Cellule - Dal rene al fegato Staminali adulte protagoniste di Alessandra Turchetti, Avvenire, 19 maggio 2011
Il sogno di rigenerare gli organi per riparare o sostituire quelli irrimediabilmente danneggiati sembra avvicinarsi sempre più alla realtà stando al tam tam di notizie che arrivano dalla ricerca scientifica. Il sottofondo è quello dei film di fantascienza intrisi del mito dell’uomo bionico ricostruito artificialmente. Ma in realtà non si tratta di questo: la bioingegneria ha fatto passi da gigante, ad esempio nel campo ortopedico, eppure rimane centrale l’impiego delle risorse naturalmente presenti nell’organismo per la rigenerazione dei tessuti quali cellule le staminali, i fattori di crescita, il plasma arricchito di piastrine. È qui che si gioca la partita per la ricostruzione degli organi.
Due notizie arrivate in questi giorni hanno suscitato interesse: la prima riguarda l’impiego di staminali da liquido amniotico per la creazione di un rene in vitro da parte di un’équipe dell’Università scozzese di Edimburgo; la seconda, la possibilità di ottenere cellule epatiche partendo da quelle della pelle e del sangue da utilizzare contro la cirrosi epatica e quindi per la rigenerazione del fegato presso la Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora.
Le staminali da liquido amniotico – spiega Giuseppe Simoni, direttore scientifico di Biocell Center, il centro per la conservazione e la ricerca su queste cellule – sono estremamente stabili dal punto di vista genetico e quindi più versatili per gli usi terapeutici.
Sono cellule di natura mesenchimale, ossia in grado di differenziarsi in tessuti solidi quali cartilagine, osso, vasi sanguigni, miocardio. Si moltiplicano i lavori in cui si ricostruiscono a livello sperimentale tessuti e architetture di organi complessi e il futuro lascia ben sperare».
Agli inizi di aprile, ricercatori dell’Università del Minnesota hanno annunciato la creazione di un cuore in vitro partendo dallo scheletro di collagene di un cuore prelevato da cadavere. Su questo scheletro hanno impiantato milioni di staminali di un paziente che, sotto l’influenza della struttura, hanno cominciato a differenziarsi in cellule cardiache.
«Ci sono molti ostacoli da superare per generare un cuore perfettamente funzionante, ma la previsione è che un giorno non molto lontano si potrà far crescere interi organi da trapiantare, senza rigetto», ha dichiarato la ricercatrice Doris Taylor a capo del progetto.
Istituto di scienza e tecnologie dei materiali ceramici (Istec) del Cnr di Faenza è una vera e propria officina per le ossa, dove si progettano sostituti per la rigenerazione ossea e si applica l’ingegneria tessutale. Un materiale impiantabile che mima la morfologia e la porosità dell’osso viene inseminato con staminali prelevate dal midollo osseo del paziente: dopo una settimana in cui le cellule vengono lasciate crescere in vitro sulla struttura sintetica si procede all’impianto. Questo materiale favorisce la vascolarizzazione e la ricrescita del tessuto senza rischio di rigetto.
Altro organo perfettamente ricostruito ormai da anni è la pelle grazie a protocolli di medicina rigenerativa basati sulle staminali epiteliali ma si continua a indagarle per la ricostruzione di altri tessuti come la mucosa uretrale e quella del cavo orale. Anche la vescica è stata riprodotta artificialmente, mentre passi avanti si registrano con le staminali di origine adiposa per la ricostruzione del seno. Infine, trapianti di trachea da donatore ricolonizzata con staminali proprie sono già stati effettuati con successo.
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