giovedì 18 novembre 2010

La Germania rimette a posto i paletti - Al congresso della Cdu la vittoria della linea Merkel divide il partito ma fa passare il veto alla diagnosi preimpianto sugli embrioni Ora tocca al Parlamento tedesco decidere entro il prossimo anno se approvare una nuova legge – Avvenire, 18 novembre 2010

Quale il confine tra etica e politica? Probabilmente nessuno è in grado di dare una risposta esaustiva a questo quesito, ma su quel confine si è spinta con coraggio e decisione Angela Merkel. La leader dei cristiano-democratici ha ottenuto che i vertici del partito e i mille delegati della Cdu, provenienti da tutto il paese al congresso di Karlsruhe, discutessero e prendessero una posizione su una complessa e scomoda questione etica: i test genetici sugli embrioni. Già questa poteva essere interpretata come una vittoria per la cancelliera, ma riuscire ad imporre la sua proposta, ossia vietare in Germania la diagnosi pre-impianto sugli embrioni, sembrava quasi impossibile all’inizio del congresso. Quando la Merkel, nel suo lungo discorso, che ha preceduto la votazione che l’ha confermata leader del partito, ha chiesto ai presenti «una posizione chiara sui test genetici sugli embrioni», in sala si è alzato qualche brusio e fischi di disappunto, ma anche applausi. Insomma era chiaro che la questione diagnosi pre-impianto avrebbe infiammato il congresso di Karlsruhe.
Subito decine di deputati e delegati chiedevano di poter salire sul palco ed esprimere la propria opinione. Le richieste risultavano talmente numerose da costringere gli organizzatori del congresso a rinviare la discussione al giorno successivo. «La Cdu spaccata dai test sugli embrioni»: così la maggior parte dei media presentavano la questione all’interno del partito. Nel giorno decisivo si sono schierati con la Merkel figure di media e piccola caratura della Cdu, mentre la maggior parte delle «donne forti», in particolare la ministra del lavoro, madre di sette figli, Ursula von der Leyen e la giovane ministra della Famiglia, Kristina Schröder, si sono espresse a favore della diagnosi pre-impianto.


Dopo circa quattro ore di accese discussioni la votazione, a sorpresa, dà ragione alla Merkel. Sui circa mille delegati, 408 dicono no alla diagnosi pre impianto sugli embrioni; 391 invece si esprimono a favore dell’introduzione di una legge che modifichi la legge per la protezione dell’embrione del 1990 e consenta di selezionare degli embrioni per individuare la presenza di eventuali malattie genetiche che verrebbero poi trasmesse al nascituro. Per il delegato del governo tedesco per gli interessi delle persone disabili, Hubert Hüppe «assume un’importanza straordinaria il fatto che un partito politico abbia deciso che la vita debba essere data senza condizioni». Una decisione voluta e ottenuta con tenacia dalla Merkel: «A mio modo di vedere abbiamo vissuto uno dei momenti più alti e importanti della storia recente di questo partito e della politica tedesca in generale», ha sottolineato con orgoglio la cancelliera in diretta televisiva, al termine del congresso di Karlsruhe.

«Abbiamo avuto il coraggio di confrontarci e di prendere una posizione su una questione assai complessa e delicata. Pertanto la Cdu si farà trovare pronta quando sarà il Bundestag ad affrontare il tema», ha aggiunto, confermando che entro il 2011 il Parlamento tedesco dovrà decidere se promulgare una nuova legge sui test genetici sugli embrioni. Il tema quindi resta caldo in Germania. La legge attualmente in vigore, la Embryonenschutzgesetz del 1990, viene considerata una delle più restrittive in Europa. A più riprese la Bundesartzkammer, la principale associazione di medici tedesca e l’Ethikrat, il Consiglio federale permanente etico, hanno chiesto un’introduzione limitata della diagnostica pre-impianto per i casi più a rischio. Dopo la liberalizzazione nel 2007 della fecondazione assistita, nel luglio di quest’anno la Corte di Giustizia di Lipsia, respingendo il ricorso nei confronti di un ginecologo di Berlino, ha detto sì alla diagnosi pre-impianto. Una sentenza che sta costringendo il mondo politico tedesco a riscrivere i confini tra etica e politica, una sfida già accolta da Angela Merkel. 

Nessun commento:

Posta un commento