UNA NUOVA SUSSIDIARIETÀ PER L'AFFIDO FAMILIARE
Presentate le Linee di indirizzo per l'affidamento familiare. Un primo
passo verso la giusta direzione: valorizzare le famiglie affidatarie e le
associazioni
ZI12120521 - 05/12/2012
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http://www.zenit.org/article-34337?l=italian
ROMA, mercoledì, 5 dicembre 2012
(ZENIT.org) - Il 22 novembre il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
ha presentato le “Linee di indirizzo per l’affidamento familiare”, a seguito di
un lungo lavoro di riflessione promosso dal ministero stesso in collaborazione
col Coordinamento nazionale dei servizi affidi, avvenuto all’interno del
progetto “Un percorso nell’affido” che vedeva coinvolte anche Regioni, Province
e Comuni.
Anche se perfettibili, le Linee
di indirizzo rappresentano un passo importante per lo sviluppo qualitativo e
quantitativo degli interventi di affidamento familiare e per una maggior tutela
del diritto dei bambini e ragazzi a crescere in una famiglia nonostante un
quadro non condivisibile di continui tagli alle risorse pubbliche nel campo
delle politiche e degli interventi di protezione minorile e familiare
Il documento è dettagliato; una
valutazione di primo impatto permette di evidenziare alcuni aspetti di novità
concrete ed operative particolarmente interessanti per le associazioni
familiari operanti nel settore.
1. L’affidamento familiare come
strumento privilegiato per rispondere alle esigenze dei bambini piccoli
allontanati dalla propria famiglia.
La legge 184/83 prevedeva che i
minori fino ai 6 anni fossero collocati in comunità di tipo familiare;
riprendendo questa indicazione le linee d’indirizzo sottolineano la necessità
che ai bambini piccoli (0-5 anni) siano date stabili figure di riferimento e
suggeriscono per loro la sola collocazione in famiglie affidatarie, promuovendo
specifici programmi
2. Finalmente la famiglia
affidataria è riconosciuta come partner dei servizi sociali
La famiglia affidataria partecipa
attivamente alla definizione e alla costruzione del progetto di affidamento
perché se ne “riconosce il valore sociale, civile e politico del loro impegno
di solidarietà e le specifiche competenze educativo/relazionali, migliorabili,
ma non surrogabili professionalmente, da sostenere e valorizzare.” Viene
ribadito anche il loro diritto a ricevere un contributo economico.
3. Valorizzazione delle
Associazioni e Reti di famiglie affidatarie
Viene valorizzato finalmente quello
che già alcune Regioni hanno già normato e cioè che il Servizio pubblico può
esercitare appieno le responsabilità collegate all’affidamento familiare
attraverso una “collaborazione attiva, intenzionale, continua e programmata con
le reti di famiglie, l’associazionismo familiare e in generale il privato
sociale presenti nel territorio; anch’essi chiamati a svolgere una funzione
pubblica.”
Accanto alla importante
affermazione della titolarità pubblica dell’affido familiare, si afferma che le
Associazioni sono chiamate a partecipare, in integrazione non sostitutiva con
le istituzioni pubbliche, alla realizzazione di progetti specifici in tema di
accoglienza familiare e diritti dei bambini.
Le associazioni familiari e le
reti di mutuo aiuto vengono coinvolte attivamente nel nucleo di coordinamento
costituito a livello Comunale, Provinciale e Regionale al fine di assicurare la
migliore sinergia tra tutte le risorse presenti sul territorio.
Un maggiore coinvolgimento
dell’associazionismo familiare, appositamente accreditato, porterebbe ad un
ampliamento delle opportunità e dei pubblici servizi nonché una nuova stagione
di promozione della cultura dell’accoglienza tesa ad allargare il tessuto delle
famiglie affidatarie e delle associazioni familiari che le sostengono.
4. Affidamento a famiglia
affidataria appartenenti ad una rete di famiglie
Viene raccomandata la possibilità
di un affidamento a famiglia affidataria appartenente a una rete di famiglie;
nel provvedimento di affidamento, viene identificato il nucleo familiare
affidatario (non la rete o l’associazione). La famiglia riceve le ordinarie
provvidenze previste per gli affidamenti, all’associazione possono essere
riconosciute le spese per l’attività di coordinamento e di sostegno degli
affidatari, ai bambini e alle loro famiglie. L’appartenenza delle famiglie
affidatarie a queste realtà va promossa, riconosciuta e valorizzata
5. Altro ancora
Ulteriori elementi di rilievo
riguardano il promuovere la diffusione a livello nazionale di esperienze
positive quali i progetti di sostegno all’autonomia degli affidati che
raggiungono la maggiore età, l’attenzione alla realizzazione degli affidamenti
di minori stranieri anche ricorrendo al coinvolgimento di persone della stessa
nazionalità (cd. affidamento omoculturale), l’ampio riferimento al ruolo
preventivo e sinergico che possono svolgere le istituzioni scolastiche, …
Criticità
La promozione e la
sensibilizzazione viene affidata al nucleo di coordinamento comunale attivato
dall’ente pubblico, cui spetta di coinvolgere le associazioni familiari e le
reti di famiglie presenti sul territorio; sembra che, al di fuori di questa
regia, non vi sia spazio per autonome iniziative di promozione e
sensibilizzazione da parte delle associazioni o reti di famiglie affidatarie.
E’ un’ottica che ci sembra
riduttiva del potenziale che offre la società civile a prescindere dal suo
inglobamento nel sistema pubblico; la libertà di diffusione delle proprie
convinzioni è poi un diritto costituzionalmente protetto, di cui sono titolari
anche le formazioni sociali.
Il Forum delle associazioni
familiari auspica che in tal modo la collaborazione tra pubblico e privato
possa essere il valore aggiunto per una ristrutturazione del sistema affido su
tutto il territorio nazionale.
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