La Corte Superiore del Massachusetts respinge crociata laicista - Il
Pledge of Allegiance e le parole “under God” non discriminano nessuno - 14
giugno, 2012, http://www.uccronline.it/
L’ultima volta che i laicisti ci
hanno provato è stato nel giugno 2011,
ma la Corte Suprema americana ha confermato piena costituzionalità al
cosiddetto Pledge of Allegiance, ovvero il giuramento di fedeltà agli Stati
Uniti e alla bandiera nazionale, il quale contiene le scandalose parole: “under
God“ (un po’ come noi, che fra qualche ora canteremo “Iddio la creò” durante
l’Inno nazionale, prima di assistere alla partita Italia-Croazia).
In questi giorni è stato un
giudice della Corte Superiore del
Massachusetts a respingere una causa legale intentata da una coppia di atei
contro il Pledge of Allegiance, poiché pare che soltanto citare la frase “under
God” (o ascoltare gli altri che lo fanno) crei profondi disturbi psicologici ai
loro figli (gli americani recitano questo giuramento ogni mattina, in tutte le
scuole).
Il giudice S. Jane Haggerty ha
concluso che la recita quotidiana del Pledge,
con quelle parole, non viola i diritti dei querelanti in virtù della
Costituzione del Massachusetts, non viola le regole contro la discriminazione
del distretto scolastico e non viola la legge dello Stato. Anche perché i
ricorrenti, come hanno d’altra parte riconosciuto, hanno tutto il diritto di
rifiutare di partecipare al Pledge.
Le motivazioni sono state anche
altre, si è fatto notare ad esempio che la recita quotidiana è un esercizio
patriottico volontario e l’inclusione della frase ‘under God’ non ne consente
la trasformazione in una preghiera, ma piuttosto ha lo scopo di riflettere
sulla storia e sulla filosofia politica degli Stati Uniti.
Anche negli USA il laicismo
-attraverso queste intolleranti crociate- permette dunque di colmare vuoti
legislativia sostengo di una religiosità pubblica, come antropologicamente è
quella cristiana. In Italia, grazie all’associazione fondamentalista UAAR,
accade la stessa cosa: proprio nel dicembre scorso, grazie ad una loro crociata
anticlericale, il Consiglio di Stato ha preso per la prima volta posizione
sulla presenza delle autorità religiose nelle scuole, riconoscendone la piena
legittimità e dunque l’impossibilità di chiunque ad opporsi, ad esempio, alla
visita di un vescovo.
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