La pillola? La prendo il lunedì - 25 aprile 2011 di Donata Bonometti, da http://www.ilsecoloxix.it/
Genova - Due ragazze nella penombra dell’ambulatorio, tenendosi per mano. Fuori, per strada, l’amico. Loro sono lì perché temono di esser rimaste incinta. E chiedono la “pillola del giorno dopo”. Sono tante, sempre di più. Quattrocento le richieste di questo genere negli ultimi sei mesi. Quasi venti ogni week end.
Le due ragazze hanno avuto una storia con lui, una «storia di letto», prima l’una e poi l’altra. E’ il “sesso ludico” come lo chiama la ginecologa Albina Godani, quel modo un po’consumista, che va di moda oggi, di fare sesso senza amore e magari con degli amici, o condividendolo con amiche.«Una sorta di sessualità amica, in cui ci si tiene compagnia senza gelosie». Va da sé che poi la pillola del “giorno dopo” è la richiesta d’obbligo. Richiesta che si moltiplica, guarda caso, il lunedì.
Meglio: delle oltre 4000 visite ginecologiche degli ultimi sei mesi ecco che oltre il dieci per cento riguarda la richiesta di un rimedio immediato. Della cosiddetta pillola del giorno dopo. Per gli operatori del Consultorio un modo comunque per intercettare ragazzi che non sanno quasi niente di contraccezione «e a letto ci vanno giocando alla roulette russa». Così appena arrivano al Centro Giovani del Consultorio della Asl 3 con la “crisi del lunedì”, i sanitari li invitano, per favore, a tornare. Ma non il lunedì.
Negli ambulatori non arrivano solo questi fugaci amori senza storia: ultimamente sono seguite dieci minorenni incinte e l’altro ieri tre erano insieme nella stanza d’attesa di via Rivoli. Forse gli appuntamenti sono stati segnati appositamente lo stesso pomeriggio per far incontrare stesse speranze, identiche paure. “Finezze” che il Centro Giovani potrebbe avere, dato che questa squadra multidisciplinare (di circa trenta tra ginecologi, neuropsichiatri, psicologi, assistenti sanitarie, sessuologi che lavorano anche nel Consultorio) è riuscito a fare breccia nella diffidenza di questo mondo chiuso come un’ostrica. Dai 12 ai 21 anni, gli anni migliori, gli anni peggiori. Il Centro Giovani della Asl 3 è passato dai 5469 contatti del 2008-2009 agli oltre ottomila della fine del 2010, nelle scuole superiori più specificamente. Nel 2009 registravano 6000 prestazioni sanitarie nel 2010 quasi novemila, 1324 utenti nel 2009, 1661 nel 2010. I primi sei mesi di questo anno marcano un ulteriore aumento. Nei tre centri di via Rivoli, via Soliman e alla Fiumara, i ragazzi arrivano sempre più numerosi perchè ha funzionato il passaparola, perché sono state contattate le scuole massicciamente, (oltre 60 superiori), perché nelle buste paga di tutti i medici e i pediatri di base è stato infilato il volantino che racconta il Centro Giovani.
«Formula vincente oltre che per la gratuità - dice la primaria del Consultorio Asl 3 Angela Grondona affiancata dal responsabile dei Centri Giovani Paola Bozzo Kielland - perché possono presentarsi qua,senza bisogno di essere accompagnati dai genitori, senza chiedere loro alcun permesso. Qui “captiamo” ragazzi che altrimenti non si rivolgerebbero a nessuno». Assoluta riservatezza, gratuità e spontaneità.
Cosa raccontano i ragazzi in quella stanzette con stampe allegre e seggiole colorate? «Le fobie scolastiche. L’avversione verso un genitore, il cattivo rapporto con il cibo e anche a volte i problemi di identità sessuale» dice Rita Schenone una delle neuropsichiatre. Ma soprattutto la scoperta del sesso, “il grande passo” l’emozione, le preoccupazioni. «Entrano anche in quattro amiche fra loro, a volte una parla per tutte» spiega Maria Paola Bozzo, ostetrica. Sarò capace? Rimarrò incinta? «Le malattie quelle no, hanno l’onnipotenza di questa età per cui credono di non ammalarsi mai....in realtà solo il 30% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni il 19% delle ragazze possiede corrette informazioni sulla trasmissione Hiv». Da un recente studio risulta che il primo rapporto a Genova e in Liguria è attorno ai 15 anni, mediamente. Il 26% delle ragazze, Il 18% dei ragazzi. Di loro il 76% delle ragazze fa uso di contraccezione e così pure il 66% dei ragazzi. «In realtà uno su quattro fa sesso ancora senza protezione. Il 30% ricorre ancora al coito interrotto. Numeri troppo alti, preoccupanti» chiosa il primario Grondona. Sempre secondo i dati del Consultorio delle ultime 781 certificazioni per interruzione di gravidanza, 55 erano per minori, 19 italiane e 36 straniere. Fra le varie storie anche quella al limite, tramata di violenza e deprivazione di Rosa, quindicenne figlia di ex tossici. Di fatto senza famiglia. Che arriva al Centro Giovani gravida di 18 settimane. Ma voleva tenersi la sua creatura figlia di un rapporto violento con un tossico, e ce la sta facendo. Forse questa nascita farà estinguere una sequenza di morte.
© riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento