07.01.2011 - Stati Uniti - Obama fa dietrofront sul "piano di fine vita" di Gregorio Schira
L’amministrazione Obama rivedrà il decreto applicativo legato alla riforma sanitaria che prevedeva un finanziamento pubblico ai medici del programma Medicare (assicurazione medica per gli over 65) che avrebbero consigliato i loro pazienti su quali cure accettare e quali rifiutare in caso di future patologie.
Chi liberamente – durante l’annuale visita medica prevista da Medicare – vorrà discutere l’argomento potrà farlo, ma nessun medico sarà autorizzato a fare domande specifiche sulle intenzioni del paziente nel caso in cui si trovasse nell’impossibilità di prendere decisioni.
Il presidente Obama aveva tentato di inserire nella riforma sanitaria alcuni riferimenti alle “direttive anticipate”, ma questo aveva scatenato un putiferio tra i repubblicani. L’ex candidata alla vice-presidenza USA Sarah Palin aveva parlato di “Commissioni di morte” incaricate di decidere chi avrebbe potuto restare in vita e chi invece no. Il neo speaker della camera John Boehner (repubblicano) aveva detto che questo avrebbe potuto essere un passo «verso l’incoraggiamento da parte del Governo all’eutanasia». Per questi motivi, il testo adottato infine dal Congresso non conteneva più nessun accenno al “fine vita”. Non domo, Obama aveva quindi trovato uno stratagemma per far entrare dalla finestra quello che dalla porta non si era riusciti a introdurre. In un decreto applicativo entrato in vigore con l’inizio del 2011, il Governo incentivava i medici ad offrire ai pazienti anziani ogni possibile informazione (e stimolo?) sui trattamenti per concludere “serenamente” la propria esistenza terrena. Come ogni decreto applicativo, anche questo era passato inosservato. Finché il “New York Times” non ha scoperto le “malefatte” del presidentissimo, e così facendo ha riaperto la polemica.
Ora, come segnala nuovamente il “New York Times”, Obama ha deciso di fare marcia indietro. Ufficialmente per vaghe «ragioni procedurali», in realtà perché si è reso conto di essere stato scoperto con le mani nel sacco. E in un momento in cui i democratici devono prepararsi alla battaglia che i repubblicani (da mercoledì “padroni” della Camera) lanceranno per distruggere la riforma sanitaria tanto voluta da Obama, per il presidente e il suo staff non è certamente il caso di invischiarsi in pericolose discussioni come quelle sul fine-vita. Meglio accennare qualche sorriso, fare buon viso a cattivo gioco e dire: stavamo scherzando.
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