giovedì 14 giugno 2012


Permettere tutto, ossessione inglese di Elisabetta Del Soldato -  Il via libera alle nozze gay promesso dal primo ministro conservatore David Cameron è solo l’ultimo episodio di una ormai lunga rassegna di permessi accordati dalle autorità pubbliche del Regno Unito a esperimenti e pratiche che comportano gravi violazioni della natura  e della dignità umana: dalle manipolazioni degli embrioni alla creazione in laboratorio di chimere uomo-animale - Avvenire, 14 giugno 2012

Si chiude oggi la consultazione pubblica che il governo britannico ha aperto qualche mese fa sulla legalizzazione del matrimonio tra omosessuali. I risultati della consultazione non saranno noti prima della fine dell’anno ma è già chiaro – lui stesso lo ha confermato in più di un’occasione – che il premier conservatore David Cameron farà il possibile per vedere il matrimonio gay legalizzato entro il 2015. Solo due giorni fa, dopo un attacco senza precedenti da parte della Chiesa anglicana che ha definito il matrimonio gay un «accordo consumista», un portavoce di Downing Street ha ribadito le intenzioni dell’esecutivo. «Il governo – ha dichiarato – crede che il matrimonio sia una delle istituzioni più importanti della nostra società e i documenti che accompagnano la consultazione mettono in chiaro che nessuna organizzazione religiosa sarà costretta a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso». Ma è chiaro a tutti che S non sarà così semplice per le Chiese rifiutare alle coppie omosessuali il rito del matrimonio: facile immaginare che numerosi casi potrebbero finire dritti alla Corte europea dei diritti umani.
Se lo Stato legalizzasse il matrimonio tra persone dello stesso sesso – «Sspiega l’esperto giuridico della Bbc Clive Coleman –, e una coppia fosse profondamente religiosa al punto da desiderare che il matrimonio venisse celebrato in Chiesa, ne potrebbe nascere una causa legale contro un’istituzione religiosa sulla base dell’articolo 9 della legge sui Diritti umani che protegge libertà di pensiero, di coscienza e di religione». Coleman non esclude che in futuro le Chiese possano sentirsi costrette, nonostante la legge non lo imponga, ad aprire le porte alle coppie omosessuali. Non sarebbe certo la prima volta che una legge inglese viene lasciata in balìa di differenti interpretazioni, soprattutto se regola aree che hanno implicazioni etiche, morali e religiose. Prendiamo per esempio il suicidio assistito. La legge dice che è illegale e punibile fino a 14 anni di reclusione, ma nessuno fino oggi nel Regno Unito ha trascorso un solo giorno in prigione per aver aiutato un’altra persona a morire sebbene i casi siano stati numerosi.
Dopo la vicenda della malata di sclerosi multipla Debbie Purdy, che voleva sapere se il marito sarebbe finito in prigione dopo averla accompagnata in Svizzera per farla morire, è ancora più facile oggi in Gran Bretagna assistere una persone a togliersi la vita: basta essere in grado, secondo quanto ritengono le nuove linee guide introdotte dalla Procura generale un paio d’anni fa, di dimostrare che si è agito per semplice «compassione». Anche gli esperimenti sugli ibridi – embrioni creati da materiale genetico umano e animale – sembravano assolutamente intollerabili da legge e società britanniche, fino al giorno in cui un gruppo di scienziati è riuscito a convincere il governo che la loro creazione era essenziale non solo allo sviluppo della scienza ma anche alla creazione di staminali per la cura di malattie devastanti. Nessun embrione ibrido è riuscito finora a curare una malattia, ma la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea), l’ente pubblico  che regola il campo dell’embriologia e della fecondazione artificiale in Gran Bretagna, continua a emettere licenze, in nome della scienza, s’intende.
Anche la famiglia, che David Cameron aveva promesso di voler difendere a spada tratta perché «è alla base di una società sana», sembra sempre più in pericolo. I bioeticisti del Nuffield Council on Bioethcis hanno appena dato l’ok alla creazione di un embrione da due donne e un uomo per prevenire la trasmissione di malattie genetiche. Una tecnica, secondo David King di Human Genetics Alert, «non solo inutile ma anche pericolosa perché crea un precedente e apre la strada al design di bambini geneticamente modificati». Uno scenario lontano mille miglia dalla famiglia vera che Cameron aveva detto di voler proteggere. 

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