Nel cuore nero del web di Riccardo Luna - LA REPUBBLICA, 11 APRILE 2012,
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Sesso, armi e droga mercato nero
2.0 Esiste un´altra Internet. Parallela e anonima. Dove si trova Silk Road,
"il sito che non esiste" a cui accedere con procedure clandestine. E
dove con i "bitcoin", valuta virtuale, si può comprare qualsiasi
cosa. Dall´ecstasy alle armi. Perché niente è proibito, nel "dark
web", nato per essere libero e pirata, ma cresciuto dentro i confini del
crimine Per entrare bisogna installare Tor, software gratuito e strumento che
rende "invisibili" A ottobre quelli di Anonymous hanno
"steso" LolitaCity, il peggior sito di pedopornografia
Ho visto un sito che voi umani
non potete neanche immaginare. Ho visto Silk Road. Non è la nuova Via della
Seta. È il più grande mercato nero del mondo. Il posto dove comprare ogni tipo
di droga. E documenti falsi. E pornografia. In assoluta sicurezza. Anonimato
totale. Nessuno sa chi fa cosa. Nessuno sa cosa fai. Eppure quel sito non
esiste. Se digitate il suo indirizzo nella barra del vostro browser - una serie
infinita di lettere e numeri senza alcun senso apparente - oppure chiedete
notizie a Google o a un altro motore di ricerca, la risposta sarà sempre la
stessa: quel sito non esiste. Sbagliato. Sarebbe più giusto dire: ci dispiace,
non sappiamo dov´è, perché è in quella sconfinata zona oscura della rete dove
arrivano solo i più esperti. I temerari. Gli amanti della libertà a costo della
vita. E i contrabbandieri di ogni tipo.
«Il lato oscuro di Internet è non
averlo», disse una volta Nicholas Negroponte, il guru della cultura digitale.
Aveva ragione. Ma solo perché non aveva ancora visto the dark web. Sotto la
superficie di miliardi di siti che possiamo navigare, ce ne sono molti di più
dove nessuno sa cosa accade. Per le polizie di tutto il mondo sono
impenetrabili: anche ammesso che uno riesca ad entrarvi la sensazione è di
partecipare ad un ballo in maschera di fantasmi. Chi arrestare e come? Non si
tratta di un fenomeno piccolo, anzi. Già dieci anni fa si diceva che il dark
web fosse 500 volte più grande del world wide web che conosciamo. Da allora
nessuno si è più azzardato a fare calcoli di una realtà ancora impossibile da
decifrare.
È stato un amico, che frequenta
un giro di hacker, a darmi la dritta giusta: «Lo sai che esiste un´altra
Internet?». Il pensiero è andato subito alle recenti rivoluzioni in Egitto e in
Tunisia e al 2009 della rivolta degli iraniani sedata nel sangue: già allora si
parlava di una rete parallela dove gli attivisti potevano comunicare senza
essere intercettati dalle forze di polizia. È fondamentale, questa Internet parallela,
perché essere individuati vuol dire essere torturati e uccisi. Per questo lo
scorso giugno l´amministrazione Obama ha deciso di finanziare con due milioni
di dollari un progetto chiamato "Internet in a suitcase", una rete
parallela a disposizione dei dissidenti di tutto il mondo. «No, non parlo di
quelle cose lì. Parlo del paradiso del commercio di droga. Di tutte le droghe
che esistono. E della pornografia infantile, purtroppo. Roba forte, immagini
terribili di bambini, meglio se non le vedi. Fidati di me. Ma se proprio vuoi
andarci, almeno apriti una e-mail finta e ti spiego come fare».
Farsi una e-mail finta è il
minimo. La vera cosa da fare per navigare l´altra Internet è installare sul
proprio computer Tor: un software gratuito che consente l´accesso a una rete
parallela, impossibile da sorvegliare. Inizialmente fu sviluppato, a partire
dal 1995, come un progetto della Marina degli Stati Uniti per impedire che le
conversazioni governative fossero intercettate dal nemico. Con questa protezione
nessuno può sapere chi sta parlando con chi. Le reti di questo tipo si chiamano
"reti a cipolla", onion routing, infatti il simbolo di Tor è una
cipolla. E molti siti di questo universo parallelo invece di finire con il
suffisso punto it o punto com, hanno il punto onion.
Il progetto Tor è tutt´altro che
velleitario: nel 2004 è stato finanziato dalla Electronic Frontier Foundation,
uno dei baluardi della libertà sul web; nel 2007 da Human Rights Watch; e
persino da Google dal 2007 al 2011. Quest´anno, accanto a una misteriosa
organizzazione non governativa americana che ha donato oltre un milione di
dollari, il sostenitore più importante è la BBG, Broadcasting Board of
Governors, agenzia federale che rappresenta emittenti come Radio Free Europe,
Voice of America, Office of Cuba Broadcasting. Insomma, dietro Tor non c´è una
gang di terroristi. Perché Tor è uno strumento per diventare invisibili: lo
puoi usare per la libertà. Oppure per vendere cocaina e bombe.
