giovedì 11 ottobre 2012



La Corte d’Appello dell’Illinois ha deliberato che i farmacisti possono rifiutare la somministrazione della pillola del giorno dopo.

In Italia c’è già la possibilità per medici e farmacisti di rifiutarsi di somministrare farmaci potenzialmente abortivi, come abbiamo già riferito in questo stesso sito. Anche a Washington è stata di recente riconosciuta l’obiezione di coscienza dei farmacisti, ma la questione è ancora aperta e controversa in America.
Lo scorso settembre a Chicago due farmacisti, obiettori di coscienza, hanno vinto una causa durata sette anni riguardante la somministrazione della pillola del giorno dopo; questo crea un precedente che aiuterà a proteggere altri farmacisti che in futuro vorranno far valere il loro diritto all’obiezione e si rifiuteranno di fornire tale pillola.
Festeggiano, cautamente, le associazioni per la vita dell’Illinois e in particolareKaren Brauer, presidentessa di Pharmacists for Life International, la quale dice che, come l’evidenza dimostra, la cosiddetta contraccezione d’emergenza (pillola del giorno dopo) può indurre l’aborto, e mente chi dice che se presa entro due o tre giorni, previene l’ovulazione e la possibilità di una gravidanza. «Se la pillola del giorno dopo è assunta dopo l’ondata di ormone luteinizzante, non sopprime l’ovulazione, ma interferisce con l’impianto dell’ embrione ed è quindi risulta essere abortiva»ha detto .
La Brauer riferisce inoltre di aver visto molti farmacisti perdere il posto di lavoro per essersi rifiutati di vendere la pillola del giorno dopo e questo ha creato un sentimento di solitudine e impotenza anche negli altri colleghi pro-life. «Non sanno dove andare o cosa fare per portare avanti con coerenza le proprie convinzioni» ha detto. Anche in forza della recente sentenza, è comunque tornata ad incoraggiare i farmacisti obiettori a correre il rischio della perdita del posto e a perseguire azioni legali, se necessario, per difendere la libertà di coscienza.

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