabile" la richiesta del Cda. L'odg, firmato dal consigliere di maggioranza De Laurentiis, è stato votato anche dal presidente di Viale Mazzini, Paolo Garimberti.
"Sbaglia chi contrappone una storia a un'altra, una esperienza a un'altra. O equipara una esperienza a una tesi politica e costruisce uno scontro ideologico fra dolori": afferma il direttore di Raitre Paolo Ruffini. "Vieni via con me non è un programma a favore della morte. Anche se ha sfidato in tv il tabu della morte. Vieni via con me racconta esperienze di vita. E' stato capace di portare in prima serata temi difficili ed angosciosi. Ha dato voce a persone che di rado l'hanno in televisione, non per costruire attraverso di loro contrapposizioni ideologiche nè per usarle come armi da brandire in mano ai diversi schieramenti".
Beppino Englaro, il papà di Eluana, e Mina Welby, vedova di Piergiorgio sono stati al centro di un caso mediatico e legale contro l'accanimento terapeutico.
Englaro aveva letto in trasmissione l'elenco delle "cose di Eluana che i suoi genitori hanno sempre saputo di lei". Dal suo "desiderio di libertà rispetto a quello che lei avvertiva come violenza" al fatto che "mai avrebbe voluto vivere priva di coscienza e mai avrebbe tollerato la continua profanazione del suo corpo": "Noi genitori le abbiamo dato solo voce, se avesse potuto esprimersi lo avrebbe fatto lei".
Mina Welby lesse l'elenco delle cose dette dal marito "nel giorno più bello della sua vita", quello della morte. Welby, ha ricordato Saviano, non ebbe le esequie in chiesa, "a differenza di boss e criminali come Enrico de Pedis, Francisco Franco, Augusto Pinochet". E lei ricordò le parole più dolorose e belle. "Lui mi chiese 'sono stato bene con te, e tu?'. Io risposi: sono stata felice".
Si tratta del secondo caso del genere a "Vieni via con me". Dopo le parole di Roberto Saviano sulla mafia al Nord, il ministro Maroni 2 ha ottenuto il diritto di replica, e ha parlato, nella trasmissione successiva, dei successi del governo 3 contro la criminalità.
Polemici i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten: "Avevamo insistito sul fatto che i rapporti con gli autori di una trasmissione non possono essere basati su ordini del giorno che inevitabilmente finiscono per invadere campi e competenze. Ritenevamo - dichiarano - che quanto era avvenuto la settimana scorsa, cioè lasciare ogni valutazione alla direzione generale, alla direzione di rete e agli autori sarebbe dovuta essere anche oggi l'unica strada da seguire.
Pur di non spaccare il Cda e ritenendo legittime le richieste avanzate da più parti sulla possibilità di veder rappresentate a "Vieni via con me" esperienze diverse da quelle raccontate da Mina Welby e dal papà della Englaro, avevamo proposto un altro ordine del giorno secondo noi ancor più rispettoso delle sofferenze private di quelle famiglie che compiono altre scelte rispetto a situazioni così dolorose e drammatiche. Riteniamo che sia profondamente sbagliato utilizzare situazioni così delicate e difficili, come il tema della malattia, della vita e della morte, per costruire contrapposizioni ideologiche. E' per questo che non abbiamo neppure voluto partecipare alla votazione e ci sorprende e ci dispiace fortemente la posizione assunta dal presidente Garimberti".
(25 novembre 2010) © Riproduzione riservata
Fonte: http://www.repubblica.it