Legge 194, basta con l'ipocrisia - La questione non è quella di mantenere l’aborto come «un problema sociale», ma quella di tutelare il diritto alla vita - DI PIERO PIROVANO – Avvenire, 7 ottobre 2010
Negli anni 1977 e 1978, quando dal la Camera e dal Senato è stata ap provata la legge 194 sull’aborto procurato il Governo ribadì la sua neutra lità rimettendosi alla volontà del Parla mento.
Ora, in questo anno 2010, il 5 agosto, il Go verno, per la prima volta, ha presentato u na sua «agenda bioetica». Il Governo sem bra pertanto non essere più neutrale di fronte all’orrore dell’aborto procurato. Un passo verso la riaffermazione del diritto ci vile alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento? Ma non sembra così chia ro. È vero che l’«agenda» governativa af ferma che la centralità della persona e la difesa del valore della vita, dal concepimen to alla morte naturale, «costituiscono il fon damentale asse di orientamento del Go verno in tutti i diversi ambiti della sua a zione », ma quando affronta la questione della «vita umana all’inizio» emerge in tut ta la sua evidenza una grave contraddizio ne. La preoccupazione, infatti, sembra es sere semplicemente quella «di scongiura re l’eventualità che l’introduzione di nuo ve tecniche (ad esempio il metodo farma cologico) porti ad una concezione dell’a borto non come problema sociale ma co me diritto privato, approdando all’aborto a domicilio». Per il Governo, pertanto, l’a borto procurato deve rimanere un fatto so ciale nell’ambito della legge 194, che con l’obiettivo dichiarato di contrastare la pia ga dell’aborto clandesitino ha introdotto nell’ordinamento giuridico la possibilità di uccidere legalmente il bambino non an cora nato. Di fronte a questa preoccupa zione governativa come non gridare ai quattro venti «basta con l’ipocrisia»?
La vera questione sociale è, infatti, l’esi stenza stessa della legge 194/1978, che ri mane integralmente iniqua.
Per essere coerente con il suo dichiarare come «punti fermi e irrinunciabili l’unicità della persona, il rispetto per la vita, dal con cepimento alla morte naturale, la centra lità della famiglia» il Governo si ponga nel l’orizzonte del superamento della legge 194 con norme che davvero tutelino la mater nità. Tanto per cominciare, con il rifor mulare il modulo per la raccolta dei dati, il Governo richieda alle strutture sanitarie quanti bambini sono stati salvati dall’a borto in base alla legge 194.
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