L´installazione del software dura
pochi secondi. Quando termina, sulla barra di navigazione del computer compare
una cipolla stilizzata. Inserito l´indirizzo giusto (se non lo hai non c´è
alcun luogo dove tu possa andare), dopo un laborioso processo di registrazione
si arriva su Silk Road, che si definisce "anonymous marketplace". Qui
il simbolo è un beduino di spalle che cavalca un cammello. Ed entrando si
capisce subito che il piatto forte del sito non è la seta, ma la droga. Sembra
di stare su Amazon o qualunque altro sito di commercio elettronico: solo che al
posto dei libri e dei dischi, ci sono le foto di vari tipi di droga. Hashish,
coca, eroina. L´articolo più venduto è Mdma, più nota come ecstasy. Il fatto
che Mdma sia un bestseller non è una supposizione di chi naviga, ma una
notizia, perché c´è una classifica dei prodotti più venduti. Proprio come
accade su iTunes. Allo stesso modo chi compra può fare una recensione del
prodotto, «davvero fantastica quella roba!», e dare un punteggio al venditore,
«ve lo consiglio, è uno spacciatore coi fiocchi».
Ma questo non è lo store della
Apple evidentemente, anche se le logiche con cui è organizzato sono le stesse.
Per esempio le categorie: una ventina. Non solo droga, insomma. Le classifiche
dei prodotti più richiesti aiutano a capire un po´ di più chi siano questi
anonimi clienti. Fra gli apparecchi elettrici il numero uno è l´antenna Yagi
per la ricezione di trasmissioni a banda larga. Nella sezione video domina
Dirty Pictures, film sul dottor Shulgin, il chimico che avrebbe scoperto gli
effetti di tante droghe psichedeliche. Fra i libri, il primo della lista è la
guida per rimorchiare donne sconosciute, Get Laid, portatela a letto. Ma anche
il libro di ricette di cucina con la cannabis va forte). C´è un bel catalogo di
prodotti di marca contraffatti dove gli occhiali di Gucci battono i RayBan, ma
non sembra una buona notizia. C´è chi si vende una chitarra elettrica usata. E
chi offre il kit per farsi documenti falsi (ma il massimo in questa categoria è
una perfetta replica di un passaporto del Regno Unito con tanto di ologramma).
Il sesso ha un capitolo
importante, naturalmente, secondo solo alle droghe: nella top ten parecchi
titoli promettono video con minorenni, i "teenager". Qui dei bambini
non c´è traccia. Non è un caso. Lo scorso ottobre gli hacker di Anonymous, che
hanno steso i siti web di mezzo mondo, sono entrati nel dark web e hanno
mandato in frantumi "Lolita City", il peggiore sito di
pedopornografia in circolazione. Un segnale molto chiaro. In fondo anche Silk
Road ha una sua etica. E la sbandiera. «Non si commercia nulla che possa fare
del male agli altri», è la promessa. Le droghe sono un altro discorso, dicono,
sono un fatto di libertà.
Tutto il mercato non funziona in
dollari o in euro, naturalmente: funziona in bitcoin: una delle più note monete
alternative nate sul web. Vengono prodotti automaticamente da una rete di
computer volontari in base a un algoritmo ideato nel 2009 da un misterioso
giapponese poi sparito nel nulla, Satoshi Nakamoto. Da allora, con alti e
bassi, i bitcoin sono diventati una vera valuta per transazioni online: oggi ce
ne sono in circolazione circa otto milioni con un cambio ufficiale: un bitcoin
vale circa 3,8 euro. Ecco, la seconda cosa da fare per stare su Silk Road, dopo
aver installato Tor, è aprirsi un conto in bitcoin in uno dei tanti siti web
che li distribuiscono. I vantaggi sono numerosi: in testa l´anonimato delle
transazioni. Chi li gestisce ha sostenuto che in realtà la polizia se volesse
potrebbe risalire a chi ha comprato e venduto visto che tutti gli spostamenti
di questa moneta alternativa sono tracciati da un server. A loro volta da Silk
Road hanno ribattuto che ogni volta che i loro clienti concludono un affare, i
server mandano così tante operazioni fasulle contemporanee che risalire ai veri
protagonisti è virtualmente impossibile.
Ma chi c´è dietro Silk Road?
Apparentemente un tizio che si firma "Dread Pirate Roberts", il
terribile pirata che non faceva prigionieri nel film La principessa sposa. È
lui (o lei) ad animare il forum ufficiale. A chiamare «nostri eroi» i venditori
che prendono rischi enormi per fare funzionare il mercato. E soprattutto a dare
il senso politico a questa operazione. Scrive per esempio: «A prescindere dalle
tue motivazioni, se sei qui sei un rivoluzionario. Le tue azioni porteranno
soddisfazioni a coloro che per troppo tempo sono stati oppressi. Devi esserne
fiero e andare a testa alta». Lo scorso 9 gennaio, scimmiottando il Discorso
sullo Stato dell´Unione del presidente Usa, Pirate Roberts ha rilasciato un
discorso sullo Stato della Strada. Dopo aver raccontato quanta strada era stata
fatta in un anno nonostante avessero alle calcagna le polizie di mezzo mondo,
ha annunciato una vera rivoluzione: il taglio delle commissioni su ogni
transazione, «il 6,23 per cento è troppo, lo ammetto».
Qualche giorno fa l´annuncio più
importante: a grande richiesta è nato "The Armory", uno spin off
verticale «per vendere piccole armi a scopo di difesa». Ieri lì c´era una vera
lotteria: chi aveva il biglietto vincente, si beccava una Colt.
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