LEGGE 40/ Gambino: non esiste un diritto a un figlio sano - INT.
Alberto Gambino - mercoledì 29 agosto 2012 - http://www.ilsussidiario.net
Alberto Gambino, giurista ed
esperto di bioetica, interviene sulla sentenza della Corte di Strasburgo che
avrebbe rilevato una incoerenza nel nostro ordinamento tra due leggi, la legge
40 sulla procreazione assistita e la 194 sull’interruzione di gravidanza. I
coniugi Rosetta Costa e Walter Pavan - che non hanno affatto esaurito i gradi
di giudizio previsti dal nostro ordinamento - sono ricorsi a Strasburgo per
poter accedere alla Fivet e avere così un figlio sano, pur essendo portatori
sani di fibrosi cistica. In realtà la legge italiana consente l’accesso a
queste tecniche solo alle coppie infertili, vietandolo a chi può avere figli
per vie naturali.
Professore, che cosa è accaduto
con quest’ultima sentenza della Corte di Strasburgo?
La Corte di Stasburgo, in fase di
giudizio di prima istanza, dunque non definitivo e dunque con provvedimento
impugnabile, avrebbe affermato (il condizionale è d’obbligo perché ancora non
abbiamo il testo della decisione) che la legge 40 sulla procreazione assistita
sarebbe in contrasto con la legge 194 sull’interruzione della gravidanza, in
quanto quest’ultima consente di fare esami anche invasivi sul feto, come
l’amniocentesi, al fine di valutare la presenza di certe malattie genetiche,
mentre la legge 40 non consente di effettuare esami invasivi sull’embrione,
come la cosiddetta diagnosi preimpianto, con la quale si prelevano alcune
cellule per esaminarle.
La Corte ha bocciato dunque
l’impossibilità di accedere alla diagnosi preimpianto. Quali conseguenze ha
questa “bocciatura”? In che cosa si traduce dal punto di vista dell’accesso
alle tecniche?
Intanto dobbiamo aspettare una
decisione definitiva, poi se la tesi passasse significherebbe che coppie con
queste problematiche potrebbero chiamare a loro supporto i principi applicati
dai giudici di Strasburgo.
La Corte ha individuato una
“incoerenza” nella normativa del nostro ordinamento. Ma allora, ben venga la
sentenza della Corte europea: dobbiamo intervenire sulle nostre leggi. È così?
Ritengo che l’incoerenza non ci
sia. La legge 194 consente diagnosi sul feto perché effettuate con tecniche
aventi rischi ritenuti accettabili, mentre la legge 40 esclude tali diagnosi
perché sottrarre una o due cellule da un embrione di poche cellule significa in
diversi casi menomarne definitivamente l’integrità e provocarne la morte.
La Corte ha dato ragione a due
coniugi che vogliono ricorrere alla Fivet per avere la garanzia di un figlio
sano. Quali considerazioni suggerisce questo fatto? Esiste un diritto a un
figlio sano?
Non esiste un diritto a un figlio
sano, ma un interesse, un desiderio, che se assorto a diritto nella fase della
vita nascente con rischi di imperfezioni, farebbe retrocedere l’essere umano a
mero materiale biologico.
I giudici di Strasburgo nella
sentenza hanno richiamato l’articolo 8 della Convenzione: “ogni persona ha
diritto al rispetto della propria vita privata e familiare”. Che significa
questo riferimento?
Non è la prima volta che questo
articolo viene richiamato in un’accezione del tutto riduttiva, cioè come se la
vita familiare fosse solo quella dei desideri e delle aspettative della coppia
senza considerare la presenza e i diritti all’integrità fisica e allo sviluppo
dei soggetti più fragili, come coloro che sono stati appena concepiti . Così il
diritto alla vita privata e familiare finisce per trascurare indebitamente lo
spessore giuridico di diritti e interessi di altri esseri umani che fanno parte
della stessa famiglia.
Esiste la possibilità di una
deriva eugenetica?
Sì, esiste certamente la
possibilità di una deriva eugenetica se solo si riflette che proprio nel caso
della fibrosi cistica che ha dato origine a questo caso, l’esito di tanti esami
che danno un risultato infausto in realtà non implicano affatto che gli embrioni
saranno malati, ma che, come i genitori, saranno portatori sani della
patologia. È giusto eliminarli per questo? Allora la coerenza richiamata dalla
Corte implicherebbe che venissero eliminati anche i genitori… Questa sarebbe
selezione eugenetica aberrante. Perché, eliminare embrioni portatori sani come
i genitori non è lo stesso?
Non è la prima volta che due
ordinamenti, il nostro e quello europeo, entrano in conflitto.
Grazie al cielo non è un
contrasto tra ordinamenti, ma n vaglio di coerenza circa leggi tutte italiane e
trattandosi di interpretazioni, i giudici di Strasburgo possono sbagliare e non
sarebbe la prima volta.
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