Coppie di fatto, Imu meno cara Il Prof punisce le famiglie - L'agevolazione
prima casa è riconosciuta per una sola abitazione. E spunta una tassa sulle
grandi opere, di Davide Giacalone, 24/04/2012, http://www.liberoquotidiano.it/
Le vie del fisco sono infinite,
ma infide. Si discute da anni, in un Paese che ama i problemi per poterne
discettare, escludendo di risolverli prima che cessino d’essere di moda, se
riconoscere o meno le coppie di fatto, siano esse mono o multisessuali. Dibattito
acceso e ozioso. Alla fine, però, si tassano le famiglie e si agevolano le
coppie di non sposati. Accade con l’Imu, ove l’agevolazione prima casa, in una
famiglia di moglie, marito e figli, è riconosciuta per una sola abitazione,
quindi non solo sale la tassazione, ma si restringe l’esenzione. Se quei due
non avessero avuto l’infelice idea di sposarsi potrebbero contare su due
detrazioni. Una situazione illogica, che ribalta non solo il dettato
costituzionale, ma anche il buon senso.
E nel decreto che oggi verrà
votato in Aula spunta pure la tassa che i Comuni possono far pagare ai
cittadini per realizzare le grandi opere
Da laico, non ho una visione
sacrale del matrimonio. Da persona ragionevole so che è socialmente utile
agevolare la vita di quanti mettono su famiglia e figli al mondo. Capisco il
fascino di far lavorare solo gli extracomunitari e la libidine di prendere
all’estero anche i governanti, ma avverto che questa specie di decadenza
nobiliare equivale alla cancellazione dell’Italia. Da essere umano inadatto
all’odio verso gli altri rispetto le scelte di ciascuno, né trovo alcunché da
ridire per quanti, quali che siano il loro gusti sessuali, intendano convivere.
Da cittadino che vive in uno stato di diritto, però, pretendo per i loro eventuali
figli le stesse tutele che hanno quelli nati da un matrimonio, ma mi rifiuto di
assegnare ai conviventi gli stessi privilegi che sono specifici dei coniugi,
ove, si badi bene, questi comportino costi per terzi. Quindi: i conviventi si
rechino pure in visita in ospedali e carceri (che idea disgraziata della
vita!); si dia libertà al morituro di stabilire a chi vuole lasciare i propri
beni; ma niente pensioni di reversibilità, tanto per fare un esempio. In
sintesi: ciascuno faccia quel che vuole, ma a spese proprie, con tutela per i
bambini e con agevolazioni per chi li fa nascere. Ecco, con l’Imu s’è fatto
l’esatto contrario, sicché, dopo chiacchiere interminabili, s’è buscato ponente
per i levante. Non per scoprire nuove terre, ma per mettere nuove tasse sulla
famiglia, da cui le non famiglie sono esentate.
Vorrei sapere cosa ne pensano
quegli ipocriti perdigiorno che da decenni ci fanno una capa tanta per spiegare
che la famiglia viene prima di tutto e che la famiglia legittima è solo quella
del matrimonio, meglio se santificato e, quindi unico, poi, però, collezionano
famiglie (ho visto che anche quelli di Comunione e Liberazione si separano, e
se non fossi estraneo al ramo direi: non c’è più religione) e, all’occorrenza,
votano a favore di chi discrimina negativamente le famiglie. Vorrei proprio
sentirli.
Due osservazioni ulteriori. La
prima: quei coniugi disgraziati potrebbero avere comprato la seconda casa, in
attesa di lasciarla ai figli, proprio mettendo in conto l’agevolazione che la
legge consentiva, ove si cambi regime, forse, sarebbe bene far salvo il
passato. Lo abbiamo già visto a proposito dello scandaloso tema dell’“abuso di
diritto”: pensare di punire chi s’è attenuto alla legge, ma lo ha fatto
traendone un vantaggio, è abominevole. La seconda: a me sta bene spostare la
pressione fiscale dai redditi ai patrimoni e ai consumi, ma “spostare” non è
sinonimo di “sommare”, e se le tasse sulla casa crescono quelle sul reddito
devono scendere. E senza fare i furbi, perché questa roba è stata promessa da
anni (soprattutto dal centro destra, che ne porta la responsabilità), nel
mentre crescevano tutti gli altri tributi.
Infine, è noto che i valori
catastali sono spesso irreali, nel senso di troppo bassi, ma è anche vero che
noi assistiamo al loro crescere, all’appesantirsi dell’aliquota e del
conteggio, al diminuire delle agevolazioni, nel mentre scendono i valori
commerciali degli immobili. Il tutto senza che calino neanche le tasse sulla
compravendita, per cui è costoso tenere gli immobili, ma anche venderli (male).
C’è un’espressione che sintetizza il concentrarsi sulle cifre smarrendo la
razionalità: dare i numeri.
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