I VESCOVI FILIPPINI SI OPPONGONO ALL'IMPERIALISMO CONTRACCETTIVO - Mobilitazione
dei cattolici contro una proposta di legge per la riduzione delle nascite
ZI12081010 - 10/08/2012
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ROMA, venerdì, 10 agosto 2012
(ZENIT.org) - Secondo quanto riportato da una servizio della Catholic News
Agency e dalla EWTN News del 7 agosto *, i Vescovi delle Filippine e il popolo
cattolico si stanno opponendo in maniera significativa contro un progetto di
legge che favorirebbe politiche di riduzione delle nascite.
Il progetto di legge sui
cosiddetti “diritti riproduttivi” promuoverebbe educazione sessuale e sussidi
per l’uso di contraccettivi nelle scuole pubbliche.
I Vescovi hanno detto che se tale
progetto diventerà legge, questo sarà un evento “tragico e catastrofico” per le
Filippine.
Il tentativo del Congresso delle
Filippine è quello di andare al voto quanto prima. “Che Dio abbia pietà del
Congresso”, ha detto l’arcivescovo Angel N. Lagdameo di Jaro, già Presidente
della Conferenza Episcopale.
Il voto è previsto per martedì
prossimo ma alleati del Presidente Benigno Equino III vorrebbero svolgere il
voto già lunedì.
Fratel Melvin Castro, capo della
Commissione Episcopale per la vita e la
famiglia ha contestato il modo in cui si sta tentando di accelerare il voto.
"Stanno violando le regole. Stanno distruggendo l’essenza della
democrazia” ha dichiarato Fr. Castro.
Il capo della Commissione
episcopale ha rivelato anche il tentativo di mettere sotto pressione il
Presidente per evitare di far conoscere le ragioni degli oppositori alla
proposta di legge.
Nello stesso tempo il Presidente
Aquino III ha detto che c’è bisogno di ridurre il numero delle nascite
soprattutto tra la popolazione povera , per questo egli sostiene una educazione
sessuale e sulla salute riproduttiva per i cinque gradi della scuola pubblica.
Molti Vescovi hanno denunciato l’ingerenza di governi occidentali
per l’approvazione della legge in questione.
L’arcivescovo Ramon V. Arguelles
di Lipa, ha dichiarato che ci sono forze esterne che vogliono favorire “lo sterminio dei poveri e di quelli che
credono in Dio”. Il presule ha detto che il progetto di legge è “una
manifestazione di imperialismo e i sostenitori interni al paese sono dei traditori”.
Il Vescovo Arturo M Bastes ha detto che il progetto di legge ridurre le
capacità di Sviluppo della nazione perché per crescere e progredire c’è bisogno
di una maggiore popolazione.
Il progetto di legge – ha
aggiunto - vuole diminuire la popolazione filippina, riducendo le nascite, e questo
significa proporre “una cultura di morte, di oscurità e di peccato”. Sembra
inoltre che i sostenitori del progetto di legge stanno facendo un gioco
politico duro e minaccioso.
Un avvocato dell’isola di Samar
ha detto che di fronte alla richiesta di fondi per diversi progetti per il suo
distretto, gli è stato risposto che avrà il denaro solo a condizione che voterà
il progetto di legge per la riduzione delle nascite.
Il progetto di legge trova molte
resistenze anche nella popolazione. Il 4 agosto circa 60.000 persone hanno
marciato a Manila per opporsi alle politiche di riduzione delle nascite.
L’Arcivescovo Lagdameo spera che
il Congresso vorrà prendere altro tempo per discutere l’approvazione del
progetto di legge “così potranno vedere i tanti difetti e scegliere ciò che è
meglio per bene comune”
“Entrambi i rami della camera dei
rappresentanti – ha concluso l’Arcivescovo - dovrebbero tenere la mente aperta
per il bene comune”.
*
http://www.catholicnewsagency.com/news/bishops-protest-advance-of-philippines-reproductive-health-bill/
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