Sperimentazioni su pazienti-cavia Arrestati nove medici a Modena - FRANCESCO
ALBERTI - CORRIERE DELLA SERA - 10 Novembre 2012, http://www.dirittiglobali.it/
L'accusa: interventi non autorizzati al cuore.
Due morti sospette
MODENA — Sperimentazioni di
natura cardiologica non autorizzate, fuori da ogni controllo. Cartelle cliniche
falsificate. Utilizzo di apparecchiature mediche (tipo gli stent: tubicini
usati nel caso di arterie ostruite o indebolite) senza certificazione e spesso
difettose. I pazienti? Trattati come cavie, secondo l'accusa: del tutto
inconsapevoli di essere oggetto di interventi «alternativi».
Attorno a questo anomalo giro di
sperimentazioni, i cui risultati venivano pubblicati su riviste scientifiche,
ruotava, secondo le accuse, anche una giostra di mazzette: quelle che le
aziende fornitrici versavano su tre onlus fittizie in cambio dell'utilizzo del
materiale sanitario (sequestrato un milione di euro).
Nove medici sono stati arrestati
dai carabinieri dei Nas di Parma: tutti hanno lavorato o lavorano al
Policlinico di Modena, in quel reparto di cardiologia ritenuto da sempre
un'eccellenza. Per loro, le accuse sono associazione a delinquere, peculato,
truffa ai danni del sistema sanitario, corruzione, falso in atto pubblico,
sperimentazioni non autorizzate.
Un carico pesante, ma che rischia
di aggravarsi ulteriormente: tra le svariate decine di pazienti, sottoposti a
loro insaputa alle sperimentazioni, vi sono infatti due casi di decessi
ritenuti dagli inquirenti sospetti: «Per ora — hanno affermato ieri i
carabinieri —, non è stato possibile accertare un nesso tra la morte e i
sistemi utilizzati nel reparto ma le indagini proseguono».
Uno scandalo che scuote in
profondità la sanità emiliana e coinvolge anche settori dell'imprenditoria
privata del biomedicale: a 12 aziende, di cui 6 all'estero (Stati Uniti,
Polonia, Germania, Irlanda e Belgio) e altrettante in Italia (Modena, Genova,
Milano e Brescia), è stato intimato il divieto di avere rapporti con la Pubblica
amministrazione ed è scattata l'interdizione per 6 manager e un commercialista.
In tutto, le persone indagate in questa operazione dal titolo inequivocabile
(«Camici sporchi») sono 67. I fatti si collocano tra il 2009 e il 2011 e le
indagini prendono il via da un'istanza presentata dall'associazione «Amici del
cuore», presieduta da Giovanni Spinella, che denunciò casi di persone decedute
o rimaste gravemente lesionate dopo essere venute in contatto con l'unità di
emodinamica del Policlinico. L'unico a finire in carcere è stato ieri Giuseppe
Sangiorgi, 47 anni, ex responsabile del laboratorio di emodinamica della
cardiologia del Policlinico modenese (attualmente in servizio al policlinico di
Roma «Casilino»), ritenuto dagli inquirenti «il referente del sistema». Agli
arresti domiciliari altri 8 medici: la direttrice della cardiologia (poi
sospesa), Maria Grazia Modena, 60 anni, Alessandro Aprile, 37 anni, Luigi
Politi, 34, Simona Lambertini, 38, Giuseppe Biondi Zoccai, 38, Fabrizio
Clementi, 41, Alessandro Mauriello, 54, Andrea Amato, 36.
Un'indagine complessa. Sul tavolo
del procuratore capo di Modena, Vito Zincani, sono planati una serie di plichi
ricevuti in via anonima dal Codacons di Modena nei quali, come spiega il
presidente Fabio Galli, «venivano citati 4 casi di pazienti morti, 12 che
avevano subito invalidità, altri 11 su cui erano stati impiantati stent di
dubbia qualità». Complessivamente, più di 90 casi. Nello stesso periodo si è
mossa anche la Regione che ha inviato nel reparto di cardiologia una
commissione d'inchiesta. Le conclusioni degli esperti (siamo nel marzo 2011)
sono pesantissime. Su 51 cartelle cliniche esaminate a caso, 43 presentavano
criticità tali da spingere gli esperti a parlare di «inappropriatezza nelle
indicazioni e nelle gestioni delle complicanze, tali da poter essere fonte di
rischio e creare le condizioni per il verificarsi di eventi avversi». Veniva
poi contestata «l'adeguatezza delle cartelle cliniche» e i materiali
utilizzati.
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