Vaccino HPV: inutilità e controindicazioni - L’efficacia del vaccino
HPV (Papillomavirus) è stata verificata considerando la riduzione di incidenza
di displasie gravi e non del tumore, per cui invece è necessario attendere
30-40 anni, che non sono ancora passati! E' dunque informazione ingannevole
dichiarare che i vaccini prevengono il tumore e le autorità avrebbero l’obbligo
di intervenire. - 07 Marzo 2011http://www.saluteme.it
In diverse occasioni invece si
legge la conferma dell'efficacia del vaccino HPV nel prevenire il tumore, ma è
falso perchè allo stato attuale non c'è alcuna evidenza scientifica. Invece il
vaccino è consigliato e fornito gratuitamente alle giovani ragazze, inferiori a
12 anni, anzi alcune regioni lo forniscono gratuitamente anche ad età maggiori
(Vaccino HPV diversificato per regione ). Per quale motivo tanta espansività
della spesa pubblica per un tumore che non ha un'alta incidenza? Forse ci sono
pressioni indebite da parte dei fornitori?
Assunto che la profilassi
vaccinale con i vaccini attuali protegge dall’infezione di alcuni ceppi
associati come causa necessaria (ma non sufficiente) al 70% dei casi di tumore
(al riguardo non ci sono validi studi descriventi il pattern dei ceppi HPV
implicati nelle varie aree geografiche e il relativo peso), è necessario
continuare e migliorare lo screening con Pap test secondo le raccomandazioni
vigenti.
Ultimamente l'interesse dei
fornitori del vaccino si è spostato sugli uomini, con affermazioni che tendono
a sucitare allarme: "secondo un recente studio effettuato negli Stati
Uniti, la metà degli uomini della popolazione mondiale potrebbe essere stato
infettato dal papillomavirus umano o HPV". Dov'è la novità?
Poi si prosegue con altri numeri
gonfiati, ma è risaputo che l'HPV è molto diffuso, ciò non deve preoccupare.
Specificatamente le possibili evoluzioni dell’infezione da HPV sono:
regressione spontanea
(nell’80-90% dei casi);
persistenza prolungata e spesso
asintomatica (nel 10-15% dei casi);
progressione dell’infezione verso
lesioni precancerose che restano tali (nell’1% dei casi e solo in presenza di
una alterazione del sistema immunitario);
progressione delle lesioni
precancerose verso lesioni cancerose (nell’1% delle lesioni precancerose e in
presenza di una importate alterazione del sistema immunitario).
Quindi, la maggior parte delle
infezioni da HPV si risolve spontaneamente in circa 12-18 mesi e anche le
infezioni ad alto rischio tumorale guariscono da sole nel giro di pochi mesi,
senza lasciare conseguenze per la salute della donna.
Nel 10-15% dei casi, invece, il
virus convive per tutta la vita del soggetto che lo ospita nelle sue cellule e
non crea alcun problema (in questi casi il test per l’HPV sarà positivo (…)
Circa l’1% delle infezioni da HPV
danno luogo a lesioni precancerose che, se non identificate e/o non
opportunamente trattate, in organismi immunologicamente deboli e in una
percentuale inferiore dell’1% delle donne che le presentano, possono progredire
nell’arco di 20-50 anni in tumori della cervice.
Infatti, se un’infezione virale
molto comune come quella da HPV conduce allo sviluppo di un tumore così raro,
significa che la probabilità che l’HPV ha di causare carcinoma è veramente
eccezionale. In ogni caso, comunque, questo eccezionale processo richiede anche
molti anni per svilupparsi e abbisogna di una particolare e cronica deficienza
immunitaria.
Quindi, l’infezione da HPV è solo
un fattore di rischio e anche un rischio basso, la storia naturale
dell’infezione dipende solo dalla risposta immunitaria linfocitaria. La
migliore prevenzione, non solo per l'HPV resta l'uso del preservativo, almeno
per rapporti sessuali occasionali.
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