giovedì 3 febbraio 2011

La Germania non vuole più eugenetica - in provetta - Il Paese si confronta sulla futura legge che dovrebbe tutelare gli embrioni dalla selezione preimpianto E dai fantasmi dal passato di Vincenzo Savignano, Avvenire, 3 febbraio 2011

Nella Germania della cancelliera democristiana Angela Merkel (Cdu) il dibattito sulla cosiddetta «diagnosi preimpianto» o Pid (acronimo inglese di «Preimplantation diagnosis», nota anche come Pdg o «Preimplantation genetic diagnosis») coinvolge ormai l’intera opinione pubblica, con l’approssimarsi del dibattito parlamentare per il varo di una legge ormai non più procrastinabile. Ad aprire il confronto su una pratica già messa al bando dalla legge sulla protezione degli embrioni (Embryonenschutzgesetz) del 1990 è stata la discussa sentenza emessa il 6 luglio 2010 dalla Corte federale di Cassazione (Bundesgerichtshof), che ha sede a Lipsia. Secondo il tribunale, che aveva assolto il ginecologo Matthias Blöchle, non si può proibire il ricorso alla Pid di embrioni creati in vitro e impedire a genitori con una predisposizione a gravi difetti genetici di optare per la selezione embrionale. Nel 2005 e 2006 il medico aveva seguito nel suo centro di medicina della riproduzione o «Kinderwunschzentrum» a Berlino tre coppie con una predisposizione a malattie genetiche, una delle quali aveva già una figlia disabile, e trasferito nell’utero delle donne solo embrioni rivelatisi «sani» dopo una Pid.
Il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Fdp, liberali), ha accolto con soddisfazione la sentenza. Le associazioni per la vita, numerosi esponenti dei partiti democristiani Cdu e Csu e la Chiesa cattolica hanno poi espresso in più occasioni il loro disappunto. In una presa di posizione la Conferenza episcopale tedesca (Deutsche bischofskonferenz) ha dichiarato che scartare e uccidere embrioni con difetti genetici è inaccettabile e «contraddice la nostra comprensione dell’essere umano». Per il delegato del governo tedesco per le persone disabili, Hubert Hüppe, la tecnica della Pid significa che «le persone con disabilità vengono scartate ancor prima della nascita». Un giudizio simile lo ha pronunciato anche la presidente dei Cristiano­democratici per la vita (Cdl), Mechthild Löhr: «Saranno ormai i medici e i genitori a decidere se una vita merita di essere vissuta o no». L’Associazione dei medici tedeschi – la Bundesärztekammer – si è spaccata sulla questione. Nel 2002 aveva presentato un documento in cui riteneva la pratica poco sicura. Negli anni la posizione si è ammorbidita ma sono ancora numerosi i medici che esprimono i propri dubbi.

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