La Francia dice no all'eutanasia di Antonio Giuliano 26-01-2011, da http://www.labussolaquotidiana.it
La Francia che non t'aspetti dice no all’eutanasia. Ieri notte, dopo un lungo e animato dibattito, il senato francese ha respinto la proposta di legge che prevedeva l'instaurazione di «un’assistenza medica alla morte».
Il 18 gennaio scorso la commissione Affari sociali del Senato francese aveva approvato la proposta di legalizzazione dell’eutanasia. Ieri invece ampia è stata la maggioranza di senatori, 170 contro 142, che ha votato per la soppressione degli articoli del testo di legge. Prima della votazione si era detto contrario anche il primo ministro François Fillon che così aveva dichiarato al quotidiano Le Monde: «A titolo personale sono ostile alla legalizzazione di un aiuto attivo a morire».
A suscitare la reazione negativa è stato soprattutto il primo articolo della normativa, per il quale: «Ogni persona maggiorenne e capace, in situazione terminale a causa di un incidente o di una malattia grave ed incurabile, e che subisca una sofferenza fisica o psichica che non può essere alleviata e che ritiene insopportabile, può chiedere di beneficiare di un'assistenza medica che permetta, con un atto deliberato, una morte rapida e indolore».
Diverse erano state le iniziative contro il disegno di legge. L’associazione “Plus digne la vie”, che conta tra i suoi fondatori i Premi Nobel Elie Wiesel (scrittore) e Françoise Barré-Sinoussi (virologa), aveva lanciato una petizione che ha raccolto migliaia di firme, fra cui quelle del professor Laurent Lantieri, autore del primo trapianto totale di viso. Per il chirurgo, «votare una legge che autorizza l'eutanasia, è negare i possibili progressi della medicina» (Zenit). E anche l'Ordine dei medici francese aveva manifestato il proprio dissenso: «Istituire questo diritto è esporre le persone più vulnerabili, malate o handicappate, a delle derive incontrollabili», oltre al fatto che «compromette la fiducia dei malati nel personale curante ed esercita nei confronti dei medici una pressione di una estrema violenza».
Ma per i contrari al progetto di legge non è stata una vittoria facile. Alla vigilia del voto la stampa transalpina ha sbandierato un sondaggio secondo cui il 94% dei francesi si dichiara favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia in certi casi e a patto che venga rigorosamente regolata. In realtà poco credito è stato dato a un altro sondaggio condotto dalla Société Française d’Accompagnement et de Soins Palliatifs (SFAP), per cui almeno il 60% della popolazione preferisce le cure palliative all’eutanasia. Anche perché, hanno ricordato gli oppositori del provvedimento, in Francia esiste già una norma, la “legge Léonetti” del 2005, di cui si ignora l'esistenza ma che proibisce già l'accanimento terapeutico.
Rimangono così tre gli stati europei che hanno legalizzato la “dolce morte”: Olanda (primo paese al mondo a introdurla nel 2001), Belgio e Lussemburgo. Ma il dibattito è destinato a rimanere acceso in tutt’Europa. E le organizzazioni contrarie all’eutanasia non possono certo abbassare la guardia. Se infatti in Svizzera è già in vigore una legge che consente l'aiuto al suicidio ("se prestato senza motivi egoistici"...), nel 2010 diversi sono stati i segnali preoccupanti in altre nazioni. In Svezia per esempio l’autorità sanitaria nazionale ha dato già il suo via libera all’eutanasia. E in Germania la Corte di giustizia tedesca si è espressa a favore dell'eutanasia “passiva”. Senza dimenticare che in Spagna, il parlamento dell’Andalusia ha varato un provvedimento favorevole a quella che è stata definita «morte degna».
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