martedì 26 giugno 2012


“Il buon medico è obiettore”, parla Renzo Puccetti - Avviata la campagna UCCR in difesa della libertà di coscienza – 25 giugno, 2012, http://www.uccronline.it/

Come abbiamo già informato, il 6 giugno 2012 la Consulta di Bioetica Laica (già nota per altre vicende) ha avviato una crociata contro il diritto dei medici di essere obiettori di coscienza nei confronti dell’interruzione della vita dell’essere umano nella prima fase della sua esistenza (tecnicamente “aborto”). L’intollerante campagna è stata chiamata “Il buon medico non obietta”, e ha il chiaro intento di debellare l’obiezione di coscienza dei medici (grande ospitalità sui media e volantinaggio fin dentro gli ospedali).

UCCR ha voluto contattatare alcuni medici, giuristi ed esperti di bioetica per chiedere loro un parere su questa azione intimidatoria verso la libertà di coscienza

Il dott. Renzo Puccetti, è specialista in medicina Interna, membro della Research Unit della European Medical Association, referente per l’area bioetica della società medico-scientifica interdisciplinare Promed Galileo e socio fondatore dell’Associazione Scienza & Vita. Ha cortesemente risposto così ad alcune nostre domande:

“Dott. Puccetti, perché lei ha deciso di essere obiettore di coscienza?”
«Perché è la cosa più naturale che il medico non uccida gli esseri umani, così come è naturale che un ingegnere non progetti ponti destinati a crollare. La parola “medico” deriva dal sanscrito “madh” che indica colui che che sa e colui che cura. Questo è il medico, colui che cura perché sa farlo. L’aborto è l’uccisione di un essere umano su indicazione di un altro essere umano che stabilisce la diagnosi e che indica al medico come unica cura detta uccisione; beh, credo sia difficile negare che l’aborto abbia davvero poco a che fare con la vera medicina, per questo, appena laureato, scrissi al medico provinciale, allora si faceva così, la mia dichiarazione di obiezione di coscienza, una scelta che non mi ha portato alcun beneficio economico o di carriera, ma che ha portato un enorme beneficio alla mia coscienza.»

 “Cosa ne pensa di questi tentativi di limitare la libertà del medico, obbligandolo a compiere azioni contro la sua coscienza?”
«Sono la sostanza feroce che si cela dietro l’apparenza melliflua del buonismo relativista. Da un lato la bioetica relativista adotta il dogma dell‘assenza di verità ed il conseguente precetto assoluto che tutto è buono, purché liberamente scelto, ma dall’altra questa stessa bioetica si fa latrice di un attacco alla libertà di dire “no” di fronte a determinate richieste come quella di abortire. C’è qualcosa d’incoerente in tutto questo; sbaglierò, ma ho l’impressione che abbia a che fare con l’odio per colui che si sottrae alla logica del “tutti partecipi, tutti d’accordo, nessun misfatto, tutto è bene”, forse il medico obiettore disturba questo disegno.»

“I medici obiettori sono accusati di non essere dalla parte della donna, cosa ne pensa lei?”
«Questa è la più grossa sciocchezza sotto il profilo scientifico. Abbiamo una mole di dati a questo proposito. È stato dimostrato dallo studio STAKE, una valutazione di tutte le donne in Finlandia per un periodo di oltre 14 anni, che la mortalità totale delle donne che abortiscono ad un anno dall’evento è tre volte maggiore rispetto a quella delle donne che danno alla luce un figlio. È stato dimostrato sia dall’American Psychiatric Association che dal British Royal College of Psychiatrists che l’aborto non offre nessun beneficio effettivo in termini di salute mentale per la donna, l’aborto è cioè sotto questo profilo un intervento futile. Infine è da poco uscito su PlosOne, una delle riviste ad impatto scientifico più alto, uno studio che sfata un altro mito, quello per cui attraverso la legalizzazione dell’aborto si riduce la mortalità materna, cioè la mortalità entro 14 giorni dal termine della gravidanza: l’analisi condotta su 50 anni di mortalità materna in Cile ha mostrato che la proibizione legale dell’aborto ha condotto ad una riduzione delle donne morte. Per questi fatti, per delle evidenze scientifiche, posso affermare con serenità che la contrarietà all’aborto significa essere dalla parte delle donne.»

“Perché secondo lei ci sono così tanti medici obiettori (80% in Italia, 86% negli Usa)?”
«Ci sarebbe da stupirsi del contrario. Affermare che il buon medico non obietta significa sostenere che i medici obiettori non sono buoni medici? Se così è si tratta di un’affermazione offensiva nei confronti della quale sarebbe interessante valutare i profili di responsabilità legale. Significa che l’aborto è un bene perché è legale? Ma allora anche l’obiezione è legale, allora perché attaccarla? Forse la stragrande maggioranza dei medici non effettua né partecipa agli aborti perché la scienza ci ha dimostrato chiaramente che dal momento della fecondazione si è in presenza di un essere umano vivente unico ed irripetibile, cioè di un valore incondizionato, una preziosità che la maggioranza dei medici intende quale propria missione tutelare e non sopprimere.»


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