ECCO COME GLI SCIENZIATI TRUCCANO LE LORO RICERCHE - E' il risultato di
un censimento condotto da tre ricercatori dell'Albert Einstein di New York e
dell'Università di Washington. Molte le pubblicazioni macchiate da frodi di
vario tipo. – 3 ottobre 2012 - http://www.cadoinpiedi.it
Di questi ultimi tempi siamo
soliti pensare alle truffe, alle frodi e agli "inciuci" insieme al marcio
che sta in politica. E invece il marcio si scopre anche laddove non pensavamo,
dove ci sentivamo più tutelati, e cioè la medicina. Ebbene sì, anche tra i
camici bianchi, ogni tanto, si froda, soprattutto quando si fa ricerca. Da un
censimento delle pubblicazioni scientifiche in medicina e biologia risulta un
aumento di esperimenti macchiati da frode, falsificazione dei dati, visite a
pazienti immaginari, ritocco delle immagini di laboratorio.
Il tutto è portato a galla da
Repubblica, che scrive: "Il fenomeno è nel complesso modesto. Dei 25
milioni di articoli pubblicati su riviste mediche dal 1940 al maggio 2012,
quelli ritrattati (cioè ritirati per errori gravi o frodi) sono 2.047. In
percentuale però il numero di studi depennati è quasi decuplicato tra 1976 e
2007. Allora lo stigma della ritrattazione colpiva 10 articoli su un milione.
Oggi si è arrivati a 96. E quel che è più grave, secondo il censimento di
Proceedings of the National Academy of Sciences, è che solo uno studio su tre
viene ritirato per uno sbaglio commesso in buona fede. In due terzi dei casi è
con l'intento di ingannare che i dati scientifici vengono manipolati.
L'obiettivo, come nello sport, è arrivare primi per aggiudicarsi credito in un
mondo della scienza sempre più competitivo e a corto di fondi. "
Sono tre i ricercatori
dell'Albert Einstein di New York e dell'Università di Washington autori del
censimento e, per scrupolo, hanno deciso di scavare a fondo e analizzare ogni
singolo caso. E la buona fede l'hanno trovata in molti meno casi rispetto a
quelli che credevano. Continua Repubblica: Nel 67,4% di ritrattazioni dovute a
cattiva condotta, il 43,4% è stato causato da frode vera e propria (casi
concentrati in superpotenze della scienza come Usa, Giappone, Germania). Il
14,2% è un articolo che riproduce dati prodotti dalla stessa équipe, ma già
pubblicati su un'altra rivista. Il 9,8% è un copia e incolla di risultati di
altri scienziati (soprattutto in paesi emergenti come India e Cina).
Si scopre che la maggior parte
dei colpevoli sono truffatori seriali e abituati a sofisticare, per così dire,
i dati. Tra questi l'anestesista giapponese Yoshitaka Fujii si è visto
ritrattare la cifra record di 193 studi su 23 riviste diverse; oppure Hyung-In
Moon che è riuscito a "piratare" gli indirizzi mail dei suoi
revisori, inviando alla rivista giudizi lusinghieri. E così che 35 suoi
articoli sono stati depennati dall'archivio mondiale della scienza. In quella
poi che il direttore della rivista The Lancet nel 2006 definì "la più grande
truffa condotta da un singolo scienziato", l'oncologo norvegese Jon Sudbo
inventò i dati di ben 900 pazienti.
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