FECONDAZIONE/ Ecco perché il super ticket non è uno scandalo - INT.
Elio Borgonovi, martedì 14 agosto 2012, http://www.ilsussidiario.net
Quella della regione Toscana, è
una «decisione di merito e non di principio». Elio Borgonovi, docente di
Economia delle aziende sanitarie all’Università Bocconi di Milano, commenta
così la decisione delle Toscana di elevare i prezzi dei ticket sulle Fivet, le
fecondazioni in vitro per la procreazione assistita. In futuro, una coppia
infertile “in attesa” potrebbe così arrivare a spendere fino a 500 euro per un
singolo tentativo. Ma le tecniche più complesse possono prevedere esborsi anche
di 700 euro a volta. Senza entrare nel merito dei problemi di carattere etico
che la fecondazione in vitro solleva e nemmeno in quelli di carattere giuridico
in termini di compatibilità con l’ordinamento italiano, Borgonovi spiega
perché, «difendere il diritto alla gratuità di queste prestazioni è fuori luogo
in questo momento storico».
Dopo la decisione della Toscana
di elevare i ticket per la fecondazione in vitro da 100 a 500 euro e più, molti
medici hanno spiegato che la gratuità di queste prestazioni è insostenibile. Lei
cosa ne pensa?
Che sia insostenibile è indubbio.
Ma, a mio avviso, il problema va affrontato da un altro punto di vista. Provo a
spiegarmi: nella misura in cui viviamo tempi in cui si chiedono sacrifici per
una serie di prestazioni mediche che dipendono meno dalla volontà dei soggetti
di quanto non dipenda invece il ricorso alla procreazione assistita, il fatto
di chiedere a chi decide di ricorrervi un giusto concorso alle spese sostenute
dall’ospedale non dovrebbe destare scandalo. A maggior ragione perché si tratta
di soggetti che esercitano una libertà. Anche se taluni la chiamano diritto, ma
qui ci sarebbe da fare puntualizzazioni che esulano dalle mie competenze…
La delusione tra le coppie “in
cerca di un bimbo” è forte commentano i giornali…
Io non mancherei di sottolineare
che questo tipo di scelta, da un punto di vista socio-economico, tende ad
essere una scelta di persone che possono permettersi questo innalzamento di
prezzo. E non mancano le analisi a dimostrarlo. Sembra brutto fare un discorso
di questo genere, però, in un periodo storico in cui vengono messi addirittura
in dubbio certi diritti fondamentali della persona, come il diritto alla salute
e all’istruzione, non mi sembra fuori luogo sottolinearlo. Anche perché la
scelta della regione Toscana è una scelta di merito e non di principio. Si
tratta di una decisione contingente alle circostanze attuali. E sostenere la
gratuità di simili prestazioni in questo momento storico è assurdo, proprio
perché non esistono ragioni di principio forte né ragioni di merito forti.
Quanto costa la fecondazione in
vitro se parametrata ad altre prestazioni sanitarie?
Quello riportato non è un costo
elevatissimo rispetto ad altre prestazioni offerte dagli ospedali. Basti
considerare che una giornata di degenza può supera gli 800 euro, fino 1000. E i
drg superano i 1500/2000 euro. Non è dunque un costo così elevato come può
sembrare. E nemmeno lo è la compartecipazione di chi ci ricorre.
Intanto, per la crisi, le persone
cominciano a “fare economia” anche sulle spese sanitarie. C’è da preoccuparsi?
È vero. In altri campi l’aumento
dei ticket arriva a portare delle persone a rinunciare a prestazioni giudicate
rilevanti per la propria salute. Recentemente sono aumentati anche in Italia
gli studi che mettono in evidenza come persone a basso reddito abbiano
rinunciato a farmaci e prestazioni sanitarie e rilevanti e significative a
causa del loro elevato costo.
(Matteo Rigamonti)
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