Comunicato n° 57 del 24 Novembre 2012
SCIENZA & VITA: PER GLI EMBRIONI CRIOCONSERVATI
L’ADOZIONE PER LA NASCITA E’ UNA POSSIBILITA’ DI VITA
“Parlando di adozione per la
nascita, questi due giorni di lavori rappresentano un significativo punto di
partenza per una riflessione su una tematica che ci interroga tutti e a cui è
impossibile sottrarsi”, così Lucio Romano, presidente nazionale dell’Associazione
Scienza & Vita al termine del X Congresso nazionale.
“L’adozione per la nascita (Apn)
è tema di particolare attualità e dall’indubitabile valenza etica, giuridica e
legislativa, e vorremmo evitare che se ne parli in maniera conflittuale.
Apriamo a una dialettica inclusiva e non esclusiva, nell’assoluto
riconoscimento della dignità della vita umana già nella sua primissima fase di
embrione”, conclude Lucio Romano.
La seconda giornata congressuale
è stata dedicata al biodiritto, in cui autorevoli giuristi hanno analizzato e
discusso attualità e prospettive dell’Apn.
Ferrando Mantovani, Ordinario
Emerito di Diritto penale, Università di Firenze: “La crioconservazione è
un’anomalia, una disumanità e una mostruosità. E’ un dato di realtà però che la
crioconservazione viene praticata. Per cui, di fronte a ciò, l’alternativa è
tra il lasciar morire per decorso del tempo l’embrione o altrimenti procedere
all’adozione per la vita perché possa vivere la propria vita prima
nell’accogliente grembo di una madre e poi come neonato e come uomo”.
Andrea Nicolussi, Ordinario di
Diritto Civile, Università Cattolica di Milano: “La legge 40 non vieta
l’adozione di embrioni e anzi, direi, lo spirito della legge ne è a favore
perché una crioconservazione sine die non può corrispondere al principio della
dignità umana. Inoltre l’adozione dell’embrione potrebbe essere vista come una
buona alternativa alla fecondazione eterologa, giustamente vietata dalla legge
perché costituisce una simulazione di filiazione naturale e introduce una
genitorialità asimmetrica nella coppia. Essa infatti crea artificialmente una
genitorialità esclusivamente legale, scissa da quella biologica, in un coniuge
e una genitorialità sia biologica sia legale nell’altro coniuge, con ovvi
problemi sia nei rapporti di coppia sia nei rapporti genitoriali. Invece
l’adozione degli embrioni unisce la coppia nella solidarietà verso il concepito
abbandonato, offrendogli una chance di vita e una famiglia”.
Luciano Eusebi, Ordinario di
Diritto Penale, Università Cattolica di Milano e consigliere nazionale Scienza
& Vita: “La generazione di embrioni non può dirsi liberalizzata. Restano
fermi i principi della legge n. 40/2004, secondo cui, da un lato, s’intende
privilegiare la qualità delle tecniche di PMA piuttosto che l’agire attraverso
la moltiplicazione degli embrioni coinvolti, mentre, dall’altro lato, si vuole
che a ogni embrione generato sia offerta la possibilità, ove ne sia idoneo, di
procedere nella sua vita. Ferma l’esigenza di evitare quanto più possibile la
generazione di embrioni che non vengano immediatamente trasferiti, vi è semmai
la necessità di garantire, oggi, che tali embrioni siano effettivamente
crioconservati: evitando che siano semplicemente lasciati deperire, perdendosi
ogni riscontro della loro generazione. Ciò premesso, la ratio morale dello
stesso congelamento e del successivo «scongelamento» di embrioni è la
prospettiva che l’embrione generato in vitro ma non immediatamente trasferito
in utero possa, nondimeno, in futuro, procedere nella sua esistenza: per cui
l’unico destino conforme alla sua dignità è quello che rende possibile,
attraverso la disponibilità all’«adozione» da parte di una donna, lo svolgersi
della sua vita".
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