FECONDAZIONE ASSISTITA - Le derive della provetta - IL BUSINESS DEGLI
OVULI E I SEMI DEI DEFUNTI, 30 agosto 2012, http://www.avvenire.it
È stato e resta il divieto più
discusso e criticato della nostra legge, eppure la fecondazione eterologa ha
portato a pratiche selvagge su cui diversi Paesi sono dovuti intervenire in
senso più restrittivo. Trattasi della possibilità che il seme (oppure l’ovulo)
provengano da un soggetto esterno alla coppia. La pratica – invocata in
particolare dalle coppie omosessuali e da quelle in cui uno dei due sia
portatore di una malattia genetica – è alla base del “business” degli ovociti,
che ha stravolto la vita di migliaia di donne nei paesi del Terzo mondo, pronte
(complici massacranti cicli di iperstimolazione) a farne merce di scambio per
poche manciate di dollari. Ma il mercato degli ovuli è prolifico anche in Paesi
ricchi come Inghilterra e Stati Uniti, dove studentesse e adolescenti si
improvvisano donatrici per pagarsi studi o vacanze. La fecondazione eterologa è
anche all’origine di casi limite che hanno scatenato controversie giudiziarie:
dalle donne che hanno impiegato il seme di defunti (è accaduto, per esempio, in
Inghilterra) al fenomeno dei genitori-nonni (caso clamoroso quello italiano di
Torino, con mamma di 58 anni e papà di 70) per arrivare a quella dei padri che
disconoscono i figli in quanto non informati del ricorso all’eterologa da parte
della madre (la Cassazione ha dato l’ok se la scoperta viene fatta entro un
anno).
BIMBI “SALVATORI” PER CURARE I
FRATELLI MALATI
Nello spirito originario della
legge 40, il divieto di diagnosi pre-impianto è conseguente a quello di «ogni
forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti». La norma si
riferisce «agli interventi che, attraverso tecniche di selezione, di
manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad
alterare il patrimonio genetico dell’embrione e a predeterminarne
caratteristiche genetiche» (art.13). La pratica di selezionare embrioni,
invece, ha portato a effetti choc soprattutto in Gran Bretagna, dove l’Autorità
sulla fecondazione assistita ha individuato una lunga lista di malattie (e
rischi di malattie) per cui si può facilmente scartare un embrione. Fece
discutere, per esempio, nel 2008 il caso di una coppia di sordi che volevano
ricorrere a tecniche di fecondazione assistita e che si scontrarono con quanto
previsto dalla legge sulla selezione degli embrioni, che scarta automaticamente
quelli con problemi di sordità. Una pratica che ha inorridito i coniugi,
assolutamente contrari a rifiutare un bimbo sordo. Ma l’Inghilterra ha fatto di
più, avallando la selezione di “bambini medicina” (o “salvatori”), ovvero
selezionati sani in provetta e fatti nascere al solo scopo di garantire
materiale biologico di ricambio al fratellino affetto da una malattia genetica.
Eil primo “bimbo medicina” è nato in Francia, nel 2011, con un corredo genetico
selezionato ad hoc, ovvero completamente compatibile con i due fratellini
malati di beta talassemia.
EMBRIONI CHIMERA E FIGLI CON TRE
GENITORI
La legge 40 infine vieta
«qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano», «la produzione di
embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione», «interventi di
clonazione» e «la fecondazione di un gamete umano con un gamete di specie
diversa e la produzione di ibridi o di chimere». Limiti che fino all’apparenza
invarcabili e che invece la genetica spregiudicata degli ultimi anni ha
percorso in lungo e in largo, per fortuna al di fuori dei nostri confini. È
sempre il caso della vicina Inghilterra, che s’è spinta fino a concedere
l’ibridazione di embrioni umani con quelli animali al fine di creare cellule
staminali utili nella ricerca. Dopo una lunga battaglia parlamentare, la
creazione di “chimere” mescolando materiale genetico umano a quello bovino è
stata avallata, ma senza alcun esito: gli embrioni sono morti dopo 72 ore di
vita in laboratorio, risultando inutili. Da allora di ibridazione e chimere non
s’è più parlato. E in un binario morto è finita anche l’autorizzazione a
clonare, sia in Inghilterra che nei Paesi asiatici: la cosiddetta “clonazione
terapeutica” (che avrebbe dovuto fornire una miniera illimitata di organi e
cellule da usare anche per l’uomo) si è dimostrata fallimentare. E nel 2010 un
gruppo di ricercatori britannici dell’Università di Newcastle ha annunciato di
aver messo a punto una nuova tecnica di manipolazione genetica: una tecnica
riproduttiva che prevede tre genitori, cioè due corredi genetici impiantati
nell’ovulo della madre. Obiettivo? “Terapeutico”, pare:il bimbo dovrebbe essere
più sano.
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