L'uomo si scopre simile
all'ostrica (dalla cintola in su) - Possiedono parecchi geni uguali ai nostri e
si tratta dei geni più importanti che mettono in fila le diverse parti del
corpo - Edoardo Boncinelli, 5 ottobre 2012 - http://www.corriere.it
Le ostriche possiedono parecchi geni uguali ai nostri; e si
tratta dei geni più importanti, quelli che mettono in fila le diverse parti del
corpo, dalla testa ai piedi. Durante lo sviluppo embrionale questi geni,
chiamati Hox, controllano l'esatta successione delle parti del corpo lungo
l'asse principale, quello che va appunto dalla testa alle estremità inferiori.
Tali geni sono stati originariamente visti nel moscerino della frutta, l'ormai
famosa drosofila, e sono presenti in tutti gli animali superiori, compreso
ovviamente l'uomo. Ma nelle ostriche c'è una novità: sono presenti solo i primi
cinque, quelli «anteriori», che controllano la testa, il collo e il torace, giù
giù fino alla cintola.
Le ostriche sono quindi animali come noi «dalla cintola in
su», come il dantesco Farinata degli Uberti. Gli altri cinque geni, diciamo
«posteriori», in noi costruiscono la regione sacrale e le gambe, mentre nelle
ostriche quella regione manca e vi si forma invece il peduncolo, quell'organo
abbastanza tenace che tiene le ostriche, e tutti gli altri bivalvi che tanto ci
piacciono, saldamente attaccate alla roccia. Va detto che nelle illustrazioni di
molte favole antiche e meno antiche compaiono talvolta esseri fantastici con
una testa e un torace attaccati per un peduncolo a un supporto solido, per
esempio una foglia.
Sia come sia, questa sconvolgente conclusione si può trovare
in un bellissimo lavoro scientifico appena pubblicato sulla rivista Nature di
questa settimana, a opera di Guofan Zhang, coadiuvato da una cinquantina di
collaboratori. Un team internazionale ha determinato la sequenza dei circa
trentamila geni che compongono il genoma di questo prelibato mollusco e l'ha
messa a disposizione degli scienziati di tutto il mondo, ciascuno dei quali ci
ha potuto leggere le informazioni che più lo interessavano. E sono molte.
Accanto a quelle che ne riguardano appunto lo sviluppo, e in
particolare la formazione del peduncolo e del guscio, ce ne sono tantissime
altre, particolarmente ghiotte perché non sono molti i molluschi di cui sia
stato analizzato il genoma completo. Si è visto per esempio che il Dna di
queste specie è particolarmente ricco di geni pronti a intervenire a ogni
significativo cambiamento ambientale. Sono i geni dell'adattamento veloce,
particolarmente utile alla sopravvivenza di specie che devono affrontare
quotidianamente l'alternarsi delle maree e le relative variazioni del livello
dell'acqua nella quale vivono, nonché lunghi periodi di relativa siccità. Per
sopravvivere quindi questi organismi sono diventati particolarmente attenti a
quello che succede loro intorno e alle risposte più o meno immediate che tutto
questo richiede.
Si tratta di conferme, se ce ne fosse bisogno, della varietà
delle strutture corporee e dei processi fisiologici delle diverse specie,
ciascuna delle quali ha una sua storia di vita e di morte, storia che resta
scritta, fortunatamente per noi, nel suo genoma. E la mirabile conferma del
fatto che, nonostante tutte queste vicissitudini, gli esseri viventi hanno una
storia comune di quasi quattro miliardi di anni, che ha mantenuto intatte le
strutture meglio riuscite, come i geni Hox, e ha modificato quello che era
necessario modificare.
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