domenica 28 novembre 2010

Scienza&Vita: il Dna non detta un destino - il convegno - A dieci anni dal sequenziamento del genoma, speranze e rischi Contro ogni determinismo, Dellapiccola evidenzia l’effetto di ambiente e stili di vita. Romano: «Le persone non sono cose» - DA ROMA - PIER LUIGI FORNARI – Avvenire, 28 novembre 2010

La seconda giornata dell’incontro della associazione Scienza&Vita, dedicata al convegno '10 anni dopo il sequenziamento del genoma umano', mette in guardia dall’«assurdità» di qualsiasi tentativo di fondare un «determinismo » o un «riduzionismo » sulla base di quella importante scoperta scientifica. In questa linea il co­presidente di Scienza&Vita, Lucio Romano, conclude il convegno con l’allarme lanciato da Junger Habermas sul rischio della scomparsa, a causa della manipolazione degli embrioni, della «distinzione tra 'persone' e 'cose'». Ai lavori del conve gno è stato presente il segre tario generale della Cei, il ve scovo Mariano Crociata.

«L’analisi delle criticità e merse in questo convegno – ha detto Romano – dimostra come sono stati curati nei minimi particolari quegli a spetti che Scienza&Vita co­niuga sempre nella sua azio ne: la dimensione della fede e quella della ragione. Sono le due ali, come ha afferma to la 'Fides et ratio', che ci permettono di riconoscere la verità». Così bisogna por tare avanti il compito della associazione: «Cultura, for mazione, informazione, educazione in uno spazio pre politico che poi confluisce naturalmente nella biopolitica ». Il genetista Bruno Dallapiccola, l’altro copresidente di Scienza&Vita, ha confutato qualsiasi determinismo genomico, per cui per dirla con una copertina di Time: 'Il nostro Dna non è il nostro destino', perché grande peso resta all’impatto dell’ambiente e degli stili di vita. Le promesse suscitate da questa grande scoperta scienti fica, ha sostenuto Dallapiccola in una lezione magi strale, saranno verificabili solo in un arco di tempo molto lungo di ricerca, mentre i rischi sono ora le speculazioni che promettono, ad esempio, l’individuazione del cromosoma x dell’autismo (inesistente), o il matrimonio felice su base genomica. C’è il rischio che la genomica predittiva crei mala ti immaginari, mentre lunga e difficile è la strada della farmacologica.

L’igiene sanitaria si è trasformata in medicina di sanità pubblica, ha spiegato Gualtiero Walter Ricciardi, do cente di questa disciplina al la Cattolica, anche per evita re che si ripetano casi, come quello di una giovane, suici da per aver saputo della sua suscettibilità al tumore alla mammella.

«Si sta tentando di scipparci e mistificare la dimensione degli affetti – ha ammonito Paola Binetti – per dipinger ci come coloro che in nome dei principi si servono di scoperte biologiche per riaffermare il potere della tecnica. Ma per noi difendere la vita è una battaglia d’amore».

La docente di bioetica della Cattolica, Maria Luisa Di Pietro ha analizzato con gran de attenzione le ambivalenze di una mentalità utilitaristica e riduttiva, con le sue nuove forme pervasive di eugenetica. «Mai può considerasi terminata la missione di creare cultura, con una ben precisa antropologia di riferimento – ha asserito –. Si deve tener il lume sempre ben acceso sulle nuove forme di rifiuto delle vite considerate non degne di essere vissute». «I genitori che amano i loro figli allettati, sanno che quel l’amore è la forza della vita», ha osservato Renza Barbon Galluppi, presidente della federazione malattie rare, narrando la sua esperienza dal la sofferenza della figlia al l’impegno organizzativo per sensibilizzare istituzioni e medici. «Serve coraggio per le battaglia giuste – ha affermato il direttore de 'Il Messaggero', Roberto Napoletano –: scuola, ricerca, informazione e divulgazione corrette ». 

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