Malato di Sla, sceglie di moriresuicidio assistito per l’ex assessore -
Vittorio Bisso, esponente del Pdci veneziano, raccontò il suo male in Facebook.
Il viaggio in una clinica svizzera: «Noi per lo Stato non esistiamo», Monica
Zicchiero,27 giugno 2012©, http://corrieredelveneto.corriere.it
DOLO - L’annuncio è arrivato dal
sindaco Maddalena Gottardo ieri alle 17, all’inizio del consiglio comunale. «E’
mancato un caro amico e una persona importante per la città, il consigliere dei
Comunisti Italiani Vittorio Bisso», ha detto visibilmente provata. E’ rimasta
nell’aria la notizia che tutti gli amici sapevano: Vittorio, 55 anni, era
ammalato di Sla ed era partito lunedì per la Svizzera per porre fine alle sue
sofferenze. Non aveva fatto mistero delle sue intenzioni, postate ciclicamente
sul profilo Facebook dove lo seguivano parenti, amici e collaboratori. Lo
scorso febbraio aveva raccontato alla sua città che non aveva intenzione di
lasciare che il suo alito restasse attaccato ad un respiratore slegato dalla
sua consapevolezza e dalla sua volontà e aveva scelto di spiegare la sua
battaglia lo stesso giorno nel quale aveva nominato la moglie Marisa Piovesan
amministratore di sostegno con un atto presentato dal suo legale, Massimiliano
Stiz, al Tribunale di Dolo.
Bisso durante le cure
Nel documento anche il suo
testamento biologico che scandisce la sua volontà: non subire «accanimento
terapeutico». La moglie dovrebbe tornare oggi, per la cerimonia laica di
commiato gli amici e compagni attenderanno qualche giorno. Ufficialmente,
Vittorio è andato in una clinica in Svizzera. Punto. Suicidio assistito è
espressione che non si pronuncia, neanche il suo avvocato Massimiliano Stiz
parla di scelta di fine vita. La legge italiana non tollera certe iniziative,
ma quella svizzera si adegua alle norme che prevedono di comunicare subito
all’anagrafe delcomune di residenza il decesso di un cittadino straniero. Così
ieri mattina la notizia è arrivata a Dolo e gli amici hanno postato su Facebook
il loro saluto sulla sua bacheca. Nel suo profilo le info sono un testamento
laico. Citazione preferita: «Voglio decidere io della mia vita…» e i puntini di
sospensione dicono nella grafia ciò che è la sospensione a fine vita per alcuni
destini. Destino non è la parola che Vittorio avrebbe scelto, «ateo e poi ateo»
si definisce nel suo profilo sul social network, lui che si era fatto pure
«sbattezzare perché era avvelenato dal fatto di non poter disporre della
propria vita e aveva detto a tutti che non voleva finire intubato senza
coscienza», racconta l’ex consigliere regionale Nicola Atalmi. Ma se non chiami
destino il fatto che ti comunichino di essere ammalato di Sclerosi laterale
amiotrofica praticamente lo stesso giorno in cui ti riconoscono la pensione
anticipata per essere stato esposto all’amianto, allora bisogna dire sfortuna.
Si può dire, ma è una parola che si pronuncia una sola volta nell’esistenza di
chi si è messo sempre dalla parte degli ultimi, nel partito da sempre come
assessore comunale allo Sport a Dolo, come consigliere in Provincia con la
giunta di sinistra di Davide Zoggia, ancora consigliere a Dolo e un impegno nel
gruppo di Comunisti Italiani in Regione fino alla scorsa legislatura.
Una volta sola, sfortuna, come a
definire un dato di fatto, una constatazione, poi si va avanti. «Ha sempre
affrontato con grande ottimismo la malattia - racconta il compagno mestrino di
partito Francesco Di Cataldo - la sua passione erano le maratone e la
motocicletta e ha continuato a correre finché ha potuto. Era sereno, si
muoveva, si informava e si proponeva per ogni nuova sperimentazione, nuove
terapie». La scorsa estate era stato in Thailandia per un trapianto di
staminali, le foto su Facebook lo ritraggono in piscina durante la sua
permanenza in ospedale. Nella galleria di immagini ci sono anche gli articoli
di giornale nei quali reclama la possibilità di fare testamento biologico e le
foto di atleti in lotta contro la Sla come Hemerson. Dopo l’estate la malattia
ha preso il sopravvento, il lento fermo del corpo, i muscoli che non rispondono
e a febbraio la decisione di nominare la moglie amministratore di sostegno.
L’associazione Luca Coscioni ha
lanciato la sua denuncia sul testamento biologico: «Oggi è Vittorio Bisso
malato di Sla che da Dolo, in provincia di Venezia, reclama inmodopubblico per
sé, ma anche per tutti i cittadini, il diritto di poter decidere sul proprio
fine vita attraverso il testamento biologico. Anche in Veneto non mancano i
comuni che hanno voluto negare questo diritto lasciando inascoltate le richieste
dei cittadini per l’istituzione del registro comunale dei testamenti
biologici». «Vittorio è un uomo e un compagno che combattuto malattia con un
coraggio invidiabile - sospira ora l’avvocato Stiz -. In questo Paese malattia
e sofferenza sono all’ordine del giorno ma c’è un’ispirazione religiosa che
muove il Parlamento che non sente la necessità di intervenire su questo tema
che interessa chi soffre, ma la cosa non è nella sensibilità di chi governa.
Vittorio ha vissuto in grande coerenza con i suoi principi, fino alla fine».
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