A 13 anni si distingue fra il bene e il male - di Giordano Bruno Guerri
- Lun, 01/10/2012 - http://www.ilgiornale.it
Una banda di minori di
quattordici anni, dice la notizia Ansa, ha imbrattato con vernici alcuni
reperti archeologici, fra cui una preziosa colonna traianea. A parte ogni altra
considerazione, nel lancio d'agenzia stupisce un condizionale: i genitori
«potrebbero» essere chiamati a risarcire i danni. Direi, invece, che «debbano»
farlo, assumendosi la responsabilità del malfatto da parte di minorenni non
perseguibili penalmente.Si dibatterà, piuttosto, se anche i ragazzini debbano
venire puniti, in qualche modo. La legge non lo consente, ma forse è il caso di
porsi qualche domanda sulla non punibilità a ogni costo di un ultraminorenne.
Se ne discute, del resto in tutto il mondo, e la tendenza è abbassare la soglia
di non punibilità verso i dodici anni. Gli studi di psicologia dell'età
evolutiva, e il semplice buonsenso, dimostrano che a 12 anni un essere umano è
perfettamente in grado di distinguere fra bene e male, dunque di scegliere fra
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fare. Di conseguenza un atto socialmente
pericoloso o dannoso dovrebbe essere punibile.Prendiamo il caso dei ragazzini
di Ferentino, Frosinone, dove è avvenuto l'ennesimo sfregio ai nostri beni
culturali. I reperti archeologici sono in pieno centro, visibile vanto e
patrimonio della cittadina, prima ancora che dell'umanità: i ragazzi sapevano
di danneggiare un bene pubblico. Sapevano anche, i cialtroncelli, di
svillaneggiare il Bello e la Storia, anche se loro non scrivono queste parole
con la maiuscola. Non è possibile infatti ignorare il valore del Bello e della
Storia dopo cinque anni di scuole elementari e uno, due o tre, di scuole medie.
Neanche il più accanito critico dei nostri insegnanti e dei nostri istituti
scolastici potrebbe sostenere che nei primi cinque-sei-sette anni di studio i
bambini/ragazzi non vengono avviati a rispettare, o addirittura apprezzare, i
lasciti del passato.Il gesto di quei ragazzi, dunque, è volontario. Non sono
andati alla stazione per imbrattare i treni, né allo stadio a scrivere insulti
contro l'allenatore. No, sono andati in piazza Mazzini per colpire a colpo
sicuro un bene culturale, un patrimonio artistico. E attenzione, Ferentino non
la periferia sperduta nel brutto di una città industriale. È stata fondata
trecento anni prima di Roma, le sue mura furono costruite con blocchi di pietra
a incastro, di anche 25 metri cubi, ed è ancora possibile ammirare delle
stupende porte antiche. Quei ragazzi sono certamente cresciuti sentendo dire,
ma non imparando, che è toccato loro di crescere in un bellissimo borgo
prezioso. Certamente hanno sentito anche declamare i versi di Orazio «Se ti
piace la tranquillità e il sonno fino al levar del sole, se ti infastidiscono
la polvere e lo strepito dei carri e le osterie, ti consiglierei di andare a
Fermentino». Orazio probabilmente non sarebbe più di questo parere, ma i
ragazzi devono imparare che non si offende impunemente quel bene comune che
hanno voluto colpire. Niente ceffoni, mi raccomando, ma qualche sabato
sacrificato in un istituto per il restauro, a vedere ragazzi poco più grandi di
loro che sgobbano per pulire un coccio d'anfora, sì.www.giordanobrunoguerri.it
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