venerdì 4 febbraio 2011

Giornata 2011. Accoglienza e formazione: punti chiave per rinnovare i centri familiari - Consultori: porte aperte alla vita - La riforma alla prova nel Lazio E le altre Regioni si muovono - - Tra 15 giorni il voto sulla proposta di Olimpia Tarzia Marche e Toscana già al lavoro per favorire le nascite, di Pierluigi Fornari, Avvenire, 4 febbraio 2011

Ad aprire la strada a una riforma dei consultori, tappa necessaria nella battaglia per contrastare l’aborto, c’è da qualche mese ormai la proposta presentata nel Lazio da Olimpia Tarzia. Tra quindici giorni infat­ti inizierà l’esame e la votazione in Commissione politiche so­ciali. «Il dibattito in consiglio è avviato – spiega la Tarzia, che è presidente della Commissione scuola ed università della regio­ne –, è necessario ora che faccia sentire la sua voce di sostegno il popolo della vita, che è assai più numeroso di quelle ristrette minoranze che si oppongono alla riforma, la cui consistenza però è purtrop­po amplificata a dismisura dai media». Co­munque per la riforma dei con­sultori hanno già preso posi­zione importan­ti realtà nazio­nali dell’associa­zionismo e del mondo cattoli­co: «Di grande conforto è stato il fatto che Be­nedetto XVI – continua la Tarzia – ha auspicato nel recente di­scorso agli amministratori re­gionali che i consultori siano in condizione di aiutare le donne a superare le cause che possono indurre a interrompere la gravi­danza ». Ma cosa vuole, questa riforma? Spiegarlo alla vigilia della Gior­nata per la vita è fondamentale. Nella proposta della Tarzia si re­stituisce ai consultori il ruolo di servizio alla famiglia, alla per­sona, alla coppia e al minore, fa­cendoli rientrare nei livelli es­senziali dell’assistenza sociale, oltre che sanitaria. In una paro­la, i consultori «devono tornare – spiega l’esponente della lista Polverini – ad essere il luogo di accoglienza della donna e della famiglia in difficoltà per dare la possibilità di essere liberi di non abortire». A questo scopo è pre­vista nelle strutture un’équipe multidisciplinare, che sappia af­frontare e risolvere la comples­sità delle problematiche di ogni utente. Nei consultori devono essere garantite le informazioni sui servizi, sugli strumenti di so­stegno pubblici e privati e sui luoghi di accoglienza destinate alle gestanti e alle ragazze madri in difficoltà, al fine di sostenere le donne lasciate sole di fronte a una maternità difficile o inatte­sa e per offrire loro quella tute­la che consenta la libertà di non abortire.

Il consultorio avrà poi il compi­to obbligatorio, in occasione del colloquio con la donna, di con­tribuire a far superare le cause che potrebbero indurla all’abor­to, anche attraverso un sostegno economico. Ai consultori spet­terà inoltre il compito di esami­nare le possibili soluzioni dei problemi e di offrire alternative all’aborto. Si punta anche a far intervenire le associazioni di vo­lontariato pro vita. «La proposta – argomenta la Tarzia – ricono­sce, attraverso un sistema di ac­creditamenti, ai consultori del volontariato e delle associazio­ni, una dignità pari di quelli pub­blici ». Anche le altre regioni si muovo­no in questa direzione. In Lom­bardia è iniziato un percorso pa­rallelo a quello della riforma. an­cora in fieri: il piano sanitario ragionale approvato prima di Natale prevede la sperimenta­zione di alcuni contenuti della riforma in chiave di sostegno della famiglia e di tutela della vi­ta in due consulto­ri individuati entro febbraio per ogni Asl. Alla fine del­l’anno la sperimen­tazione sarà estesa a tutto il territorio regionale. Il Forum nazionale delle as­sociazioni familia­ri, poi, è al lavoro sulle proposte di riforma già in esa­me, per arrivare a un testo che sarà adot­tato come base dai vari Forum regiona­li. Nelle Marche a sollecitare la rifor­ma dei consultori è stata invece l’appro­vazione di una mo­zione a favore della applicazio­ne della parte preventiva della legge 194. In Toscana è stato sti­pulato un accordo tra l’assesso­rato alla Salute ed il Forum per il sostegno di accompagnamen­to nella adozione e nell’affido.

Intanto alla Camera, in com­missione Affari sociali giace dal­l’aprile del 2008 la proposta di legge di riforma nazionale pre­sentata dai deputati degli Udc Luisa Capitanio Santolini e Lu­ca Volonè, che tra l’altro abroga la precedente norma 405 del 1975, puntando a realizzare ciò che è impossibile per una nor­mativa regionale: escludere cioè il consultorio dagli atti sanitari relativi all’aborto.

«Educare alla pienezza della vita». È il titolo della Giornata 2011 che si svolgerà do­menica prossima, 6 febbraio, in tutte le comunità. Un’emergenza educativa, sottoli­neano i vescovi nel messaggio diffuso per l’occasione, che sollecita una nuova al­leanza tra tutte le agenzie educative a cominciare naturalmente dalle famiglie. Al­trettanto importante il ruolo dei sacerdoti, degli insegnanti, dei nonni che – quan­do riescono a vivere al meglio il loro impegno – possono diventare autentici «mae­stri di vita». Esistono poi alcune agenzie, come i consultori, chiamate ad affiancare il compito della famiglia, che attendono da tempo una profonda rivisitazione legi­slativa. In questa prospettiva l’impegno dela Confederazione dei consultori di ispi­razione cristiana che punta a un rinnovamento profondo fondato su quattro pre­supposti: prevenzione, accoglienza, formazione e integrazione delle competenze. 

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