Adozioni ai “single”: la Cassazione strappa - In sentenza “esortazione” al Parlamento - Antonelli: «La priorità è il bene del bambino, che esige la presenza di un padre e di una madre» di Paolo Ferrario, Avvenire, 15 febbraio 2011
DA MILANO
«Il legislatore nazionale ben potrebbe prevedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammisssibilità dell’adozione di minore da parte di una persona singola anche con gli effetti dell’azione legittimante». Al di là del giuridichese, con questa “esortazione” al Parlamento, contenuta nella sentenza 3572 depositata ieri, la Corte di Cassazione sembra proprio voler aprire una breccia all’adozione da parte dei single. La Suprema Corte è stata chiamata a giudicare sul caso di una donna di Genova, che aveva chiesto l’adozione pienamente legittimante di una bambina con la quale aveva vissuto per due anni prima in Russia e poi negli Stati Uniti, ottenendo anche un certificato di adozione da parte del Tribunale della Columbia. Rientrata in Italia, la donna ha chiesto il medesimo riconoscimento ottenendo, però, soltanto una parziale “vittoria”. La Cassazione, infatti, le ha negato l’adozione nella formula pienamente legittimante, convalidando però quella nella formula “speciale”, che prevede limitazioni, consentita e trascritta in Italia con decreto della Corte d’Appello di Genova del 2009.
Contestualmente, la Cassazione ha appunto “esortato” il legislatore italiano a intervenire, ritenendo maturi i tempi affinchè i single possano adottare, con meno difficoltà, i bambini rimasti soli o abbandonati dai genitori naturali. Avanzando la richiesta, i giudici hanno ricordato che anche la Convenzione di Strasburgo del 1967 sui fanciulli, riferimento per le norme sulle adozioni, non contiene preclusioni verso i single.
Allo stato attuale, ha comunque riconosciuto la Cassazione, l’adozione legittimante è consentita soltanto ai «coniugi uniti in matrimonio, avendo finora ritenuto il legislatore tale situazione opportuna e necessaria nell’interesse dei minori».
Lo stesso cui guarda il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Consiglio per la famiglia. Nei procedimenti di adozione, ha ricordato il porporato, «in linea generale, la priorità è il bene del bambino, che esige un padre e una madre: questa dovrebbe essere la normalità». Così la pensa anche il presidente del Tribunale per i minori di Roma, Melita Cavallo.
Un’evidenza - che però per alcuni tanto evidente non è - richiamata anche dal presidente del Forum delle famiglie, Francesco Belletti, che ricorda come in Italia ci sia una «grandissima disponibilità di coppie pronte all’adozione sia nazionale che internazionale ».
«Non esiste un diritto dell’adulto all’adozione – insiste Belletti – ma esiste soltanto il diritto del bambino ad essere educato in una famiglia. Per questo va garantita la completa genitorialità, il fatto cioè di avere un padre e una madre, a chi è già stato così duramente colpito dalla vita».
Contrario alla sentenza della Cassazione anche il presidente della Commissione adozioni internazionali, Carlo Giovanardi: «Non c’è nessuna novità rispetto al quadro normativo italiano, dove in casi eccezionali è riconosciuta, seppure in maniera attenuata, la possibilità di adottare a singole persone». Di «suggerimento perlomeno avventato» da parte della Cassazione, parla infine il deputato dell’Udc, Enzo Carra, perplesso sull’esortazione dei supremi giudici al Parlamento.
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