29-11-2012
Che cosa fare delle migliaia di embrioni crioconservati sotto azoto liquido, prodotti dalla fecondazione artificiale omologa ed eterologa? Il problema ha importanti risvolti morali e giuridici, ed è tornato al centro del dibattito in questi giorni, a seguito della presa di posizione di Scienza & Vita, che è una sorta di emanazione bioetica della Conferenza Episcopale Italiana. Lucio Romano, presidente nazionale di questa associazione, ha infatti sostenuto pubblicamente che tra le diverse opzioni possibili la sola scelta buona sia quella dell’adozione di detti embrioni. Romano ha parlato di APN, adozione per la nascita, sostenendo la tesi che, poiché questi embrioni ormai esistono, l’unica soluzione etica sia quella di dare loro una possibilità di sviluppo e di nascita, autorizzando le donne disponibili al trasferimento nel loro corpo, per tentare l’avvio di una gravidanza.
Il tema non è certo nuovo, e il Magistero della Chiesa lo sta vagliando da diversi anni. Ma la sortita di Scienza & Vita è sorprendente per almeno due ragioni: la prima, è che fra gli studiosi cattolici più ortodossi la questione è ancora aperta, ed esiste un confronto serrato tra favorevoli e sfavorevoli. Fra i sostenitori dell’adozione figura da sempre Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita italiano. Fra i contrari all’adozione embrionale si contano invece il Direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica Adriano Pessina, e il cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, moralista di vaglia che a suo tempo fu incaricato da Giovanni Paolo II di realizzare l’Istituto per la famiglia. Scienza & Vita ha invece sposato a spada tratta l’adozione prenatale degli embrioni congelati, invitando al suo Convegno nazionale, svoltosi a Roma, esclusivamente giuristi favorevoli all’adozione. E dando la parola come relatore all’allieva di Carlo Flamigni, la professoressa Eleonora Porcu, che da anni pratica la fecondazione artificiale a Bologna, e che figura tra le fondatrici di Scienza e Vita.
Ma c’è un secondo fatto ancora più importante che rende questa scelta di Scienza e Vita davvero singolare: e cioè che nell’ultimo documento del Magistero in materia di Bioetica, la Chiesa prende posizione contro l’adozione degli embrioni congelati. Si tratta del documento Dignitas Personae, vergato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2008, e purtroppo diffuso in modo assai limitato, al punto che pochi lo conoscono e che oggi è quasi impossibile trovarlo, stampato, nelle librerie cattoliche.
Al numero 19, il documento recita: “Per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati già esistenti si pone la domanda; che fare di loro?” Dignitas personae chiarisce in modo netto quali sono le soluzioni illecite: “Sono chiaramente inaccettabili le proposte di usare tali embrioni per la ricerca o di destinarli a usi terapeutici”, e allo stesso modo è da respingere la proposta di “scongelare questi embrioni e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri”.
Ma ecco che il documento affronta di petto la questione dell’adozione: “E’ stata inoltre avanzata la proposta, solo al fine di dare un’opportunità di nascere ad esseri umani altrimenti condannati alla distruzione, di procedere a una forma di adozione prenatale. Tale proposta, lodevole nelle intenzioni di rispetto e di difesa della vita umana, presenta tuttavia vari problemi non dissimili da quelli sopra elencati”. Ora, siccome le proposte precedenti sono tutte considerate inaccettabili dal documento, il messaggio è chiaro: chi propone l’adozione lo fa sospinto da ottime intenzioni morali, ma il mezzo proposto non è accettabile.
E qui arriva il giudizio più pesante della Chiesa sulla situazione degli embrioni congelati e quindi, di riflesso, su ogni fecondazione artificiale: “Occorre constatare in definitiva che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile”. “Non si intravede una via d’uscita moralmente lecita – scrive Dignitas Personae citando un discorso di Giovanni Paolo II del 1996 – per il destino umano di migliaia e migliaia di embrioni congelati”. Non c’è via d’uscita che sia lecita sul piano morale: quindi anche l’adozione viene rigettata dalla Chiesa cattolica. La quale – lo diceva sempre Papa Woityla in quel discorso del 1996 – propone un unico imperativo ai governanti (ponendo quindi la questione sotto il profilo politico e giuridico): fermare la produzione di embrioni umani. Che significa: fermare ogni forma di fecondazione artificiale, sia essa omologa o eterologa.
Ma le obiezioni all’adozione di embrioni non si fermano qui: l’Associazione dei Ginecologi e Ostetrici Cattolici (AOGOI), per bocca del suo presidente Pino Noia, sostiene che l’utilizzo del concetto di adozione degli embrioni innesca una serie di problemi etici sempre più gravi, in una spirale senza fine. Noia ricorda come il genetista cattolico padre Angelo Serra mettesse in guardia i cattolici: un atto di carità compiuto per salvare la vita ad un embrione finisce con il generare derive etiche ancora più gravi, giustificando addirittura un aumento del ricorso alla crioconservazione degli embrioni, con la “scusa” che possono essere adottati.
In sintesi: Scienza & Vita lancia la proposta di legalizzare l’adozione degli embrioni; l’Associazione dei ginecologi cattolici vi si oppone, ricordando fra l’altro che la strada dell’adozione avrebbe scarsissimi risultati positivi, visto che nella fecondazione artificiale si contano solo 4-6 embrioni nati vivi su 100 embrioni scongelati.
