lunedì 11 giugno 2012


Anche la German Medical Association contro eutanasia e suicidio assistito - Prende posizione la presidente del Royal College of General Practitioners e l’ente di medici tedeschi. – 9 giugno, 2012, http://www.uccronline.it

La cultura cattolica è molto impegnata nel dibattito culturale circa la bioetica, ovvero le questioni morali legate alla medicina e alla biopolitica. E’ a tutti nota la posizione della Chiesa in difesa dell’essere umano dall’inizio del suo esistere (concepimento) alla morte naturale, respingendo da secoli attacchi gnostici, eugenetici, socialdarwinisti, nazisti e oggi radicali e laicisti, che hanno sempre voluto mettersi al posto di Dio (della natura per chi non crede), arrogandosi il diritto di decidere chi deve nascere e chi deve morire.

I più grandi alleati della Chiesa in questo dibattito, per quanto riguarda l’aborto, sono i medici e la tecnologia. Gli abortisti infatti sono costretti ad organizzare sempre più frequenti attacchi alla libertà dei medici di obiettare di fronte al lievitare del numero -attorno al 90%- di chi si rifiuta di eseguire l’uccisione di un essere umano, operazione chiamata tecnicamente “aborto”. Tutto è aiutato anche dall’ecografia 4D, che introduce anche la dimensione del tempo nell’osservazione del feto nel grembo materno, permettendo così alla donna di rendersi conto dell’abominio che sta compiendo. Non è un caso che il movimento pro-life negli USA stia finanziando l’acquisto di questi macchinari per permettere che ogni ospedale possa averne uno in dotazione.

Rispetto all’eutanasia, altro grande tema bollente dei nostri giorni, la questione non cambia: i grandi alleati alla voce cattolica e a tutti coloro che hanno a cuore il rispetto della vita umana (tra cui molti non credenti e agnostici), sono ancora una volta i medici, gli scienziati. Oggi, ad esempio, nel Regno Unito l’80% dei medici è contrario a eutanasia e suicidio assistito, secondo uno studio della rivista Palliative Medicine e proprio in questi giorni il presidente del Royal College of General Practitioners, Iona Heath, ha assunto attraverso uno studio  sul prestigioso British Medical Journal una posizione molto forte contro la legalizzazione del suicidio assistito.

L’Ordine dei medici francese pochi mesi fa ha condannato il dott. Bonnemaison, accusato di aver praticato eutanasia su quattro pazienti, mentre la New Zealand Medical Association un mese fa ha annunciato in un comunicato che l’eutanasia non è una pratica etica e non può essere tollerata in alcun modo. L’opposizione, ha continuato l’associazione professionale, rimarrà identica anche se la politica dovesse depenalizzarla o renderla legale.

Pochi giorni fa anche la German Medical Association, l’organo ufficiale di coordinamento dei medici tedeschi,  ha ribadito il deciso rifiuto verso l’eutanasia attiva (come già aveva fatto nel 2004) così come “l’uccisione del paziente”, affermando che «il coinvolgimento dei medici nel suicidio non è un compito medico». Nello stesso comunicato si sono scusati dell’aborto e dell’eutanasia eugenetica praticata dai medici durante il periodo nazista, primo periodo storico in cui queste attività vennero realizzate in modo sistematico.

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