PROPOSTE E POLEMICHE - Adozioni in crisi - Regole da cambiare, Laura
Silvia Battaglia, 30 agosto 2012, http://www.avvenire.it
L’istituto dell’adozione è in
crisi. Addirittura, l’Aibi, l’Associazione Amici dei Bambini, parla di «dati
preoccupanti» perché dalle 6mila richieste di idoneità da parte delle coppie
nel 2006 si è passati alle 3mila del 2011.
«Di questo passo – sottolinea il
presidente Marco Griffini – nel 2018 chiuderemo le adozioni». Il punto è capire
perché succede. E la risposta è semplice: l’adozione internazionale è un iter
lungo, pieno di ostacoli e, in alcuni passaggi, davvero difficile.In particolare,
il giudizio dei tribunali dei minori sull’idoneità delle coppie, ha reso il
percorso «inquisitorio, punitivo», rimarca Griffini. «Anzi, dico di più:
l’istituzione dei tribunali dei minori è una scelta medievale». La procreazione
assistita ha dato, poi, un’ulteriore botta alla pratica dell’adozione, sempre
meno attraente per le coppie.
Ecco perché ieri Aibi ha
presentato la proposta di riforma di legge 184/1983 sull’adozione
internazionale che è qualcosa di più di una proposta. «È una riforma culturale»
dice Aibi. I punti focali della proposta di legge sono sei ma il primo li
riassume tutti. «Puntiamo soprattutto a passare da un criterio di selezione a
un principio di accompagnamento delle coppie aspiranti, prima, durante e dopo
l’adozione», dice il presidente di Aibi. Un «atteggiamento culturale
necessario» anche perché, finora, «il percorso era troppo sbilanciato sul prima
adozione e molto poco sul dopo, e questo diventava uno dei deterrenti nella
scelta della coppia».
Con la proposta di legge non
dovrebbe più accadere anche perché, uno degli obiettivi è la riunificazione dei
percorsi paralleli (i servizi, i tribunali, gli enti), in uno solo, molto più
agile. E questo sarà possibile soprattutto eliminando il passaggio ai tribunali
cioè rendendo l’iter d’adozione solo amministrativo. Non solo: l’inserimento di
termini di conclusione dell’iter perentori (6 mesi o 9 mesi, non un giorno di
più o di meno) sarebbe finalizzato a non aumentare le ansie dei futuri genitori
e, sopratutto, a non fare gettare loro la spugna prima ancora di imbarcarsi in
questa avventura.
Non meno importante, la riduzione
dei costi di adozione che attualmente in Italia si aggirano intorno ai 18mila
euro con punte di 30mila. Griffini: «Per ridurre i costi è necessario anche
ridurre gli enti autorizzati a fornire questo servizio: l’Italia è una giungla,
ne abbiamo di molto piccoli e di grandi. Se da 66 enti di varia entità
venissero ridotti a 20, con una figura di riferimento per ogni Regione,
personale dipendente su ogni Paese straniero dove operano e riuscissero a fare
circa 200 adozioni l’anno, i costi si abbasserebbero in base alla legge
dell’economia di scala».
Altre innovazioni previste: la
totale gratuità del servizio per le coppie meno abbienti; l’inserimento
dell’adozione internazionale negli affari di competenza del ministero degli
Esteri con deleghe agli ambasciatori; estensione delle adozioni di bambini con
bisogni speciali ai single (durante il convegno è stata davvero straordinaria
la testimonianza di Silvia Kramer, una cittadina italo-americana che ha
adottato una bambina cinese non vedente); infine, la legalizzazione
dell’adozione per il nascituro, la promozione dell’affido internazionale per i
minori dei Paesi in emergenza umanitaria; il riconoscimento dell’istituto
islamico della kafala.
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