martedì 26 aprile 2011

L'ALLARME DEI PEDIATRI COME STIAMO CAMBIANDO - L'adolescenza delle bambine comincia alle scuole elementari - La pubertà precoce è in crescita. I sogni dei figli s'incrociano con le ambizioni dei genitori di Stefano Montefiori – da http://www.corriere.it/

O voi genitori fieri della piccola Lucille che a tre anni sa già leggere e scrivere le prime parole, papà ossessionati dal mito di Mozart che a cinque compose il primo concerto, mamme attente ad accompagnare la bambina al corso di danza, inglese, nuoto, violino prima ancora delle elementari, tecnofili orgogliosi dei figli «nativi digitali» che a quattro anni già sfiorano i touchscreen, non abbiate troppa fretta: la precocità potrebbe esigere presto il suo prezzo.
I bambini sono sempre più sollecitati, stimolati, incoraggiati a bruciare le tappe per accumulare esperienze che faranno di loro - questa è la speranza - adulti realizzati, colti, competenti ed esperti. Solo che poi, a sette-otto anni, le bambine cominciano a preoccuparsi della peluria sulle gambe e a chiedere la depilazione, a esibire jeans attillati a vita bassa, e talvolta a mostrare i segni anche fisici di una pubertà precoce. L'orgoglio di mamma e papà per una bambina «avanti per la sua età», alla prima maglietta striminzita, si trasforma in sconcerto.

L'adolescenza anticipata è un fenomeno in crescita e le cause sono ancora poco chiare: si evocano inquinamento da Pcb ed estrogeni nella carne, una dieta troppo ricca di grassi, l'ansia da prestazione e l'iper-stimolazione indotta da genitori troppo attenti alla performance dei figli, il bombardamento di immagini e messaggi erotizzati tipico delle nostre società, fino all'ipotesi più probabile. Cioè l'insieme di tutti questi fattori, genetici, ambientali e culturali. Per il sociologo francese Michel Fize, autore di «Les Nouvelles Adolescentes» (Armand Colin), «l'adolescenza è culturale e psicologica prima di essere biologica, e comincia ormai ben prima della scuola media. Le bambine sviluppano atteggiamenti dell'adolescenza prima di svilupparne le caratteristiche fisiche. L'adolescenza non coincide più con la pubertà. Il desiderio di uscire dall'infanzia è molto più forte oggi, e questo deriva da un ambiente sociale che induce la frenesia di una crescita rapida e di un accesso immediato alla fascia di età superiore, bruciando le tappe».

I pediatri ricordano anche la cause biologiche, genetiche e fisiologiche di questo sviluppo anticipato: l'obesità, per esempio, può accelerare la pubertà. Negli Stati Uniti, una bambina bianca su 10 mostra segni di sviluppo sessuale già a sette anni, cioè il doppio di dieci anni fa. Tra le bambine afro-americane, per motivi genetici, la frequenza aumenta a una su quattro. In Francia, secondo lo studio dell'endocrinologo Charles Sultan, l'età media dello sviluppo del seno si colloca ormai a nove anni e tre mesi.

E sono i fattori culturali, quelli che dipendono direttamente dal mondo degli adulti, a inquietare di più. Il fotografo francese Alain Delorme ha voluto denunciare lo stravolgimento dell'infanzia nella serie «Little Dolls». «Riprendo sempre una bambina, un dolce, uno sfondo colorato, i genitori. Poi comincia la trasformazione, con un software per il fotoritocco - spiega Delorme -. Trucco il viso, rimodello il naso, alleggerisco i tratti e modifico carnagione, colore degli occhi, pettinatura. Questa chirurgia estetica del pixel fa sparire il reale a favore di un'immagine interamente artificiale». Che però esprime perfettamente una tendenza che si afferma negli Stati Uniti e sempre di più anche in Europa. I concorsi di bellezza per bambine, a lungo criticati e portati spesso ad esempio della barbarie culturale americana, erano in realtà l'avanguardia di un processo ormai attuale anche in Francia e in Italia.

I sogni delle bambine si incrociano con le ambizioni dei genitori producendo «donne bambine» di otto anni, ben più precoci del mito letterario della «Lolita» nabokoviana, la dodicenne Dolores Haze. E la società ipersessualizzata, che associa in modo più o meno subliminale qualsiasi oggetto - da una bibita ai pneumatici alla colla - al corpo femminile, non manca di fare sentire i suoi effetti su bambine che colgono inconsciamente segnali continui: un «effetto Barbie» moltiplicato per mille.
Dopo il servizio su Vogue francese con bambine su tacchi a spillo, che costò il posto alla direttrice Carine Roitfeld, duecento pediatri francesi hanno firmato una petizione per denunciare «l'erotizzazione dei bambini nella pubblicità e nelle immagini di moda». «Ma dipende anche dalle mamme - ricorda al Nouvel Observateur lo psichiatra Didier Lauru -: esibiscono ed erotizzano le figlie per valorizzare se stesse». Non sono solo le bambine, purtroppo, a giocare alle Barbie. 

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