Avvenire.it, 5 luglio 2011 – INTERVISTA - Di Virgilio: «Il bene del paziente deve essere l’obiettivo di tutti» di Pier Luigi Fornari
Ci sono tutte le possibilità perché la proposta di legge sul fine vita, sulla quale oggi iniziano le votazioni nell’aula Camera, riesca a concludere in questa settimana il suo iter a Montecitorio ed il relatore, il pidiellino Domenico Di Virgilio, ci tiene a sottolinearlo. «Sono ottimista, confido in ampie convergenze trasversali, perché quello che è all’esame non è un testo ideologico – afferma Di Virgilio – . Pur trattando problemi etici, il testo non ha un’impostazione confessionale, ma anzi viene incontro alle attese dei cittadini, fissando tre paletti ben precisi».
Quali?
Il testo di cui sono relatore afferma in modo molto netto un 'no' all’accanimento terapeuetico, un 'no' all’eutanasia, e anche un 'no' all’abbandono terapeutico. Un principio, quest’ultimo, messo in evidenza molto chiaramente.
Perché insiste su questo punto?
È un principio particolarmente importante oggi, perché con il dilagare della cosiddetta “medicina difensiva” aumenta il rischio che i pazienti siano abbandonati, e ciò deve essere evitato in tutti i modi. Qualcuno ritiene che in una materia così delicata come il fine vita sia controproducente che il Parlamento fissi delle norme precise... Dopo la vicenda Englaro legiferare è divenuto una necessità per evitare intromissioni della magistratura nella funzione propria del Parlamento.
In che modo l’articolato considera la funzione dei medici?
Devono essere rispettati nella loro professionalità, per questo le dichiarazioni anticipate di trattamento non devono essere vincolanti. Il medico non è obbligato ad applicarle, solo in vista del bene del paziente.
Quando il bene del paziente può comportare questa scelta da parte del medico?
Se nel periodo intercorso tra la redazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento e l’evento che le dà rilievo si è verificata un progresso scientifico, tecnologico o farmacologico, il medico deve essere libero di discostarsi dal contenuti di quelle espressioni di volontà, per tener conto di tale sviluppo scientifico nell’interesse del bene del paziente. Il medico dunque può non applicare le dichiarazioni anticipate di trattamento solo in vista del bene del paziente.
Sarà possibile una approvazione trasversale?
Mi sembra molto importante la convergenza di deputati di varie aree politiche su questa legge. Sono ottimista. Mi aspetto voti trasversali a favore della proposta di legge sul fine vita. Capisco il dissenso che ci può essere in alcuni membri della maggioranza, un dissenso comunque puramente legato a questioni di coscienza e che va rispettato. Si tratta in ogni modo di posizioni molto limitate.
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