Tre ricercatori spiegano perché l’embrione è persona umana di Linda
Gridelli, 24 aprile, 2012, http://www.uccronline.it
Il guasto dell’impianto di
congelamento all’ospedale San Filippo Neri di Roma, che ha causato la morte di
94 embrioni, riporta all’ordine del giorno il dibattito sul principio della
vita umana, che taluni vogliono spostare dal suo momento naturale, cioè il
concepimento.
Quando lo spermatozoo, una
semplice cellula dell’uomo, entra nell’ovulo, un’altra semplice cellula della
donna e si fonde con esso, abbiamo una nuova vita, una nuova persona diversa da
chiunque altro. Certo, al momento questa persona è costituita da una sola
cellula, lo zigote, ma ha già i suoi 46 cromosomi con tutti i geni, cioè tutta
l’informazione necessaria per diventare la persona che sarà, se gli
permetteranno di crescere e non verrà incidentalmente scongelato, non avrà
altri problemi o non sarà intenzionalmente strappato dal ventre di sua madre e
gettato fra i rifiuti ospedalieri.
Nello stabilire l’inizio della
vita umana, ogni momento diverso dal concepimento è artificiale, strumentale e,
in una parola, falso. Dico “strumentale” perché declassare un embrione da
persona umana a semplice materiale biologico, come se fosse una provetta di
sangue, ha lo scopo di togliergli quella dignità che lo rende inviolabile. Evidentemente
si vuole fornire all’aborto una copertura morale, asserendo che ciò che viene
ucciso non è una persona, ma come un pezzo di carne crescente. Pare brutto
dire: “vogliamo il diritto di sopprimere i bambini nel ventre materno, se non
ci fa comodo che nascano”, meglio confondere le acque dicendo che bambini non
sono. Alcuni vogliono far iniziare la vita con la comparsa del sistema nervoso,
forse perché prima, non potendo soffrire, gli embrioni possono essere uccisi
con meno rimorsi; ma siamo poi sicuri, tra l’altro, che sia necessario un
sistema nervoso per soffrire? Non potremo mai sapere cosa provano ad esempio le
piante. Anche chi fa partire la vita dal momento non del concepimento, ma
dell’impianto nella parete uterina, mira a creare una specie di zona franca,
molto utile per la vendita di pillole del giorno dopo e spirali
intrauterine. Per l’occasione,
“Avvenire” ha intervistato alcuni esperti.
Giandomenico Palka, ordinario di
Genetica Medica all’Università di Chieti, ha risposto: «Nello zigote è già
insito il programma della vita della persona. Scegliere una tappa successiva
per decretarne l’inizio è puramente arbitrario… Zigote, blastocisti, embrione,
stiamo sempre parlando dello stesso bambino in ogni sua fase, senza soluzione
di continuità. Sono tutte tappe di un unico processo vitale che inizia con il
concepimento».
Roberto Angioli, primario di
Ostetricia al Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma, e membro del
consiglio direttivo della Società Italiana di Ginecologica e Ostetricia (SIGO),
ha affermato: «La vita inizia nel momento dell’unione dei due gameti…Lo zigote
concepito è la prima cellula che racchiude il DNA dell’individuo… Chi fa
iniziare la vita al momento della comparsa della stria neuronale riduce
l’essenza dell’umano solo in collegamento al suo sistema nervoso centrale e
periferico, ma sappiamo che l’uomo è molto più di questo».
Salvatore Mancuso, presidente del
comitato etico del Policlinico Gemelli, ha spiegato: «Al di là di ciò che
suggerisce la bioetica, l’embrione è essere umano fin dal concepimento, per
ragioni biologiche…C’è una specie di intelligenza embrionaria, per cui anche
prima dell’annidamento l’embrione comunica con la madre. In fase di reimpianto
avviene già uno scambio di comunicazioni chimiche tali per cui l’embrione,
attraverso la produzione di citochine (molecole messaggere), condiziona la sede
del suo insediamento, chiede alla madre di modificare il sistema immunitario
per essere accolto e non espulso come corpo estraneo. Tutto questo straordinario
dialogo avviene fin dalle primissime fasi del concepimento: i due esseri si
riconoscono».
Quindi, sia la biologia che la
morale che la logica indicano nel concepimento l’inizio della vita della
persona; ogni altra data serve a formare una fase-finestra, una terra di
nessuno nella quale è lecito perpetrare abusi su questa persona indifesa. Sul nostro
sito si può trovare un dossier di approfondimento su tutto questo.
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