Che cosa fare delle migliaia di embrioni crioconservati sotto azoto liquido, prodotti dalla fecondazione artificiale omologa ed eterologa? Il problema ha importanti risvolti morali e giuridici, ed è tornato al centro del dibattito in questi giorni, a seguito della presa di posizione di Scienza & Vita, che è una sorta di emanazione bioetica della Conferenza Episcopale Italiana. Lucio Romano, presidente nazionale di questa associazione, ha infatti sostenuto pubblicamente che tra le diverse opzioni possibili la sola scelta buona sia quella dell’adozione di detti embrioni. Romano ha parlato di APN, adozione per la nascita, sostenendo la tesi che, poiché questi embrioni ormai esistono, l’unica soluzione etica sia quella di dare loro una possibilità di sviluppo e di nascita, autorizzando le donne disponibili al trasferimento nel loro corpo, per tentare l’avvio di una gravidanza.
Il tema non è certo nuovo, e il Magistero della Chiesa lo sta vagliando da diversi anni. Ma la sortita di Scienza & Vita è sorprendente per almeno due ragioni: la prima, è che fra gli studiosi cattolici più ortodossi la questione è ancora aperta, ed esiste un confronto serrato tra favorevoli e sfavorevoli. Fra i sostenitori dell’adozione figura da sempre Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita italiano. Fra i contrari all’adozione embrionale si contano invece il Direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica Adriano Pessina, e il cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, moralista di vaglia che a suo tempo fu incaricato da Giovanni Paolo II di realizzare l’Istituto per la famiglia. Scienza & Vita ha invece sposato a spada tratta l’adozione prenatale degli embrioni congelati, invitando al suo Convegno nazionale, svoltosi a Roma, esclusivamente giuristi favorevoli all’adozione. E dando la parola come relatore all’allieva di Carlo Flamigni, la professoressa Eleonora Porcu, che da anni pratica la fecondazione artificiale a Bologna, e che figura tra le fondatrici di Scienza e Vita.
Ma c’è un secondo fatto ancora più importante che rende questa scelta di Scienza e Vita davvero singolare: e cioè che nell’ultimo documento del Magistero in materia di Bioetica, la Chiesa prende posizione contro l’adozione degli embrioni congelati. Si tratta del documento Dignitas Personae, vergato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2008, e purtroppo diffuso in modo assai limitato, al punto che pochi lo conoscono e che oggi è quasi impossibile trovarlo, stampato, nelle librerie cattoliche.
Al numero 19, il documento recita: “Per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati già esistenti si pone la domanda; che fare di loro?” Dignitas personae chiarisce in modo netto quali sono le soluzioni illecite: “Sono chiaramente inaccettabili le proposte di usare tali embrioni per la ricerca o di destinarli a usi terapeutici”, e allo stesso modo è da respingere la proposta di “scongelare questi embrioni e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri”.
Ma ecco che il documento affronta di petto la questione dell’adozione: “E’ stata inoltre avanzata la proposta, solo al fine di dare un’opportunità di nascere ad esseri umani altrimenti condannati alla distruzione, di procedere a una forma di adozione prenatale. Tale proposta, lodevole nelle intenzioni di rispetto e di difesa della vita umana, presenta tuttavia vari problemi non dissimili da quelli sopra elencati”. Ora, siccome le proposte precedenti sono tutte considerate inaccettabili dal documento, il messaggio è chiaro: chi propone l’adozione lo fa sospinto da ottime intenzioni morali, ma il mezzo proposto non è accettabile.
E qui arriva il giudizio più pesante della Chiesa sulla situazione degli embrioni congelati e quindi, di riflesso, su ogni fecondazione artificiale: “Occorre constatare in definitiva che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile”. “Non si intravede una via d’uscita moralmente lecita – scrive Dignitas Personae citando un discorso di Giovanni Paolo II del 1996 – per il destino umano di migliaia e migliaia di embrioni congelati”. Non c’è via d’uscita che sia lecita sul piano morale: quindi anche l’adozione viene rigettata dalla Chiesa cattolica. La quale – lo diceva sempre Papa Woityla in quel discorso del 1996 – propone un unico imperativo ai governanti (ponendo quindi la questione sotto il profilo politico e giuridico): fermare la produzione di embrioni umani. Che significa: fermare ogni forma di fecondazione artificiale, sia essa omologa o eterologa.
Ma le obiezioni all’adozione di embrioni non si fermano qui: l’Associazione dei Ginecologi e Ostetrici Cattolici (AOGOI), per bocca del suo presidente Pino Noia, sostiene che l’utilizzo del concetto di adozione degli embrioni innesca una serie di problemi etici sempre più gravi, in una spirale senza fine. Noia ricorda come il genetista cattolico padre Angelo Serra mettesse in guardia i cattolici: un atto di carità compiuto per salvare la vita ad un embrione finisce con il generare derive etiche ancora più gravi, giustificando addirittura un aumento del ricorso alla crioconservazione degli embrioni, con la “scusa” che possono essere adottati.
In sintesi: Scienza & Vita lancia la proposta di legalizzare l’adozione degli embrioni; l’Associazione dei ginecologi cattolici vi si oppone, ricordando fra l’altro che la strada dell’adozione avrebbe scarsissimi risultati positivi, visto che nella fecondazione artificiale si contano solo 4-6 embrioni nati vivi su 100 embrioni scongelati.
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