SANITA'/ Ricciardi (Cattolica): ecco perchè la Lombardia è un modello
per Italia e Ue, INT. Walter Ricciardi, martedì 24 aprile 2012, http://www.ilsussidiario.net
Il Sistema Sanitario Lombardo è
al centro di una bufera mediatica in cui il mondo della politica si è fatto
grancassa di alcune vicende al momento ben lungi dall'approdare a una verità
giudiziaria. Ma è proprio vero che il modello della sanità in Lombardia è un
crogiolo di affari a vantaggio di pochi e senza la minima trasparenza? Walter
Ricciardi, Direttore dell’Istituto di Igiene e all’Università Cattolica di
Roma, fondatore e direttore dell’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle
Regioni Italiane all'indomani della presentazione del Rapporto Osservasalute
2011 ne delinea un quadro molto diverso parlando di «un sistema rigoroso di
controllo sulla Sanità» che secondo l'esperto è sicuramente «superiore a quello
di tante altre regioni».
Eppure si parla spesso della
carenza nei controlli dei Sistemi Sanitari regionali. La situazione dei
controlli in Lombardia è davvero di netta inefficienza come si evince leggendo
i giornali?
Le ripeto, la Lombardia in
passato è rimasta scottata da alcuni episodi in cui forse i controlli potevano
essere migliori, ma devo dire che da quel momento ha attivato un sistema di
controllo rigoroso, sicuramente superiore rispetto a quello di tante altre
regioni. Il sistema è ovviamente ulteriormente migliorabile, ma già adesso è
efficiente sotto questo punto di vista.
E nel complesso che fotografia fa
del Sistema Sanitario lombardo il rapporto Osservasalute?
Quello lombardo emerge come un
sistema caratterizzato da molte eccellenze, in alcuni casi le migliori del
Paese, tant’è vero che la Regione Lombardia è l’unica che “attrae” cittadini e
pazienti da tutte le altre. Questo deriva certamente da investimenti fatti nel
passato che hanno incentivato le eccellenze largamente accessibili al cittadino
indipendentemente dalla proprietà pubblico-privata dell’organizzazione
sanitaria, perché il rimborso è comunque garantito dalla Regione. E’ chiaro
quindi che i cittadini hanno una più ampia libertà di scelta rispetto ad altre
regioni.
Eppure la Regione Lombardia è
spesso sotto accusa per essere troppo "a favore" della sanità
privata. E’ d’accordo?
Credo che questa accusa sia in
larga parte ingiusta, perché la percentuale di prestazioni erogate dai privati
in Lombardia è sicuramente più alta che in altre regioni, ma non è eclatante.
Ci sono poi regioni come la Campania che, pur avendo una struttura pubblica
enorme, già erogano da qualche anno più del 50% di prestazioni da parte di
privati. La Lombardia ha scelto un modello, che consiste nel raggiungere la
qualità attraverso la competizione tra pubblico e privato, e i cittadini
sembrano gradirlo. Altre regioni hanno scelto modelli differenti, incentrati
sul pubblico.
Se proprio volessimo trovare un
difetto in questo sistema lombardo?
E’ un sistema che è stato basato
moltissimo sull’offerta di servizi sanitari, e meno sui bisogni e la domanda.
Mi spiego: le strutture d’eccellenza aspettano i pazienti che richiedono
prestazioni sanitarie, ma il problema è che l’evoluzione del nostro Paese fa sì
che siano enormemente in aumento le malattie croniche, che in larga parte non
vengono curate in ospedale, ma sul territorio. Ecco, su questo la Lombardia è
leggermente in ritardo, ma il giudizio è complessivamente buono, e in certi
casi ottimo.
Il Sistema sanitario lombardo può
quindi essere considerato d’eccellenza nella sua complessità o solo in qualche
ambito in particolare?
E’ un Servizio molto buono, che
in diversi casi ha anche notevoli eccellenze. E’ chiaro che la crisi
finanziaria interesserà anche la Regione Lombardia, il cui sistema sanitario si
è avvalso fino a questo momento, come quelli delle altre regioni peraltro, di
fondi crescenti: fino al 2012, anche se di poco, i fondi destinati alla Sanità
dal Ministero dell’Economia sono aumentati, ma è già noto che dal 2013 in poi i
fondi diminuiranno per tutte le regioni.
Questo che conseguenze avrà?
Provocherà problemi certamente
anche alla Lombardia, una regione che ha fatto buone economie, ma che dovrà
trovare il modo per gestire in modo ancora migliore le proprie risorse
finanziarie.
Come esce invece il Sistema
lombardo dal raffronto con gli altri Stati europei?
Esce bene anche nel paragone con
gli Stati più ricchi: la dimensione della ricchezza della Lombardia può essere
comparata alle parti migliori della Germania e della Francia, quindi la
valutazione è decisamente positiva. Non per questo deve però adagiarsi sugli
allori, perché il sistema sanitario è in continua evoluzione e con le risorse
minori dei prossimi anni la Regione dovrà ovviamente affrontare delle sfide
importanti.
E a proposito di sfide di
bilancio per il Sistema Sanitario Regionale ci parlava di del netto gap tra le
diverse regioni…
Sì, c’è un distacco forte e
crescente tra le regioni che nel passato si sono organizzate meglio per
programmare e gestire i propri servizi sanitari e quelle, in particolare del
Centro-Sud, che oggi si trovano in grande difficoltà e che quindi devono
tagliare i servizi e nonostante questo spendere una maggiore percentuale delle
proprie risorse per garantirli.
In questo quadro, quali sono i principali
punti di forza e le maggiori criticità del Sistema Sanitario nazionale?
Il Sistema Sanitario italiano si
è caratterizzato nell’ultimo decennio per una forte responsabilizzazione delle
regioni, e anche per questo è nato il nostro Osservatorio. Il governo centrale
mantiene di fatto soltanto tre prerogative: la programmazione nazionale, la
determinazione dei livelli essenziali di assistenza e la quota capitaria, in
accordo con il Ministero dell’Economia. Per il resto la responsabilità è tutta
delle regioni, ma sappiamo che da sempre sono molto diverse una dall’altra,
gestendo anche la sanità in maniera molto differente.
Si spieghi meglio.
Ci sono regioni che riescono a
garantire buoni e in certi casi ottimi servizi con dei costi contenuti, e delle
altre regioni che invece, dato che le spese per la sanità ricoprono il 70-80%
del bilancio regionale, rischiano di doverne tagliare e, ancor di più, di veder
saltare tutto il proprio bilancio proprio per sostenere questo sistema. E’
quindi una situazione molto asimmetrica, che determina una serie di fenomeni.
Per esempio?
Innanzitutto nelle regioni in cui
siano in atto dei "piani di rientro" sul bilancio oggettivamente gli
indicatori sanitari sono peggiori, la soddisfazione dei cittadini è minore e
peggiora nel corso del tempo. Inoltre i cittadini in molti casi si spostano
cercando assistenza sanitaria nelle regioni migliori, oppure sono costretti a
mettere mano al portafogli per pagare quelle prestazioni che prima venivano
garantite dai servizi pubblici.
Dove accade questo in
particolare?
Praticamente tutto il Centro-Sud,
ad eccezione della Basilicata, è in "piano di rientro". Quindi tutta
questa area è interessata dal fenomeno di cui parlavo.
(Claudio Perlini)
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