Teilhard de Chardin aveva ragione? La vita si muove da sola?, di
Umberto Fasol, preside e docente di scienze naturali in un liceo scientifico,
26 aprile, 2012, http://www.uccronline.it/
«L’evoluzione è caratterizzata
dal muovere verso: della materia verso la complessità e della vita verso la
complessità e la coscienza.» (Ludovico Galleni, editoriale della Nuova
Secondaria n°8, 15 aprile 2012). Il professor Galleni, noto docente di zoologia
all’Università di Pisa, propone la lezione di Teilhard de Chardin quale
soluzione della grande antitesi presente nel dibattito contemporaneo tra il
materialismo riduzionista del neodarwinismo da una parte e il creazionismo
esplicito del Disegno Intelligente dall’altra.
In altre parole, secondo il
professore, il Progetto in natura esiste, ma non va cercato al di fuori, bensì
dentro la materia stessa. Sembra una soluzione elegante del problema: Dio
esiste e l’evoluzione spontanea pure. Le cose però non sembrano essere così
semplici. La domanda che sorge immediata di fronte a simili affermazioni è
infatti questa: “Come fa la materia a muoversi verso una direzione se non è
consapevole di quello che fa?”. E ancora: “Può esistere un movimento
direzionale senza un obiettivo consapevole da raggiungere?”. E questo obiettivo
è dentro la materia che si muove o è là, in fondo al percorso, ad attenderla?
In queste affermazioni, cioè, si
attribuiscono alla materia proprietà che essa non ha. Né il carbonio, né l’idrogeno o l’ossigeno
possono conoscere il loro destino all’interno di una cellula: sono atomi e
basta, privi di qualunque informazione morfogenetica. Stanno bene da soli e non si uniscono in modo
organizzato e teleonomico se non subentra una causa esterna a scuoterli dalla
loro inerzia (proprio come quello che si dice nel primo principio della
dinamica). No. Non credo che possa essere così. Se la materia si muove nella
direzione della vita è solo perché “è mossa” dall’esterno. Nessuno può darsi quello che non ha!
Oppure, in alternativa, dobbiamo
ammettere che, se questa materia grezza
è capace di autoorganizzarsi per formare una struttura infinitamente
complessa, dinamica e omeostatica come la cellula, allora significa che è “di
natura divina”: sa quello che deve fare e lo fa. Tra le due ipotesi certamente
è da preferirsi la prima. Le proprietà della materia sono infatti: la massa, la
carica elettrica, l’elettronegatività, ecc… ma in nessun caso l’informazione
cosciente: è la fisica sperimentale a rivelarcelo. Siamo al punto di partenza.
Quello di Aristotele: “ogni corpo che si muove, è mosso”.
Nessun commento:
Posta un commento