morte in culla - «Nella vita prenatale è nascosta la risposta a molte malattie» di Daniela Pozzoli, Avvenire, 31 marzo 2011
E’ nello «scrigno» della vita prenatale che si trovano le risposte a molte patologie dell’età adulta. Così, trovando una soluzione alle «morti in culla», prima causa di decesso nei Paesi sviluppati nei primo anno di vita del bambino, si svelano anche meccanismi che avranno conseguenze gravi nel corso della vita. Dopo trent’anni all’Istituto di anatomia patologica dell’Università degli studi di Milano, il professor Luigi Matturri si emoziona ancora quando parla dei corpicini stesi lì, sul tavolo autoptico, senza spiegazioni per la loro fine. Improvvise e apparentemente senza un perché. Messi a dormire nella culla dai genitori qualche ora prima e ritrovati senza vita. Oppure partoriti e subito deceduti. «Mi inviavano i primi casi e non mi spiegavo cosa potesse avere provocato quella fine – dice il luminare della Sids o 'morte in culla' –, ma negli anni la casistica a livello internazionale è aumentata e ha permesso di vederci meglio».
Un’urgenza di avere risposte certe che ha spinto Matturri a sostenere la Legge 31 che disciplina il «riscontro diagnostico sulle vittime da sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids) e di morte inaspettata del feto». La legge del 2006 chiede a Regioni e Province autonome il compito di sviluppare la ricerca, la prevenzione, l’aggiornamento professionale, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e il sostegno psicologico delle famiglie colpite. «Nei Paesi sviluppati – riprende Matturri, presidente onorario del Centro di ricerca 'Lino Rossi' – una gravidanza ogni 150 si conclude con la morte improvvisa del feto, spesso inspiegabile anche dopo l’autopsia di routine. Una cifra 6-7 volte superiore a quella delle 'morti in culla' che è di un neonato morto ogni mille nati. Ciò significa che ogni 150 gravidanze, una si conclude con un evento luttuoso».
Studi scientifici hanno messo in evidenza che «entrambi i processi condividono alterazioni comuni. Anomalie congenite sia del sistema nervoso autonomo o vegetativo, centrale o periferico, che modulano l’attività respiratoria, cardiaca, del risveglio e delle prime vie digestive che della centralina elettrica del cuore, anch’essa sotto il controllo del sistema nervoso autonomo». I fattori che moltiplicano questo «errore» della natura sono il fumo di sigaretta nelle donne incinte, come anche il consumo di alcol e l’inquinamento ambientale. «Incommensurabili le ricadute scientifiche – riprende il patologo – che derivano dalle conoscenze di queste patologie in un periodo talvolta oscuro, quello prenatale, ma che ancora racchiude molte risposte preventive a patologie dell’adulto e dell’anziano. Un esempio su tutti: le prime fasi del processo aterosclerotico, causa di malattie cardio-vascolari, si trovano già nelle arterie del feto e sono provocate dal fumo materno».
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