giovedì 14 luglio 2011

Spagna - Ovociti donati Dietro il boom c’è il rimborso, Michela Coricelli, Avvenire, 14 luglio 2011

Il 30% degli ovociti donati in Europa per la fecondazione eterologa proviene dalla Spagna. Un nuovo record per il paese iberico, dove vige una delle leggi più permissive del continente sul fronte della fertilizzazione assistita, fiore all’occhiello per il governo di José Luis Rodriguez Zapatero e obiettivo di aspre critiche da parte dell’opposizione e dei gruppi prolife.
I dati questa volta provengono dall’European in vitro fertilization monitoring group (Eim) e dall’International committee monitoring assisted reproductive technologies (Icmart): se la Spagna è il primo donante regionale con quasi un terzo degli ovuli, il 15% viene dalla Repubblica Ceca e il 12% dalla Russia. La ragione? «Alcune cliniche spagnole mettono a disposizione diversi programmi di donazione degli ovuli e, forse, questo spiega perchè in Spagna il numero di casi di fecondazione assistita in cui vengono utilizzati ovuli congelati è molto elevato», afferma Jacques de Mouzon, responsabile dell’Eim.
Ma questa motivazione non è sufficiente per capire le dimensione del fenomeno.
La legge spagnola vieta la compravendita di ovuli: chi vuole può donarli «gratuitamente». Ma in realtà alle donatrici che si sottomettono al trattamento spesso viene versata una sorta di compensazione o indennità: una cifra che oscilla fra i 600 ei 900 euro. La stampa ipotizza da diversi anni che il numero delle donazioni di ovuli (ma anche di sperma) sia in crescita a causa della gravissima crisi economica che ha travolto il Paese. Oltre ad essere il più grande «fornitore» di ovociti, la Spagna è anche un porto franco per coppie che rifiutano le leggi dei paesi d’origine, in alcuni casi più severe, come accade in Italia e Germania.
Uno studio della clinica di Barcellona Fertilab pubblicato lo scorso anno rivelava che il 37% delle donne che hanno chiesto informazioni sulla donazione di ovociti per la fecondazione eterologa (fra il 2008 e il 2009) erano mosse da motivi economici, mentre solo un quarto lo avrebbero fatto esclusivamente per altruismo: per aiutare altre donne a diventare madri.
Spagnole, disoccupate o con un lavoro precario: secondo la stessa analisi di Fertilab, sarebbe questo il profilo generale delle donatrici di ovociti nel paese iberico. La metà delle donne disposte a donare ovuli presso il Centro medico Teknon in Catalogna, invece, sono giovani studentesse.
Anche secondo i dati della sede sivigliana dell’Istituto valenciano di infertilità (Ivi), l’età media è di 25 anni, single, spesso laureate.
La legge spagnola permette la donazione solo in alcuni centri autorizzati dalle comunità autonome (regioni). Chi e dona e chi riceve non si conosceranno mai, almeno secondo la legislazione. 

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