Il bimbo di 3 anni a San Patrignano «Non separatelo dalla mamma» - Il
giudice lo vuole dare in adozione, dopo che il tribunale l'aveva affidato alla
donna. La comunità: «Assurdo» di Francesco Alberti, 18 aprile 2012, http://www.corriere.it
Il bimbo conteso
Tanir ha poco più di 3 anni e
quando gli viene in mente quel padre, che non vede da tempo, dice: «È andato
via perché è arrabbiato con me». Inutile spiegargli che quel padre è tornato da
dove era venuto, in Marocco, dopo aver dissipato tra carcere, alcol e droga la
sua avventura italiana. La stessa frase Tanir (nomi di fantasia) la ripete
quando parla della sorellina, che aveva solo 2 anni quando è morta per una
malformazione congenita nella casa protetta dove i due fratellini vivevano dopo
essere stati tolti ai genitori: «Ho fatto arrabbiare anche lei» dice,
rabbuiandosi.
Tanir, qualcosa di importante, ce
l'ha ancora però: la madre Sara, 41 anni, fiorentina, in lotta da sempre con la
cocaina, eppure, a detta dei servizi e di chi la segue, «legatissima al figlio,
nonostante una capacità genitoriale condizionata da una grande fragilità
emotiva». Una madre che Tanir ha perso e ritrovato. La perse quando venne
mandato nella casa protetta assieme alla sorella.
Il video della comunità L'ha
ritrovata due mesi fa a San Patrignano, la più grande comunità d'Europa, dove i
servizi sociali hanno individuato una sistemazione comune a madre e figlio così
che ognuno dei due provi ad avere ciò che non ha mai avuto: lei, una vita senza
droga; lui, una mamma e una dimensione educativa. Ora tutto questo è a rischio.
Qualche giorno fa, quello stesso Tribunale dei minori di Firenze che il 16
novembre scorso aveva dato mandato ai servizi sociali «di collocare entrambi
presso idonea struttura, ritenendo che vi possa essere per la madre la
possibilità di stare con il figlio», ha cambiato radicalmente impostazione,
intimando l'uscita di Tanir da San Patrignano e il suo ritorno nella casa
protetta da cui proveniva, in vista di un percorso destinato a sfociare
nell'adozione, l'ennesimo distacco.
Una decisione inaccettabile per i
vertici di San Patrignano, che si preparano alle barricate: «È una scelta
inspiegabile - hanno scritto in una lettera al presidente del Tribunale dei
minori di Firenze, Maria Cannizzaro, e al giudice relatore dell'ordinanza,
Rosario Lupo -. Il piccolo sta vivendo con serenità il rapporto affettivo con
la madre. Un repentino distacco rappresenterebbe un ulteriore trauma: ci
opporremo con tutti i mezzi consentiti dalla legge». La prima azione di
resistenza è andata in scena ieri mattina quando alle porte della comunità si
sono presentati i servizi sociali per prelevare il piccolo. Per tutta risposta,
si sono visti sventolare davanti al naso un certificato medico: «Tanir oggi è
malato, non può essere prelevato, ripassate più avanti...». Ma è solo questione
di tempo: «Torneranno - sospirano a Sanpa -, a meno che la nostra mobilitazione
non faccia breccia nei giudici».
Non sarà semplice. Nell'ordinanza
del 10 aprile scorso, che ordina il ritorno di Tanir nella vecchia comunità, il
Tribunale contesta la scelta di San Patrignano sia sotto il profilo formale
(«Si stava valutando un programma alternativo») che sostanziale («Il bambino è
stato distolto dal suo ambiente senza un evidente vantaggio per lo stesso e per
la sua crescita, dovendo la madre seguire un percorso il cui esito non è ad
oggi prevedibile»).
La risposta di San Patrignano è a
più voci. Daniele Giovanni Poggioli, neuropsichiatra infantile che segue Tanir,
ritiene che la madre, pur con tutti i suoi limiti, costituisca invece «una
risorsa potenzialmente riparatrice» nei confronti del trauma subito dal piccolo
per la morte della sorellina: «La bimba - afferma Poggioli - era un importante
punto di riferimento affettivo per il fratello, avendo condiviso con lui
l'allontanamento da casa: la sua perdita è stata fortemente destabilizzante per
il bimbo che ora sta rielaborando il lutto». E sta pure imparando a mangiare
con le posate, a sentire le educatrici del nido che opera a San Patrignano: «I
primi pasti sono stati un disastro, usava le mani e non rispettava le regole.
Era anche molto diffidente, mentre adesso è lui che cerca gli altri...». E
saranno gli altri, ancora una volta, a decidere sotto quale stella dovrà
danzare Tanir. Speriamo sia possibile con la sua mamma. Perché sarebbe
insostenibile se pensasse di aver fatto arrabbiare anche lei.
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