Il robot italiano che imparerà imitando gli uomini di Giovanni Caprara,
Corriere della Sera, 24 aprile 2012, http://www.swas.polito.it
Hi-tech CoMan e iCub, i progetti
dell'Istituto di tecnologia di Genova.
«Le fibre in carbonio
riprodurranno i legamenti del nostro corpo»
Il prototipo che piace alla
Merkel avrà presto nuove abilità «Perfetto per i lavori in casa» Ricerca
allargata Ha 25 «fratelli» sparsi per il mondo: ogni miglioria viene riportata
al capostipite in Liguria
Giovani robot crescono
all'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova e ieri hanno incontrato i
ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo e il viceministro
dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli.
Gli androidi protagonisti del
meeting sono stati «iCub» e «CoMan», poco più alti di un metro, evoluti nelle
ultime settimane in modo significativo e pronti a un nuovo balzo prima
dell'estate.
«Crescono insieme - spiega
Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto - ma ognuno ci consente di
sviluppare in parallelo capacità diverse: il primo le facoltà cognitive di un
bimbo e il secondo quelle del movimento».
Ad iCub (Cub, cioè cucciolo)
hanno cambiato pelle e ora la nuova, arricchita di sensori più potenti, rende
il minuscolo umanoide più sensibile al tatto, più abile nell'interazione con
l'ambiente e quindi in grado di effettuare operazioni prima impossibili.
Ma anche le sue facoltà cerebrali
sono state perfezionate con algoritmi più elaborati che interpretano meglio gli
ordini vocali impartiti dai ricercatori.
«Rispetto a un anno fa non c'è
paragone - precisa orgoglioso Giulio Sandini, responsabile del gruppo Robotic
Brain and Cognitive Science dell'Iit e uno dei padri di iCub -.
Impara veloce ciò che gli
insegniamo.
Quando non capisce lo aiutiamo,
ad esempio, a prendere una tazzina e in questo modo acquisisce attraverso
l'azione».
Il piccolo iCub pesante 22
chilogrammi adesso è stato dotato di gambe, così si muove autonomamente
alimentato da batterie.
Grazie alle nuove possibilità
accrescerà la sua «intelligenza» perché aumenterà le esperienze prima limitate.
Ma iCub, fotografato assieme alla
cancelliera tedesca Angela Merkel e diventato simbolo della robotica europea,
non è solo.
Pur essendo nato nei laboratori
dell'Iit ha già 25 fratelli sparsi in Europa (essendo frutto di un progetto
dell'Unione) e negli Usa.
I ricercatori dei vari Paesi
sviluppano qualche parte e ciò che si ritiene utile viene poi integrato nel
capostipite genovese.
L'obiettivo è arrivare a
un'intelligenza analoga a quella di un bimbo.
Se iCub ha conquistato gli arti
inferiori, CoMan (da Compliant Humanoid) ha guadagnato quelli superiori.
Cresciuto sotto la guida di
Darwin Caldwell e Nikos Tsagarakis mirava sin dall'inizio ad avere giunti
flessibili e padronanza nella deambulazione.
«CoMan rappresenta un passo in
avanti verso la costruzione di robot più adatti a interagire con l'uomo»
sottolinea Tsagarakis.
Nei prossimi mesi molte sue parti
metalliche saranno sostituite da fibre di carbonio, materiali compositi e di
nuovo tipo che riprodurranno i legamenti.
Tutto servirà a renderlo più
agile, più leggero e meno avido di energia.
«Su ognuno sviluppiamo facoltà
diverse - nota Roberto Cingolani - e ciò consente di procedere più rapidamente
verso la meta ultima che ci siamo posti: un robot commerciale.
Sarà un efficiente compagno di
casa in grado di svolgere senza complicazioni mansioni domestiche, interagendo
facilmente con noi.
E naturalmente deve essere
economico per poter essere diffuso».
Ora l'Iit è una rete diffusa in
dieci centri distribuiti dal Nord al Sud e dove 1.041 ricercatori (molti stranieri)
lavorano per costruire il futuro in vari campi, salute compresa.
Un «modello» utile alla nostra
ricerca.
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