Anche la German Medical Association contro eutanasia e suicidio
assistito - Prende posizione la presidente del Royal College of General
Practitioners e l’ente di medici tedeschi. – 9 giugno, 2012, http://www.uccronline.it
La cultura cattolica è molto
impegnata nel dibattito culturale circa la bioetica, ovvero le questioni morali
legate alla medicina e alla biopolitica. E’ a tutti nota la posizione della
Chiesa in difesa dell’essere umano dall’inizio del suo esistere (concepimento)
alla morte naturale, respingendo da secoli attacchi gnostici, eugenetici,
socialdarwinisti, nazisti e oggi radicali e laicisti, che hanno sempre voluto
mettersi al posto di Dio (della natura per chi non crede), arrogandosi il
diritto di decidere chi deve nascere e chi deve morire.
I più grandi alleati della Chiesa
in questo dibattito, per quanto riguarda l’aborto, sono i medici e la
tecnologia. Gli abortisti infatti sono costretti ad organizzare sempre più
frequenti attacchi alla libertà dei medici di obiettare di fronte al lievitare
del numero -attorno al 90%- di chi si rifiuta di eseguire l’uccisione di un
essere umano, operazione chiamata tecnicamente “aborto”. Tutto è aiutato anche
dall’ecografia 4D, che introduce anche la dimensione del tempo nell’osservazione
del feto nel grembo materno, permettendo così alla donna di rendersi conto
dell’abominio che sta compiendo. Non è un caso che il movimento pro-life negli
USA stia finanziando l’acquisto di questi macchinari per permettere che ogni
ospedale possa averne uno in dotazione.
Rispetto all’eutanasia, altro
grande tema bollente dei nostri giorni, la questione non cambia: i grandi
alleati alla voce cattolica e a tutti coloro che hanno a cuore il rispetto
della vita umana (tra cui molti non credenti e agnostici), sono ancora una
volta i medici, gli scienziati. Oggi, ad esempio, nel Regno Unito l’80% dei
medici è contrario a eutanasia e suicidio assistito, secondo uno studio della
rivista Palliative Medicine e proprio in questi giorni il presidente del Royal
College of General Practitioners, Iona Heath, ha assunto attraverso uno
studio sul prestigioso British Medical
Journal una posizione molto forte contro la legalizzazione del suicidio
assistito.
L’Ordine dei medici francese
pochi mesi fa ha condannato il dott. Bonnemaison, accusato di aver praticato
eutanasia su quattro pazienti, mentre la New Zealand Medical Association un
mese fa ha annunciato in un comunicato che l’eutanasia non è una pratica etica
e non può essere tollerata in alcun modo. L’opposizione, ha continuato
l’associazione professionale, rimarrà identica anche se la politica dovesse
depenalizzarla o renderla legale.
Pochi giorni fa anche la German
Medical Association, l’organo ufficiale di coordinamento dei medici
tedeschi, ha ribadito il deciso rifiuto
verso l’eutanasia attiva (come già aveva fatto nel 2004) così come “l’uccisione
del paziente”, affermando che «il coinvolgimento dei medici nel suicidio non è
un compito medico». Nello stesso comunicato si sono scusati dell’aborto e dell’eutanasia
eugenetica praticata dai medici durante il periodo nazista, primo periodo
storico in cui queste attività vennero realizzate in modo sistematico.
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