Mamme a 50 anni diritto o capriccio? di Tommaso Scandroglio, 17-06-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
Martedì scorso la Giunta regionale del Veneto, capeggiata dal leghista Luca Zaia, ha deciso di innalzare fino a 50 anni il limite di età per le donne al fine di accedere alle tecniche di fecondazione artificiale potendo usufruire dell’esenzione del ticket. In tutta Italia il Servizio Sanitario nazionale copre le spese per la Fivet invece sino ai 43 anni.
E’ opportuno ricordare che la legge 40 del 2004, sulla cosiddetta Procreazione medicalmente assistita, non prevede limiti di età per l’accesso a tali pratiche. In questo caso lo strappo alle regole riguarda dunque solo l’esenzione del ticket. Insomma i contribuenti dovranno pagare di tasca propria le speranze di maternità di donne più vicine anagraficamente a diventare nonne piuttosto che mamme.
La decisione verde-leghista è da criticare, oltre per motivi di ordine morale, anche in base ad altre considerazioni di natura medica ed economica. In primo luogo sopra i 44 anni il tasso di successo con Fivet o ICSI è vicino al 4% (dato dell’inglese Human Fertilisation and Embryology Authority) e si assottiglia quasi verso lo zero con gli anni. Il caso Nannini, diventata mamma a 56 grazie alla Fivet, infatti è rarissimo. Evidentemente Zaia pensa che le mamme venete hanno una marcia in più e sono più feconde. Inoltre, dicono gli esperti, aumenterebbero i casi di parto prematuro, di morte del feto e vi sarebbero problemi di salute seri per la gestante.
Sul versante invece economico-amministrativo le risorse finanziarie si distrarrebbero verso una pratica pressoché fallimentare, togliendo così soldi ad altri comparti della sanità sicuramente più importanti e più bisognosi di aiuti economici. A tutto ciò si aggiunge il fatto che le richieste da parte di mamme over 40 aumenterebbero di certo allungando le liste d’attesa ed ingolfando le amministrazioni delle aziende ospedaliere.
Shakespeare direbbe “tanto rumore per nulla” e avrebbe ragione. Infatti queste apparenti derive libertarie erano già contenute in nuce nella legge 40, la quale come ricordato non pone limiti di età per tentare la strada del figlio in provetta. Ora è tardi per gridare allo scandalo perché il vero scandalo sta nel fatto che una legge permetta di “produrre” un figlio in laboratorio. Il resto – limiti di età, numero massimo di embrioni per ogni ciclo, criconservazione, etc. – viene di conserva, è la frana che arriva a valle provocata da un masso che abbiamo divelto a monte.
Allora l’etica dei paletti ancora una mostra la corda. E’ inutile tentare di arginare l’alluvione di una diga che ha già ceduto da tempo, cioè una volta che abbiamo dato la possibilità alle coppie di accedere alla Fivet.
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