La Chiesa francese: "Pregate contro i matrimoni gay" - http://www.lastampa.it
Il cardinale Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi
Il cardinale Vingt-Trois sfida Hollande con un rito in tutte
le parrocchie
ALBERTO MATTIOLI
corrispondente da parigi
Un segnale forte». Parola del cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, in un Paese dove l’unico dogma è la laicità e gli interventi della Chiesa sono meno frequenti e molto meno incisivi che dall’altra parte delle Alpi. Destinatari del segnale, François Hollande e il suo governo. Nel loro programma ci sono due novità che alla Chiesa di Francia non piacciono: il matrimonio omosessuale (con adozione) e l’eutanasia. E il primo dovrebbe essere discusso e approvato dopo le vacanze.
Monsignor Vingt-Trois ha quindi scritto una «preghiera nazionale» che è stata spedita a tutte le diocesi perché venga recitata in tutte le parrocchie il 15 agosto, festa dell’Assunzione. Naturalmente, i progetti dei socialisti non sono citati esplicitamente. Ma è chiaro che si parla di loro quando si prega «per quelli e quelle che sono stati recentemente eletti per legiferare e governare: che il loro senso del bene comune della società prevalga su richieste particolari e che abbiano la forza di seguire le indicazioni della loro coscienza». Quanto all’intenzione per i bambini e i giovani, si chiede a Dio «che cessino di essere l’oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per beneficiare pienamente dell’amore di un padre e di una madre», non «dei genitori», che in un futuro prossimo potranno anche essere due padri o due madri.
Pregare per il Paese a Ferragosto è un’antica tradizione che risale al 1638. In quell’anno, Luigi XIII consacrò la Francia alla Vergine come ringraziamento perché, dopo 23 anni di faticosi tentativi (il Re non era portato per l’altro sesso), Anna d’Austria era rimasta finalmente incinta di Louis-Dieudonné, il futuro Re Sole. Napoleone si inserì in questa tradizione imponendo in quel giorno, che era anche il suo compleanno, il culto di un improbabile san Napoleone. Ma dal 1945 la preghiera per la Francia è caduta in disuso.
Adesso torna in auge perché, come spiega alla «Croix» il portavoce dei vescovi, monsignor Bernard Podvin, «è importante che ci sia coscienza della gravità della posta in gioco». E lo stesso Vingt-Trois, incontrando per la prima volta Hollande, gli ha ripassato il catechismo, che peraltro il Presidente conosce benissimo perché figlio di un medico cattolicissimo: «Il matrimonio non è un modo per riconoscere l’autenticità dei legami fra due persone che si amano. È un’istituzione sociale per assicurare al meglio la buona educazione dei figli».
Dietro l’iniziativa della gerarchia c’è anche il timore di essere scavalcata «a destra» dai cattolici integralisti, che in Francia sono molto più visibili che in Italia e minacciano manifestazioni clamorose. «Prendono delle posizioni radicali, nelle urne e alla tribuna pubblica - confidano al «Figaro» alcuni preti di Parigi - che fanno la caricatura della nostra comunità e rendono un cattivo servizio alle nostre posizioni. Non è gridando forte che si ha il monopolio della parola, meno ancora del pensiero».
Per il momento, dalla politica nessuna reazione, laicità oblige. Però, con l’autunno che si annuncia caldissimo fra crisi, licenziamenti, stangate, scioperi ed euro barcollante, probabilmente Hollande preferirebbe non trovarsi in piazza anche i cattolici.
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