La commercializzazione di EllaOne è un inganno per la donna - L’unica
alternativa è il ritiro in quanto è in contraddizione con la legge italiana - Raffaele
Marmo - 14 giugno, 2012, http://www.uccronline.it
Continua la polemica su EllaOne,
la pillola dei 5 giorni che, dopo essere stata approvata dal Consiglio
Superiore di Sanità nel giugno del 2011 e dopo aver ottenuto il via libera
dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nello scorso novembre, dal 2 aprile 2012
è in commercio anche in Italia come già avviene in altri 24 Stati europei.
In merito a tale polemica è
intervenuto in un’intervista al settimanale ”Tempi” il dott. Renzo Puccetti,
specialista in medicina Interna e membro della Research Unit della European
Medical Association, soffermandosi su alcuni aspetti spinosi dei quali abbiamo
già ampiamente parlato in precedenza. Secondo il dott. Puccetti il principale
problema di EllaOne non è tanto rappresentato dalla possibilità di uso
scorretto di tale pillola (ad esempio attraverso l’acquisto online), bensì
proprio dalla commercializzazione in sé di un farmaco che «è in contrasto con
la nostra legge», in quanto EllaOne viene presentato come “contraccettivo
d’emergenza” dal solo effetto antiovulatorio, sebbene sia dimostrato che possa
anche impedire l’impianto dell’embrione in utero (effetto antinidatorio), con
conseguente aborto dell’embrione.
A conferma di questo potenziale
abortivo, l’AIFA ha infatti introdotto l’obbligo per il medico di prescrivere
il farmaco solo una volta che la donna dimostri di non essere incinta dopo
essersi sottoposta a un test di gravidanza, necessario proprio per evitare
aborti. Un paletto che però secondo Puccetti non scongiura del tutto la
possibilità di aborti: «Mettiamo che una donna abbia il rapporto sessuale di
domenica, giorno in cui ha ovulato. Il lunedì va a chiedere la “pillola dei 5
giorni dopo” al pronto soccorso e lì le dicono che ci vuole il test di
gravidanza. Così lo fa il lunedì mattina e l’esito arriva dopo poche ore.
Peccato che risulterà negativo, anche se è incinta, così la donna prenderà la
pillola e abortirà». Questo «perché se l’ovulazione è già avvenuta e l’embrione
è fecondato, ma non ancora annidato in utero, il test non lo vede. Così
l’effetto della pillola è solo antinidatorio dell’embrione. Non più
antiovulatorio».
Secondo il medico, quanto accade
per EllaOne «è come per la Ru486. All’inizio si pensava che ponendo dei paletti
(si può somministrare solo in ospedale) la gente non l’avrebbe usata. Ora i numeri
del suo utilizzo sono in aumento. Perché la convenienza è sia economica sia
psicologica (ai medici non sembra di partecipare attivamente all’aborto). Per
altro la donna può firmare le dimissioni e abortire a casa». L’unica vera
alternativa è dunque il ritiro di questo farmaco dal commercio poiché «la
posizione del male minore in questi casi è perdente. Primo, perché non lo si
ottiene, i paletti infatti sono continuamente infranti o raggirati. Secondo,
perché nessuno ha educato le coscienze a cosa sia davvero la pillola e al
valore della vita dell’embrione».
Lo stesso è stato richiesto, dopo
pochi giorni dal suo arrivo nelle farmacie, da 85 parlamentari bipartisan
aderenti all’“Intergruppo per il valore della vita” attraverso
un’interrogazione parlamentare al Ministro della salute Renato Balduzzi,
chiedendo se quest’ultimo «non ritenga che la presentazione del farmaco
“EllaOne” come antiovulatorio sia in contraddizione con i dati in letteratura,
e se non sia pertanto contra legem e conseguentemente fuorviante indurre le
donne, attraverso un’informazione non corretta, ad utilizzare il prodotto al
fine di prevenire un concepimento, cioè come metodo anticoncezionale, mentre il
meccanismo è prevalentemente antiannidamento o abortivo». Chiedono inoltre se
non sia il caso di «sospendere la commercializzazione del farmaco, posto che
Ellaone – nel rendere l’endometrio inospitale per l’annidamento del
concepimento – risulta agire attraverso un meccanismo post-concezionale
anti-annidamento che non è compatibile con la legislazione italiana».
Nessun commento:
Posta un commento