giovedì 11 ottobre 2012


“Ecco come aiutare chi sta soffrendo” - A Torino il congresso 

sulle cure palliative «Fondamentale sostenere la famiglia»
antonella mariotti
Torino - 11/10/2012  - http://www.lastampa.it
Al congresso torinese erano presenti numerosi psicologi, fisioterapisti, volontari
Le persone malate spesso provano molto dolore, e quindi dipendono dagli altri. Io parto dal principio che Dio non pretenda troppo da me. Sa cosa possiamo sopportare». Con queste parole Giulia Facchini, nipote del cardinale Carlo Maria Martini, ha ricordato gli ultimi giorni di vita dello zio in occasione dell’apertura del congresso nazionale della Federazione cure palliative.  
Un congresso non solo per medici. «Sono presenti numerosi psicologi, fisioterapisti e volontari», dice Carlo Peruselli, presidente del congresso della Società italiana delle cure palliative. «Angeli, voi siete angeli», ha detto la nipote del Cardinale Martini rivolgendosi alla platea. «In Italia siamo all’avanguardia per quanto riguarda la legge che sancisce il diritto fondamentale di tutti i cittadini a questo tipo di cure. E la misura dell’attenzione a questo problema la dà anche la partecipazione delle 1500 persone accorse a Torino».  
Stare vicino alla persona che soffre e alla famiglia che lo accudisce è il tema centrale di una parte degli incontri, ma il filo rosso dei quattro giorni del convegno è anche la comunicazione con il malato e con chi gli sta accanto. «Accompagnamento»: è questa la parola più pronunciata nelle sale del Lingotto insieme a «sostegno», come quello che i volontari offrono ai vari hospice (le strutture per malati terminali) di tutt’Italia. «Loro sono il vero “core business”, se mi è concesso il termine, della nostra attività», dice ancora Peruselli.  
Gli hospice sono 188, anche se «la vera attività deve essere quella a domicilio»; per sopravvivere in tempi di crisi hanno il sostegno delle centinaia di associazioni di volontariato che raccolgono oltre 18 milioni e mezzo di euro l’anno. I volontari, componente fondamentale di questo prezioso movimento, sono soprattutto coloro che dell’«accompagnamento» fanno spesso il fulcro centrale della loro attività. Al Congresso è stato presentato anche il rapporto «A scuola di vita» e Valentino Fenaroli, volontario di Mariano Comense ha raccontato il lavoro con le scuole. «La solitudine ti fa desiderare di morire. È importante avere sensazioni che ti facciano invece amare la vita», scrive così Martina, 4° liceo in un questionario.  
«Affrontare la perdita, la sofferenza: è quanto abbiamo cercato di approfondire con le insegnanti», dice Arnaldo Minetti, volontario di Bergamo che da cinque anni opera in ambito scolastico. «Quindi non soltanto l’elaborazione del lutto - sottolinea Fenaroli - ma pure l’insegnamento del valore della vita anche ai bambini. Se non rispettiamo quest’ultima come facciamo ad accettare la morte, che della vita fa parte?». 

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