martedì 3 maggio 2011

LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE MINISTERIALE SUGLI STATI VEGETATIVI - Pubblicato il 3 maggio 2011 da http://www.blogscienzaevita.org/

Sono molti i punti qualificanti del documento sugli stati vegetativi e di minima coscienza redatto dalla Commissione ministeriale presieduta dal sottosegretario Eugenia Roccella. Anzitutto, l’invio a considerare i soggetti in SV e in SMC, nel momento in cui raggiungono la stabilità clinica ed entrano in una fase di cronicità, come persone con “gravissima” disabilità, da accogliere preferibilmente a domicilio o, se impossibile, in strutture a carattere non prettamente sanitario. In secondo luogo, la definizione di un preciso iter diagnostico per tutti i pazienti quale premessa indispensabile per garantire equità di accesso alle cure. Poi, l’individuazione di un sistema di assistenza integrato a rete di percorsi “dal coma al domicilio”, con forte radicamento territoriale, connotato da universalità, appropriatezza, tempestività e progressività delle cure.

Particolare rilievo etico assumono alcune delle conclusioni a cui la commissione è pervenuta esaminando la letteratura scientifica internazionale, a cominciare dall’invio ad abbandonare definitivamente gli aggettivi di persistente e permanente e a indicare solo – insieme alla presenza dello SV – la causa che lo ha determinato e la sua durata. Infine, facendo proprio il parere dei più qualificati studiosi, la commissione ha ritenuto che “l’evidenza non è sufficiente per scegliere di non trattare condizioni potenzialmente dolorose nei pazienti in SV” raccomandando l’instaurazione di una terapia antidolorifica durante le manovre diagnostiche o terapeutiche che possano evocare dolore.

Gian Luigi Gigli, Ordinario di Neurologia, Università di Udine

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