giovedì 18 novembre 2010

Francia - Lobby in azione «Mano libera sugli embrioni» di Daniele Zappalà, Avvenire, 18 novembre 2010

La Francia pare avanzare verso una liberaliz zazione più ampia della ricerca sull’embrione. Sul filo delle dichiarazioni politiche, la maggioranza neogollista del presidente Nicolas Sarkozy sembra ormai preparare il campo per una svolta netta rispetto all’attuale assetto, fondato su un divieto formale affiancato dalla possibilità di «deroghe» concesse ai laboratori di ricerca da un organismo garante, l’Agenzia di Biomedicina.

Nelle scorse settimane, il deputato neogollista Jean Leonetti, relatore parlamentare del progetto di legge sulla bioetica, si è fatto anche portavoce di un apparente e profondo mutamento d’orientamento della maggioranza. Dopo aver sostenuto a lungo di comprendere le ragioni della «prudenza», Leonetti esprime adesso pieno sostegno agli ambienti della ricerca che chiedono una decisa liberalizzazione, nonostante le obiezioni che continuano a giungere in parallelo dal corpo medico. Secondo le Figaro, «la maggioranza dei medici sono per conservare un testo con un inquadramento rigoroso della ricerca sull’embrione».


La nuova tendenza espressa dal centro-destra investe anche il campo della fecondazione assistita. Questo è divenuto particolarmente evidente dopo la scelta del noto ginecologo René Friedman di procedere alla prima fecondazione in Francia a partire da ovociti femminili congelati. Secondo gli esperti, questa scelta è stata compiuta senza tener conto degli attuali vincoli legislativi. Ma è significativo che lo stesso Leonetti sia stato fra i primi ad applaudire l’iniziativa di Frydman. Da parte loro, i principali media hanno dato ampio risalto alla «novità», approfittandone per sottolineare le rivendicazioni che convergono da più parti, anche in questo campo, verso una maggiore liberalizzazione. Sempre più spesso, si cita in Francia il Nobel della medicina assegnato a uno dei primi specialisti storici della fecondazione assistita: «Oggi, i lavori di Edwards sulla fecondazione in vitro sarebbero impossibili in Francia. Non si può restare nella situazione attuale in cui qualsiasi innovazione terapeutica, ogni miglioramento tecnico è bloccato», ha sostenuto il professor Wolf sempre su le Figaro, quotidiano conservatore che non aveva finora mai dato tanto spazio alla necessità di un «balzo in avanti».


Nel 2008, l’ultimo anno con dati disponibili, le nascite in Francia legate alla fecondazione assistita rappresentavano il 2,4% su un totale di circa 800mila. Nel 94% dei casi, sono stati impiegati i gameti della coppia. Il dono di spermatozoi ha riguardato il 5% delle nascite e il dono di ovociti meno dell’1%. Fra i punti che alimentano maggiormente il dibattito, c’è l’ipotesi di rinunciare all’attuale anonimato sui donatori di gameti. Ma secondo le Figaro, la maggioranza del personale medico «spera che questa misura non venga votata».

In ogni caso, in vista del dibattito parlamentare atteso per l’inizio dell’anno prossimo, paiono sempre più rare le voci disposte a segnalare i rischi e le zone d’ombra della liberalizzazione.

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