Carlo Casini: «Legge buona, impedisce l'eutanasia» di Marco Respinti, 03-03-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
«Va fatta, la legge va fatta». Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita ed europarlamentare dell’Udc, non ha dubbi in merito alla proposta di legge sul fine-vita il cui iter inizierà lunedì alla Camera.
Però non manca chi, anche da parte cattolica, sostiene che la cosa potrebbe trasformarsi in un boomerang…
Già, e così avremmo subito mille Eluana Englaro.
Ma non ha forse ragione chi preferisce il vuoto legislativo all’intervento positivo in una materia tanto delicata?
No, perché oggi la questione è già compromessa. Vede, i pochi anche cattolici che mettono in dubbio l’opportunità d’intervenire in parlamento sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica” (Dat) in realtà non conoscono lo stato dell’arte. E pure il diritto. Credono cioè che la legislazione ora vigente impedisca l’eutanasia. Ma non è così. Molto è passato da quando è stato approvato il disegno di legge Calabrò nel marzo 2009. La Corte di Cassazione è intervenuta. Tutti i casi finiti in tribunale di medici che sono intervenuti propiziando la morte dei pazienti si sono sempre invariabilmente conclusi con l’assoluzione fino all’ultimo grado di giudizio. No, la situazione attuale non difende la vita: occorre allora intervenire per porre un freno. Ne sono assolutamente convinto. Lasciare così le cose non configura un “virtuoso” buco legislativo, ma favorisce la cultura dell’eutanasia.
La proposta di legge che da lunedì andrà in discussione alla Camera è dunque cosa buona?
Sono possibili obliquità e stravolgimenti, ma eventualmente dopo. Per ora il testo è chiaro. Impedisce l’eutanasia. Chi non lo difende rischia di favorire proprio le posizioni che vorrebbe contrastare.
Gli assenti insomma hanno sempre torto…
Esatto. Se vi dovessero in futuro essere mutamenti nel testo, battaglieremo; ma per ora la proposta è solida. In realtà, chi si accanisce davvero contro quel testo è oggi proprio chi è favorevole all’eutanasia. Per costoro la proposta di legge presto in discussione è un bastione insuperabile. Il che mi conferma un volta di più la bontà di ciò che stiamo andando a fare.
Lei è però fra quanti sostiene che non basta una legge a risolvere la questione.
Certo, anzitutto vi sono i medici, quelli che operano quotidianamente nel settore, a cui è affidata la vita dei pazienti. Sono i medici e i pazienti i soggetti primi di tutto, e nessun provvedimento legislativo può sostituirsi all’imprescindibile rapporto umano che deve intercorrere fra loro.
L’approvazione della legge sulle cure palliative porta per esempio l’attenzione su una questione decisiva. È una bella e significativa novità. Del resto occorre sempre che il malato non venga lasciato solo, che abbia accanto i parenti ma pure le strutture sanitarie. I pazienti debbono essere aiutati a vivere o anche eventualmente a morire in modo naturale, mai da soli. E su questo non c’è legge che tenga: occorre un enorme impegno culturale ed educativo preventivo…
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